Civiltà del Lavoro, n. 6/2020
39 Civiltà del Lavoro dicembre 2020 FRANCESCO STARACE è stato nominato Cavaliere del Lavoro nel 2018. È amministratore delegato e direttore Generale di Enel SpA. Dal 2008 al 2014 è stato amministratore delegato e direttore generale di Enel Green Power, società del Gruppo dedicata alla generazione di energia da fonti rinnovabili e tra i principali protagonisti nel settore delle rinnovabili a livello globale. Dal 2019 è membro della Global Commission to End Energy Poverty lutazione di un progetto e nei relativi impatti ambientali, ai sensi del National Environmental Policy Act, ossia la legge nazionale a tutela dell’ambiente, con focus sulle emissioni di gas serra a monte e a valle. Per quanto riguarda il settore elettrico, la probabile nuova leadership della Ferc ha lasciato intendere il proprio soste- gno per favorire l’infrastruttura di trasmissione elettrica, in modo da agevolare l’integrazione delle rinnovabili; meto- di di cooperazione per quanto riguarda gli effetti che han- no le regolamentazioni statali sulle rinnovabili sui mercati dell’elettricità a livello federale, nonché all’integrazione del carbon pricing in alcuni mercati. Per quanto riguarda il governo stesso degli Stati Uniti, si prevede che l’amministrazione Biden voglia abbracciare una mobilità sostenibile con il 100% di veicoli a zero emissioni avvalendosi del sistema di appalti del governo federale, che spende ogni anno 500 miliardi di dollari. Pertanto, è lecito aspettarsi che tutti gli impianti, gli edifici e le strutture del governo statunitense possano diventare energeticamen- te più efficienti, così come l’acquisto dei veicoli a emissio- ni zero per flotte federali, statali, rurali, postali e locali pos- sa dare una forte spinta all’elettrificazione della mobilità. Sebbene sia probabile che l’amministrazione Biden si con- centri sulle azioni esecutive, tali soluzioni sono meno du- rature delle azioni legislative promulgate dal Congresso. Inoltre, analogamente all’amministrazione Obama, contro- versie giuridiche come quelle relative alle normative sulle emissioni di gas serra sono inevitabili e potrebbero com- portare ritardi o ripensamenti nell’attuazione delle misure. GLI STATI ALLA GUIDA Negli Stati Uniti, la maggior par- te dei problemi relativi alla tutela dell’ambiente, alle infra- strutture energetiche e alla salute pubblica sono di compe- tenza dei singoli stati e non del governo federale. Durante le elezioni del 2020, gli Stati hanno evidenziato una situa- zione di stabilità che non si vedeva dal 1946, dal momento che solo quattro delle 99 camere legislative statali hanno cambiato il partito. Negli ultimi vent’anni, gli Stati (i famosi “laboratori della de- mocrazia”) hanno adottato diversi approcci rispetto alla transizione energetica. Queste differenze si accentueran- no sempre di più finché ci saranno, da un lato, Stati come la California che continuano saldamente ad operare nel ri- spetto del loro obbligo giuridico di avere un’elettricità a ze- ro emissioni entro il 2045, e dall’altro, Stati come il Texas che sfruttano il mercato libero per consentire l’integrazio- ne di GW di rinnovabili in base a criteri puramente econo- mici e di scelta dei clienti. Nel 2021 sarà particolarmente importante il modo in cui gli Stati affronteranno in maniera proattiva gli effetti occupazio- nali della transizione energetica, il modo in cui regolamen- teranno le autorizzazioni di progetti rinnovabili in continua crescita e il metodo di incentivazione di nuove tecnologie come i sistemi di accumulo di energia (ad esempio, batte- rie), l’idrogeno verde e le microgrid. Nonostante a livello mediatico internazionale sia probabile una scarsa risonanza, la vera sfida sta proprio a livello sta- tale, dove vengono realizzati i progetti e le comunità accol- gono nuovi investimenti e approcci per la generazione e il consumo di energia. PRIMO PIANO
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