Civiltà del Lavoro, n. 6/2020
Civiltà del Lavoro dicembre 2020 59 Da questa esperienza, la collaborazione tra sanità pub- blica e sanità privata ne uscirà rafforzata? Dalla terribile situazione generata dalla diffusione del Co- vid-19 la collaborazione tra pubblico e privato sicuramen- te ne uscirà rafforzata, perché nel contesto dell’emergenza sanitaria si è ben compreso che non si tratta di due ambiti in contrapposizione, ma di due facce di una stessa meda- glia; due entità che erogano un servizio pubblico essenzia- le e possono farlo in maniera sinergica e complementare tra loro. Dallo stadio critico della prima fase della pande- mia, infatti, non si sarebbe usciti senza il sostegno della sa- nità privata che, in brevissimo tempo, ha supportato il si- stema pubblico convertendo intere realtà in centri Covid, nonché mettendo a disposizione del sistema un significati- vo numero di letti di Terapia Intensiva. In proposito, sottolineo con grande orgoglio che anche le strutture del nostro gruppo hanno dato e stanno dando un contributo fondamentale al sistema ponendo in essere una serie di iniziative atte a contenere gli effetti devastanti della pandemia. In alcune realtà abbiamo, infatti, aperto in poco tempo reparti destinati all’accoglienza e alla cura dei pazienti Covid, in altre strutture abbiamo, invece, ospitato le chirurgie più delicate (come la chirurgia oncologica) degli ospedali pubblici che non potevano convivere con reparti destinati alla cura dei pazienti positivi al Coronavirus. Abbia- mo, inoltre, fornito alle terapie intensive pubbliche ventila- tori polmonari ed inviato squadre di infermiere intensiviste ed anestesisti esperti per l’estubazione dei pazienti positivi. Donna manager, è ancora una sfida impossibile? Io penso che nella vita nulla è impossibile se veramente lo vuoi, quindi donna e manager è sicuramente una sfida diffici- le ma non irrealizzabile. Occorre crederci fortemente senza rassegnarsi alle molteplici difficoltà, piuttosto alimentando con coraggio e spirito di sacrificio sogni, ideali e passioni. Certamente, in Italia, il gender gap è ancora molto ampio perché nonostante gli importanti obiettivi traguardati dal- la legge Golfo-Mosca che ha introdotto le quote rosa nelle società quotate in Borsa e nonostante sia statisticamente provato che le aziende a guida femminile sono maggior- mente produttive, il numero delle donne nelle posizioni di vertice è ancora molto basso. Per quanto riguarda il mio gruppo posso dire che Ghc è una delle pochissime socie- tà quotate in Borsa a maggioranza femminile, sia nel Con- siglio di Amministrazione che nei Comitati Endoconsiliari. Aggiungo che circa l’80% degli oltre 2900 tra dipendenti e collaboratori è rappresentato da donne e questo non per un ideale ma per merito! Ricorda il momento in cui ha saputo di essere stata insi- gnita dell’onorificenza di Cavaliere del Lavoro? Ricordo benissimo quel momento, erano le 9 del 30 maggio scorso quando ho ricevuto la telefonata di Vittorio Di Pao- la, Presidente del gruppo centrale cui afferisco, con cui mi comunicava che ero stata insignita della prestigiosa onorifi- cenza. Sono rimasta in silenzio per qualche secondo e con- fesso di aver provato una tra le più grandi emozioni della mia vita; subito ho pensato ai miei genitori che non ci sono più e ho sperato che da qualche parte dell’universo avesse- ro ascoltato quella telefonata. Soprattutto, ho concretizza- to che tutto ciò in cui ho creduto nella vita era giusto.
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