Civiltà del Lavoro, n. 6/2020
Civiltà del Lavoro dicembre 2020 87 L’abilità e il tocco di creatività sono connaturati in chi fa il nostro mestiere e che trae la sua ispirazione dal bello che ci circonda. Siamo convinti che il futuro, che inizia “adesso”, sia la so- stenibilità, con prodotti che siano l’espressione del “meno e meglio”, ad alto tasso di creatività. Prodotti non solo bel- li e non solo sostenibili, ma prodotti che riescano a coniu- gare l’etica all’estetica. C’è e, nel caso, qual è l’aspetto che più contraddistin- gue lo stile italiano? La mano d’opera qualificata è sostanziale nella nostra azien- da; l’innovazione del prodotto nell’ambito del lusso è indub- biamente nella sua capacità creativa, nella sperimentazione di abbinamenti e soluzioni, ma la realizzazione della speri- mentazione passa attraverso la qualificazione del processo di produzione. Noi amiamo la sperimentazione, mettiamo passione nel ricercare nuove strade anche grazie all’estro e alla fantasia degli stilisti con cui lavoriamo, arrivando spes- so a soluzioni inedite, all’inizio quasi impensabili e altresì ef- ficaci. In questo viaggio ipotetico, ci teniamo a mantenere saldo il contatto con il nostro saper fare come elemento fondante di tutto il processo. Amiamo definirci un atelier industriale, proprio per queste caratteristiche. Quanto pesano l’innovazione e la sperimentazione per la competitività dell’azienda? La ricerca del nuovo ci ha spinti verso le nuove frontie- re della sperimentazione, come ad esempio la maglieria in 3D, per cui Miles nel 2018 ha ricevuto a Parigi il premio “Ta- lents du Luxe et de la Création” per la categoria Innovazio- ne, un riconoscimento assegnato ai migliori creatori e pro- tagonisti del lusso. La nostra filosofia da sempre si basa sulla sapienza indu- striale per creare un prodotto finito partendo dalla scelta del filo. Abbiamo fatto negli anni grandi investimenti in tec- niche e macchinari di produzione sempre all’avanguardia. Crediamo che il segreto sia quello di coltivare una cultura aperta alle nuove sfide, una mentalità che guarda al mon- do e ai suoi cambiamenti. Non ci siamo mai fermati al pri- mo ostacolo, sicuri che il nostro saper fare, con la compe- tenza delle nostre persone, sarebbero stati gli ingredienti chiave per superare e vincere quelle sfide. Ci può raccontare la sensazione che ha provato quando ha saputo di essere stata nominata Cavaliere del Lavoro? Sono stata sorpresa e lusingata per la mia nomina a Cava- liere del Lavoro: il momento non poteva essere più oppor- tuno. La capacità di reagire alle difficoltà, in cui mi sono tro- vata di fronte nel corso della mia vita, è sempre stata una forte alleata. In un momento di pandemia mondiale, dove la precarietà e la fragilità si sono manifestate con tanta for- za, questo riconoscimento mi ha ancora di più motivata a continuare, con l’aiuto e l’affetto dei miei quattro figli che lavorano con me, determinata ad essere un esempio per le tante donne che lavorano nell’ambito della moda. Riconosco che, anche se da sola, sono riuscita a trasformare una piccola azienda fondata nel 1962 in una realtà impren- ditoriale che è diventata un punto di riferimento interna- zionale per la produzione di maglieria di alta gamma. Que- sto solo grazie alla volontà di riuscire, al non mollare mai e al mio innato ottimismo.
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