Civiltà del Lavoro, n. 1/2021
15 Civiltà del Lavoro gennaio • febbraio 2021 A colloquio con Stefano MICOSSI di Paolo MAZZANTI ndrebbe prevista anche l’eliminazione del- la colpa grave tra le cause di responsa- bilità per danno erariale dei funzionari e una migliore precisazione delle fattispe- cie del reato di abuso d’ufficio. Servono, avverte il direttore generale di Assonime Stefano Micos- si, meccanismi incisivi per obbligare le Conferenze di ser- vizi per le opere infrastrutturali a decidere entro termini tassativi, cosa che si scontra da decenni contro l’opposi- zione delle sovrintendenze e del ministero dell’Ambiente. Assonime ha dedicato nelle settimane scorse due stu- di alla semplificazione amministrativa e alla governance del Recovery Plan nazionale. Ci può sintetizzare le pro- poste più significative dei due documenti? I n materia di semplificazione la proposta più significati- va è quella di abbandonare i troppi controlli preventivi, in primis della Corte dei Conti e dell’Autorità anticorruzione (Anac), che bloccano le decisioni di spesa, in particolare nella fase preliminare di scelta dei progetti. Abbiamo an- che spinto per l’eliminazione della colpa grave tra le cau- se di responsabilità per danno erariale dei funzionari e per precisare le fattispecie del reato di abuso d’ufficio. Aveva- mo ugualmente spinto per meccanismi incisivi per obbli- gare le Conferenze di servizi per le opere infrastrutturali a decidere entro termini tassativi, una cosa che si scontra da decenni contro l’opposizione di sovrintendenze e mi- nistero dell’Ambiente. In materia di governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) abbiamo proposto di lasciare le decisio- ni politiche di massima all’organo politico – il Parlamento su proposta del Consiglio dei ministri –, il quale dovreb- be decidere le linee generali del piano, le “componenti”, le riforme connesse; ma poi di creare un organismo tec- nico all’interno del Consiglio dei ministri con pieni pote- ri di gestione nell’attuazione delle linee politiche stabilite dal livello politico. Questo organo tecnico ruoterebbe in- torno alla figura di un nuovo ministro senza portafoglio – il ministro per il Recovery Fund – sostenuto da un forte segretariato tecnico e collegato in rete con tutte le am- ministrazioni coinvolte, a livello nazionale, regionale e lo- cale, rispetto alle quali dovrebbe disporre di incisivi pote- ri di coordinamento. A tal fine, ogni amministrazione coinvolta nella gestione dei fondi dovrebbe identificare un funzionario di elevata qualità e livello gerarchico, che diventerebbe il rappresen- tante di quella amministrazione all’interno della rete delle amministrazioni impegnate nell’impiego dei fondi. La rete, come ho detto, sarebbe integrata nel segretariato tecni- co del ministro per il Recovery Fund. Un aspetto da sottolineare è che l’assegnazione di fondi ai singoli progetti dovrebbe basarsi sull’analisi tecnica dei progetti, i quali dovrebbero “competere” tra loro per i fon- di davanti al segretariato tecnico. Dunque, la spartizione politica dei fondi riflessa nella versione attuale del nostro A Un groviglio da RIPENSARE Stefano Micossi PRIMO PIANO
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