Civiltà del Lavoro, n. 2/2021
21 Civiltà del Lavoro marzo • aprile 2021 he sia una grande occasione di moderniz- zazione per il Paese è ormai un fatto ac- clarato, che l’Italia sarà in grado di farcela dipenderà dalla capacità di spendere be- ne le risorse in arrivo dall’Europa. Parliamo del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) nel quale gli investimenti diretti in digitalizzazione ammontano a 42,5 miliardi, piùquelli indiretti per il rinnovamento della Pubbli- ca amministrazione, la sanità elettronica e la didattica a di- stanza. Ne abbiamo discusso con Pietro Guindani, presiden- te di Asstel, l’associazione di categoria che, nel sistema di Confindustria, rappresenta la filiera delle telecomunicazioni. Presidente, come andrebbero spesi questi soldi? Il Pnrr mette correttamente al centro delle priorità per la ripresa la digitalizzazione del Paese e dedica attenzione all’adozione dei servizi digitali nei diversi ambiti applicativi. Affinché i processi di adozione dei servizi possano metter- si in moto è necessario che sia disponibile ovunque l’infra- struttura in grado di supportare tali servizi. Riteniamo che – rispetto agli stanziamenti previsti nel piano presentato al Parlamento – dovrebbero essere aumentati i fondi destinati direttamente all’infrastrutturazione del Pae- se con reti di comunicazione elettronica VHCN, in ottica di complementarietà con gli investimenti privati, per coprire anche quelle zone di territorio dove l’investimento privato non potrà arrivare e sarebbero destinate a protrarsi situa- zioni di digital divide – che sono inaccettabili sotto il profilo della coesione sociale e della partecipazione di tutta la cit- tadinanza alla transizionedigitale – per esempio per mette- re tutti i cittadini in grado di fruire dei servizi online delle varie pubbliche amministrazioni. La stima di Asstel è che a tale voce dovrebbero essere destinati almeno dieci miliar- di di euro.Gli interventi da finanziare dovrebbero riguarda- re l’accelerazione e l’estensione delle reti 5G sull’intero ter- ritorio nazionale e una forte accelerazione della copertura broadband fissa con reti in fibra ottica VHCN. Al fine di mantenere le prime posizioni guadagnate dal no- stro Paese nell’indice DESI con riferimento proprio al 5G, è opportuno finanziare i progetti di ricerca e svilupponell’am- bito del 5G, in particolare tecnologia Open Radio Access Network (Open RAN). Le risorse per la ripresa dovrebbero poi essere destinate anche ad alimentare un incentivo alle imprese per l’inve- stimento in apparati radio di connettività di tipo Very High Capacity Network (VHCN) dedicati a specifici insediamen- ti produttivi per abilitarne la digitalizzazione. Il ministro Colao ha messo ai primi punti l’accelerazione delle procedure e la neutralità tecnologica. Che si do- vrebbe fare in concreto? Il ritardo nella diffusione delle reti a banda larga (BUL) e ad altissima velocità (VHCN) nel Paese è dovuto almeno in parte alla farraginosità dei processi autorizzativi per la po- PUNTARE SULLE RETI e su incentivi alle imprese A colloquio con Pietro GUINDANI C Pietro Guindani PRIMO PIANO
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