Civiltà del Lavoro, n. 2/2021

37 Civiltà del Lavoro marzo • aprile 2021 spesso difficoltà proprio nell’execution di grandi proget- ti. Ritiene che stavolta l’Italia sarà capace e, soprattutto, costante nel tempo? Molto dipenderà dalla continuità che si riesce ad assicurare all’implementazione progettuale, la quale a sua volta dipen- de dalla stabilità politica nazionale oltre che internazionale. A me sembra che il nuovo governo, guidato dal presiden- te Draghi per volere del Presidente della Repubblica Matta- rella, sia nato sotto i migliori auspici per mantenere la bar- ra dritta, e dare modo alle eccellenti personalità coinvolte nei vari uffici di perseguire la realizzazione di progetti am- biziosi come quello nominato. Entro il prossimo giugno l’Italia dovrà recepire la nuova direttiva Copyright, approvata nell’aprile del 2019 nell’am- bito della Strategia per il Mercato unico digitale. Come conciliare i diversi interessi in gioco, da un lato i creatori dei contenuti e titolari del diritto d’autore, dall’altro gli operatori digitali che gestiscono le infrastrutture sulle quali i contenuti viaggiano? Gli attori non sono due, ma almeno tre. La nuova direttiva mira a impedire il consolidamento di rendite di posizione: che oggi non sono più, se mai lo sono state, quelle dei ge- stori delle infrastrutture di connessione, ma sono piutto- sto quelle delle piattaforme cosiddette “over-the-top”, che intervengono tra i content e right-owner e la Rete, ponen- dosi come gatekeeper. Se chi presidia questo accesso lo fa in modo esclusivo, impedendo che chiunque altro (special- mente i nuovi player) possa giocare lo stesso ruolo, diven- ta fatalmente l’attore principale della catena del valore, to- gliendo rilevanza sia ai contenuti che alle reti. A mio parere, la giusta remunerazione per chi detiene i di- ritti passa per condizioni competitive eque, che consenta- no la creazione di un mercato realmente libero in cui chi fa contenuti possa di volta in volta scegliere a chi farli distri- buire e a quali condizioni. Un anno e oltre di pandemia ha cambiato l’economia e non solo. Come digital company che mutamenti avete osservato nella domanda di servizi digitali da parte del- le imprese? La domanda è senza dubbio aumentata, sia in intensità che in estensione: anche le imprese che fino al 2019 non avevano fatto i conti con la trasformazione digitale si sono trovate di fronte a pressanti esigenze di velocità, di smaterializzazio- ne, di efficienza, di comunicazione a distanza. Proprio quelle cui rispondono servizi come il cloud computing e storage, i sistemi di video e digital asset management, le applicazio- ni mobili. Insomma, i nostri servizi. Purtroppo, imprese mai come in questo momento bisognose di potenziare le loro infrastrutture digitali o di implementarle ex novo, di fron- te alla crisi del momento e all’incertezza per il futuro, sono rimaste in attesa: un’attesa che rischia di costare loro ben più dei servizi stessi, perché comporta la perdita di posizio- ni competitive e la prospettiva di uscire da un mercato nel quale, soprattutto in quest’epoca, chi si ferma è perduto. Parlando sempre della sua azienda, Vetrya, sarete pre- senti al Padiglione Italia di Expo Dubai 2020 con una piat- taforma che consente il “teletrasporto virtuale”, così come è stato ribattezzato dai media. Di che cosa si trat- ta? Quali sono le possibili applicazioni e in quali campi? Si tratta di una soluzione abilitata da reti ultrabroadband e basata su ologrammi 3D: Hologram Talks, questo il suo no- me, è stata sviluppata per l’università Luiss Guido Carli di Roma e offre la possibilità allo speaker/docente, ospitato in una delle sedi dell’ateneo, di tenere conferenze per un pub- blico distante, tramite l’utilizzo della telepresenza olografica. Virtualizzare la presenza rappresenta sicuramente una so- luzione vincente di fronte alla necessità di distanziamento fisico, all’impossibilità di spostamenti e quindi al blocco de- gli eventi in presenza, ma racchiude potenzialità interessan- ti anche in vista del prossimo futuro, in cui pur tornando a spostarci saremo più attenti all’analisi dei costi e dell’im- patto ambientale dei trasporti; e d’altro canto la prolunga- ta esperienza delle aule virtuali avrà creato una domanda di accesso a corsi universitari e di formazione con docenti remoti o afferenti ad altri atenei. Vedo insomma una serie di possibilità che si dischiudo- no. Come sempre, tuttavia, la tecnologia non fa che aprire porte, che poi sta all’iniziativa e all’energia di tutti noi deci- dere di varcare per tracciare nuovi percorsi nel futuro. LUCA TOMASSINI è stato nominato Cavaliere del Lavoro nel 2015. È fondatore, presidente e amministratore delegato di Vetrya, attiva nello sviluppo innovativo di servizi digital, media, telco, cloud computing e intelligenza artificiale. È presente negli Stati Uniti nella Silicon Valley e con uffici commerciali in Europa e Sud America. È professore aggiunto all’Università LUISS Business School e svolge docenza su telecomuniazioni e digital media presso l’Università degli Studi della Tuscia PRIMO PIANO

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