Civiltà del Lavoro, n. 3/2021
33 Civiltà del Lavoro giugno • luglio 2021 Mezzogiorno potrà diventare il fiore all’occhiello di que- sta rinascita. Dal punto di vista operativo a quali settori e/o proget- ti verranno assegnate le risorse? E quale tipo di mo- nitoraggio sarà condotto nel corso degli anni per ve- rificare l’avanzamento dei lavori? L’Europa ha imposto vincoli molto dettagliati per eroga- re le risorse. Se il Pnrr italiano è riuscito a superare l’e- same della Commissione a pieni voti è perché rispetta totalmente le condizioni richieste, nella definizione dei progetti e delle riforme, ma anche nei percorsi da intra- prendere e nei tempi da rispettare. Per trasformare il Piano in realtà, dovremo lavorare tut- ti insieme: istituzioni nazionali, regionali e locali, mon- do del lavoro, terzo settore. Serve uno sforzo collettivo all’insegna di un obiettivo comune. Per questo, stiamo mettendo in campo tutti gli strumen- ti necessari, sia in termini di semplificazione legislativa e burocratica, sia di rafforzamento della Pubblica am- ministrazione. Nonostante qualche difficoltà di percor- so, confermiamo che entro luglio i primi 2.800 tecnici andranno a potenziare le amministrazioni meridionali. Inoltre, stiamo dotando l’Agenzia per la Coesione terri- toriale di più forze e più possibilità di intervento per aiu- tare chi ha difficoltà a presentare e realizzare i progetti e supplire chi si dimostra inadempiente. Tra le riforme in cantiere, si punterà a semplificare le Zone Economiche Speciali. In che modo? Nel Pnrr abbiamo previsto un investimento di 630 mi- lioni di euro per potenziare le infrastrutture di collega- mento delle aree Zes (Zone economiche speciali, ndr), oltre a ulteriori 1,2 miliardi di euro riservati ai porti del Mezzogiorno. Inoltre, con il decreto “Semplificazioni” abbiamo re- so ancora più facile, veloce e conveniente investire in queste aree. Con l’introduzione dell’autorizzazione unica, il commis- sario Zes diventerà l’interlocutore istituzionale diretto di chiunque vorrà investire in queste aree. Il commissario potrà contare su una struttura tecnica propria e presiederà la conferenza dei servizi, all’inter- no della quale gli attori istituzionali saranno chiamati a discutere ed eventualmente concedere autorizzazioni e pareri necessari, entro un termine perentorio. Il credito d’imposta per gli investimenti in beni strumen- tali nelle aree Zes raddoppia da 50 a 100 milioni di euro ed è esteso anche agli immobili strumentali presenti o da costruire nell’area. La dialettica politica riprenderà come è giusto che sia, ma la combinazione fra l’orizzonte offerto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e il metodo inaugurato dall’esecutivo aprono a uno scenario di sviluppo, nel quale il Mezzogiorno potrà essere il fiore all’occhiello FOCUS Foto chrupka © Shutterstock
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