Civiltà del Lavoro, n. 3/2021
47 Civiltà del Lavoro giugno • luglio 2021 FOCUS startup innovative. Apprezziamo che la Regione Puglia si sia dimostrata molto disponibile e aperta a sviluppa- re concretamente una triangolazione tra enti di ricerca, imprese e Assessorato alla Formazione, in modo da age- volare sensibilmente l’inserimento dei neolaureati nel- le aziende, con il duplice obiettivo di ridurre la fuga dei cervelli e di incentivare l’innovazione di prodotto e di processo nelle imprese attraverso le nuove tecnologie. Sappiamo che le attività di ricerca svolte sul territorio alimentano una progettualità ricca e di lungo corso. Per- ciò è necessario anche che i grandi gruppi industriali che si insediano al Sud trasferiscano in loco non soltanto la manifattura dei prodotti, ma anche la parte sottesa dei poteri decisionali e del know how di ricerca e sviluppo. Un altro nodo nevralgico sta nell’implementazione del- le infrastrutture digitali e nella loro interconnessione a livello locale ed europeo, condizione indispensabile per la competitività e per l’integrazione globale del nostro Paese, nonché fonte di occupazione, soprattutto giova- nile. Il pensiero va alla necessità di assicurare la copertu- ra 5G in tutto il Mezzogiorno per la trasmissione di dati ad alta velocità e per sfruttare il potenziale, per esem- pio, dell’intelligenza artificiale e dell’Internet of Things. La digitalizzazione può venire in aiuto anche nella re- visione di processi consolidati come quelli relativi ad agricoltura e ambiente, dove favorirebbe un approccio più sostenibile, in linea con il “Green Deal” europeo, e la creazione di nuove opportunità lavorative. Per esem- pio, l’uso di strumenti in grado di gestire grandi spazi e di ricavarne dati, come satelliti e droni, crea le condizio- ni per nuove professionalità e nuovi modelli di analisi e programmazione dei processi agricoli, volti a un impie- go efficiente delle risorse. Ma il nostro settore agricolo ha bisogno di investimenti e azioni per affrontare anche molte altre questioni, tra le quali la diffusione disastro- sa della Xylella negli oliveti, la cura delle risorse idriche, l’incremento della produzione per l’autoapprovvigiona- mento e per l’estensione dei mercati di destinazione. In tema di ambiente e di obiettivi del “Green Deal”, gli in- vestimenti per la transizione energetica potrebbero dar vita a un’industria green, tecnologicamente avanzata ed economicamente feconda, soprattutto nel Mezzogior- no, che è uno dei principali produttori di energia pulita. Qui le linee di azione riguardano le tecnologie connes- se alle fonti rinnovabili, all’efficientamento energetico e alla gestione dell’energia. L’aspetto della sostenibili- tà torna anche a proposito di un altro argomento caldo per il Sud: la mobilità e le infrastrutture. È vero che oc- corre sviluppare la mobilità elettrica, ma contempora- neamente è necessario investire nelle linee ferroviarie, sia ammodernando quelle esistenti che costruendone di nuove, inclusa l’alta velocità lungo le direttrici prin- cipali, per connettere adeguatamente tutte le aree del Paese. Questo significa non trascurare le infrastrutture locali, garantendo la mobilità di persone e merci anche nell’ultimo miglio. Se lo sguardo si sposta dalla terra al mare, poi, è naturale che si colga la posizione strategi- ca dei porti del Sud nel bacino del Mediterraneo e che si sviluppino i presupposti per il loro rilancio come pun- ti di snodo per i traffici commerciali. Fin qui si è parla- to di lavoro, crescita, sostenibilità. Ma c’è un’altra pa- rola chiave che non possiamo dimenticare, tanto meno quest’anno: la salute. Ebbene, anche la tutela e la pro- mozione della salute richiedono investimenti: in ricerca e tecnologie, nel potenziamento della rete di assistenza territoriale, nella riorganizzazione dei processi per con- templare nuovi modelli gestionali legati, per esempio, al- la deospedalizzazione e alla telemedicina. Il Pnrr offre l’opportunità di lavorare per un futuro lu- minoso per il nostro Paese. Un futuro in cui il Sud non sia solo un posto di vacanze, paesaggi spettacolari, ac- coglienza e buon cibo, ma una comunità che sa, che sa fare, che produce ricchezza e benessere e che contri- buisce a rendere l’Italia all’altezza delle sfide dei pros- simi decenni. ANGELO MICHELE VINCI è stato nominato Cavaliere del Lavoro nel 2011. Ha fondato e guida Masmec, azienda leader nella meccatronica. Opera con 190 dipendenti, di cui il 40% ingegneri meccanici ed elettronici e investe più del 15% del fatturato in ricerca. Le sue macchine per collaudi e i sistemi automatici sono installati in Europa, Stati Uniti e Cina. Ha diversificato l’attività nel biomedicale sviluppando sistemi di navigazione d’avanguardia e workstation biotech Formazione, ricerca e innovazione sono gli ambiti prioritari sui quali investire per creare lavoro e non disperdere il capitale umano. Con una precisazione: nel Mezzogiorno bisogna valorizzare i punti di forza dei territori
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