Civiltà del Lavoro, n. 3/2021
57 Civiltà del Lavoro giugno • luglio 2021 FOCUS Ha citato il Pnrr. Come lo giudica? Gli stanziamenti del Piano sono limitati, si poteva fare di più. Ma il settore automotive ha comunque ricevuto dei segnali di attenzione, anche se ce ne aspettavamo di mag- giori sulla mobilità elettrica. L’Italia è sedicesima in Europa per la presenza di punti di ricarica pubblici ogni 100 km lungo la rete stradale. Anche un miliardo stanziato per rinnovabili e batterie è troppo poco per un investimento importante come quello neces- sario a realizzare una gigafactory. Gli investimenti sull’idrogeno, sono invece più consoni alle caratteristiche della nostra filiera, che ha importanti com- petenze ed eccellenze nel comparto del gas naturale, facil- mente convertibili con in investimenti più contenuti. Cosa fare per stimolare la competitività del comparto? Attuare un piano strategico pluriennale per lo sviluppo del- la mobilità elettrica e implementare progetti specifici di ac- compagnamento della transizione industriale della filiera per lo sviluppo e la produzione delle propulsioni a idroge- no, oltre a quelli di promozione della smart mobility e del- la logistica verde. Riconosciamo quattro linee tematiche di intervento: inter- venti a supporto degli investimenti in R&I e prima industria- lizzazione, ma anche di riconversione produttiva, interventi sul capitale umano, reskilling e upskilling dei nostri lavora- tori, necessario per affrontare la transizione produttiva, in- terventi finanziari a sostegno delle imprese e lancio di pro- getti di smart e sharing mobility. Come favorire l’integrazione tra i player più piccoli? Servono strumenti che incentivino le imprese ad aggregar- si, soprattutto perché le nuove tecnologie richiedono inve- stimenti importanti che solo i player di una certa dimensio- ne e solidità finanziaria possono affrontare. È un’esigenza compresa anche dalle istituzioni e strumenti come CdP e SACE sono utili per portare avanti azioni stra- tegiche in questo senso. Queste operazioni devono essere incoraggiate, magari attraverso incentivi fiscali o altre for- mule su cui invitiamo il governo a riflettere. La filiera italiana è riuscita a emanciparsi dal car ma- ker nazionale? L’indotto auto italiano ha coltivato negli anni un processo di internazionalizzazione che l’ha portato a integrarsi nelle filiere a più alto valore aggiunto a livello europeo e inter- nazionale, sia mantenendo un’elevata vocazione all’export – circa la metà del fatturato della componentistica italiana deriva dalle esportazioni e il saldo della bilancia commer- ciale è positivo da oltre 20 anni – sia accrescendo gli inve- stimenti nei mercati ad elevata crescita. Secondo l’ultima rilevazione dell’Osservatorio della compo- nentistica automotive italiana realizzato da Anfia, Camera di commercio di Tortino e Università Ca’ Foscari Venezia, nel 2019 Fca (oggi Stellantis) pesava all’incirca per il 36% del giro d’affari del comparto, un valore in calo negli ulti- mi anni. Non dimentichiamo, comunque, che ora Stellan- tis rappresenta il quarto gruppo automobilistico mondiale e quindi un player globale che ha rafforzato la sua compe- titività su tutti i mercati. Ha preso di recente il via nella provincia di Avellino un progetto pioneristico di trasporto intelligente, “Bor- go 4.0”. Di cosa si tratta? È un bell’esempio di sinergia tra diversi attori del mondo della mobilità che coinvolge un partenariato pubblico-pri- vato. Lioni, piccola cittadina dell’avellinese, si appresta a di- ventare il primo Borgo 4.0 d’Italia, dove verranno testate le tecnologie della smart city legate allamobilità. Non solo auto connesse e a guida autonoma, ma un inte- ro ecosistema di diverse piattaforme tecnologiche, grazie a cui i veicoli saranno in grado di dialogare con il territorio, fornendo e ricevendo dati e informazioni. Molti osservatori indicano la possibilità di utilizzare anche i droni per il trasporto terrestre. A che punto siamo? Si tratta di una tecnologia che toccherà anche la seconda fase del Progetto Borgo 4.0. Prevediamo di portare a bordo ulteriori soggetti, essendo il progetto implementabile, e credo già nel giro di 3 anni, quando i tempi saranno maturi, sperimenteremo la mobi- lità di bassa quota, ovvero l’utilizzo dei droni per il traspor- to terrestre. PAOLO SCUDIERI è stato nominato Cavaliere del Lavoro nel 2007. È Ad di Adler Plastic SpA. Il Gruppo progetta, sviluppa e industrializza componenti e sistemi per l’industria del trasporto, detiene 35 brevetti e conta circa 15.000 dipendenti. È presente in 23 paesi con 64 stabilimenti
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