Civiltà del Lavoro, n. 3/2021

62 Civiltà del Lavoro giugno • luglio 2021 er quanto si cerchi di conservare il nostro sa- no e produttivo ottimi- smo, se si vuole fare una riflessione profonda sul- la situazione attuale, non si può che posare lo sguardo sulla lacerazione profonda che la pandemia ha provocato all’Italia ma an- che, e lo sappiamo bene, a tutto il mondo. Il nostro è un paese ferito, che sta faticosa- mente tentando di rimettersi in piedi con tutte le difficoltà del caso. I nostri lavoratori, i nostri fatturati, il dinamismo nei mercati internazionali, la creatività, la formazione, tutto sembra essersi fermato per un pe- riodo lungo, rarefatto, impressionante, ri- succhiandoci in una forma di impotenza di fronte all’evolvere della pandemia. Siamo insomma rimasti attoniti, sballottati tra le mille indi- cazioni del governo sulle restrizioni, a volte contraddittorie, e la speranza di uscirne quanto pri- ma pur senza alcuna certezza. C’è stato un momento in cui sembrava ci fosse una sola convin- zione: non finirà. Di conseguenza gli italiani sono stati quasi travolti da un pessimismo cosmico che non dava spazio alla luce. Certo, tutto questo non ha fatto bene all’economia, che vive di energia pura. Le conseguenze del contagio da Covid-19 sono state indiscutibilmente devastanti. In primis, per le persone che ne sono rimaste vittime, cittadini italiani inermi che non piangeremo mai abbastanza. Inoltre, in termini di produttività, hanno inferto il colpo più duro proprio al comparto del turismo. E le strutture turistico-ricettive e termali sono quelle che hanno pagato il prezzo più alto. A conferma di ciò ci aiutano i numeri: il 2020 si è chiuso con una perdita di 228 milioni di pre- senze, il che secondo l’Istat equivale ad un calo medio del 52,3% rispetto all’anno precedente, con punte che in alcune località hanno superato l’80%. Il dramma ha riguardato in particolar modo le città d’arte, che vivono principalmente di turismo straniero. Di esso è stata registrata una riduzione media del 70,3% delle presenze. È noto che il turismo internazionale contribuisce per il 50,5% al totale dei pernottamenti e che in un anno cosiddetto normale, la spesa dei turisti stranieri in Italia contribuisce al saldo della bilancia com- merciale con 44,3 miliardi di euro. Secondo la Banca d’Italia, nel corso del 2020 la spesa dei turisti stranieri in Italia è crollata del 60%. Per dirla tutta, comparando il dato con la performance del 2019, tale risultato corrispon- de ad una perdita di 27 miliardi di euro. Bernabò Bocca P La direzione è giusta, ma servono INTERVENTI MASSICCI FOCUS di Bernabò BOCCA

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