Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2021

51 Civiltà del Lavoro ottobre • novembre 2021 si rivolge a diverse fasce di età: coinvolge i giovani, con corsi formativi nelle scuole; gli adulti, attraverso servi- zi di welfare proposti dalle imprese; i senior, attraverso club e associazioni e percorsi di prevenzione. L’intento è quello di unire gli sforzi del pubblico e del privato per il benessere comune. IL COMPORTAMENTO DELLE PERSONE La vita atti- va passa anche attraverso una maggiore consapevolez- za: ciò significa non accettare passivamente cosa acca- de ma scoprire cosa accade, perché e come reagire. Per questo motivo, Active Living ha stretto una partnership con l’osservatorio Ethos Luiss Business School, ideato dal prof. Sebastiano Maffettone, per lavorare anche su- gli aspetti etici relativi all’adozione di una vita attiva e come incentivare le persone ad assumere un compor- tamento corretto. Riguardo quest’ultimo punto, l’idea è di assumere l’ap- proccio comportamentale e la metodologia in esso pre- vista, per progettare interventi di nudging e di boosting , strumenti principi per indurre comportamenti positivi e virtuosi, affinché le persone possano vivere e lavorare al meglio. Ricorrendo a delle “spinte gentili” o a delle stra- tegie di debiasing , si può rispondere adeguatamente al- la sfida della razionalità limitata: entrambi gli interventi possono infatti considerarsi strategie per modificare i comportamenti delle persone sfruttando le loro stesse caratteristiche cognitive – una volta individuati i mecca- nismi che all’interno della nostra mente ci inducono a compiere certe scelte rispetto ad altre. Siamo influen- zati a mettere in atto diversi comportamenti, mentre teri territori ridefiniscono il tessuto sociale, le imprese integrano le tradizionali forme di assistenza già garan- tite dallo Stato. LE IMPRESE Le aziende sono il soggetto che maggior- mente ha la possibilità di influire sui comportamenti; spesso lo fanno anche in modo inconsapevole. Quelle più attente hanno già iniziato a rivedere la proposta di wel- fare ponendo in primo piano il benessere dell’individuo. Il contesto è cambiato, così cambiano aspettative e obiet- tivi dei lavoratori. Certamente il welfare aziendale dovrà mutare, dovrà essere sempre meno uno strumento di supporto economico, per diventare una forma di reale supporto alle necessità delle persone. Non è vero wel- fare distribuire gift card e buoni acquisto – certamente comodi nell’immediato -, ma lo è ricevere il giusto sup- porto per raggiungere il benessere personale e familia- re – con effetti nel lungo periodo. Ed è questo l’approc- cio di cui necessitano le comunità. Con questa visione, nel 2020 ho fondato la startup inno- vativa Active Living, il cui primo passo è stato quello di sviluppare soluzioni di welfare e che ora si accinge a re- alizzare una community e un osservatorio di studio sui trend relativi ai temi della Salute ed al Benessere, alle nuove frontiere della Prevenzione ed Assistenza, Work- related stress, Welfare Innovation e Best Practice Inter- nazionali. Le aziende associate (tramite Direttori Welfare, RSSP, Chief Happiness Officer) potranno confrontarsi sulle best practice relativamente ai temi di prevenzione, benessere, vita attiva, responsabilità sociale d’impresa. È un tassello di un progetto più ampio e ambizioso che Luigi De Vita Il Covid ha sottolineato che la salute non è più un fatto individuale, di cui il singolo deve occuparsi in autonomia, ma è un tema che ha un’importanza collettiva. Interi territori ridefiniscono il tessuto sociale, le imprese integrano le tradizionali forme di assistenza già garantite dallo Stato INTERVENTO

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