Civiltà del Lavoro, n. 6/2021
101 Civiltà del Lavoro dicembre 2021 Crede che il Pnrr sia uno strumento sufficiente per formare scienziati di alto livello che rendano il nostro paese competitivo? Il PNRR è l’occasione più importante che l’Italia ha avu- to negli ultimi 50 anni e che avrà nei prossimi decenni. Per la prima volta abbiamo a disposizione finanziamen- ti capaci di attrarre gli scienziati migliori per lavorare su progetti ambiziosi e dare l’opportunità a giovani ita- liani di esprimersi nel nostro Paese, anziché emigrare all’estero. Un grande investimento nella scienza e nel- la tecnologia che non solo contribuirà alla realizzazione di nuove scoperte che potranno aiutare a difenderci da pandemie future, ma darà la possibilità di creare posti di lavoro qualificati e un’economia basata sull’avanzamen- to tecnologico. Il PNRR è quindi un’occasione unica che non dobbiamo farci sfuggire. Per sostenere le vaccinazioni nei Paesi poveri ha fon- dato il GSK Vaccines Institute for Global Health (GV- GH), un’organizzazione senza fini di lucro che sviluppa vaccini per i Paesi in via di sviluppo. Qual è il modello operativo dell’istituto e quali i principali risultati rag- giunti fino ad oggi? Sono molto orgoglioso del GSK Vaccines Institute for Glo- bal Health (GVGH). Si tratta di un istituto unico al mon- do, che opera senza fini di profitto ed è impegnato nello sviluppo di vaccini contro le malattie che continuano a uccidere bambini e adulti nei paesi in via di sviluppo, ma che non sono più presenti o letali nel mondo industria- lizzato. L’istituto, che ha sede nel campus di GSK Vacci- nes a Siena, può beneficiare dell’utilizzo delle tecnologie più avanzate per la messa a punto di vaccini, disponibili nei nostri laboratori GSK. In questo momento l’istituto sta lavorando a nuovi progetti e mi auguro che entro i prossimi 5-10 anni possa rendere disponibili vaccini sal- vavita per i paesi che ne hanno maggiormente bisogno. Cosa abbiamo imparato da questa pandemia e come possiamo evitare di farci cogliere impreparati in fu- turo?” Da questa pandemia abbiamo imparato tante cose. La prima è che non eravamo pronti a gestire un’emergenza sanitaria di questa portata, perché non avevamo investi- to abbastanza in scienza e tecnologia. La seconda è che la scienza è l’unico strumento efficace per combattere future pandemie. La terza cosa che abbiamo imparato è che le pandemie non solo causano morti, ospedalizza- zioni e collasso delle strutture sanitarie, ma hanno an- che un impatto enorme sull’economia e sulla sostenibi- lità della società. È stato calcolato che questa pandemia costerà all’economia globale circa 28 trilioni di dollari, vale a dire quasi 15 anni del PIL italiano o due di quello americano. Meglio quindi investire alcune decine di mi- liardi all’anno per essere pronti ad affrontare altre pan- demie, che purtroppo sono inevitabili, come quella da batteri resistenti agli antibiotici. Dobbiamo investire og- gi per essere pronti domani. Qual è la scoperta scientifica di cui è maggiormen- te orgoglioso? Durante la mia carriera scientifica ho avuto la fortuna di fare molte scoperte che hanno permesso lo sviluppo di vaccini salva vita che oggi contribuiscono a migliorare la salute di tante persone nel mondo. Dovendo scegliere, la scoperta che mi rende più orgoglioso è quella della “re- verse vaccinolgy”, una tecnologia che abbiamo scoper- to alla fine degli anni ’90. Questa scoperta ha aperto il mondo a un nuovo modo di fare vaccini partendo dall’in- formazione contenuta nel genoma dei virus e dei batte- ri, contrariamente a quanto avveniva nella microbiologia classica. Grazie a questa tecnologia innovativa siamo ri- usciti a creare il vaccino contro il meningococco B, che fino a quel momento era stato impossibile da realizza- re. Questa tecnica ha rivoluzionato il mondo della vac- cinologia ed è alla base dello sviluppo dei nuovi vaccini. Cosa ha significato per lei la nomina a Cavaliere del Lavoro e quali le emozioni più forti del giorno della cerimonia in Quirinale? La nomina a Cavaliere del Lavoro è stata una piacevole e inaspettata sorpresa che mi ha permesso di entrare a far parte di una Federazione che ancora conosco poco, ma che chiaramente sta facendo tanto per la società e per il nostro Paese. Essere entrato al Quirinale per ricevere il riconoscimento direttamente dal Presidente della Re- pubblica Sergio Mattarella è stata una grande emozione che porterò con me per sempre. Questa nomina è moti- vo di orgoglio e di soddisfazione personale e professio- nale, che sento di voler condividere con i tanti ricerca- tori con cui quotidianamente ho il privilegio di lavorare e sempre nuove sfide scientifiche, con l’obiettivo di miglio- rare costantemente la vita delle persone nel mondo.
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