Civiltà del Lavoro, n. 6/2021
103 Civiltà del Lavoro dicembre 2021 pegnati nell’aumentare gli investimenti su veicoli a bas- se emissioni e nell’incentivare il trasporto intermodale. Siamo inoltre chiamati in causa anche dal punto di vi- sta più strettamente legato al business, da questo punto vista passeremo, per esempio, dai trasporti di prodotti petroliferi a nuovi carburanti quali e-fuels, gas naturali liquefatti e altri prodotti simili. Quanto alla digitalizzazio- ne, il nostro settore è probabilmente uno dei più coin- volti. Attraverso le piattaforme digitali è possibile ren- dere non solo più semplice ed efficiente la logistica ma anche essere più trasparenti verso i clienti. Lei ha condotto il processo di espansione internazio- nale dell’azienda di famiglia. C’è una “conquista” di cui è particolarmente orgoglioso? Il nostro gruppo ha superato gli 80 anni di vita. Quindi è evoluto e si è adattato ai cambiamenti storici dettati dal mercato e, ora, ai nuovi dettami della transazione ecolo- gica. Ho preso in mano un’azienda forte ma con un’im- pronta domestica, sono orgoglioso di averla aperta ad un ventaglio internazionale senza aver perso il radica- mento al nostro territorio. Cosa consiglierebbe ad un giovane che vuole aprire un’impresa? Il primo consiglio che darei è di assicurarsi bene cosa si- gnifica questa scelta: fare l’imprenditore non è un mestie- re, è una vocazione. Ti prende la vita, ti dà la vita, rima- ne il tuo primo pensiero che ti accompagna nella fatica e nel successo. Gli consiglierei di fare esperienza pres- so chi è stato un buon imprenditore, per poi confron- tarsi con gli altri con l’umiltà di chi ha sempre qualcosa da imparare e il coraggio di decidere prima degli altri. Dopo suo padre, anche lei è diventato Cavaliere del Lavoro. Un’emozione, e una responsabilità, ancora più grandi? In Italia è molto dura fare impresa, spesso bisogna lot- tare controvento. Ma il mio fare è sempre stato essere fedele come mio padre al nostro Paese, producendo e investendo qui, nonostante le difficoltà. Vedere riconosciuto, seppure in modo formale, il lavo- ro svolto è una bella ricompensa che dà ulteriore con- ferma di aver fatto le cose giuste e poter pensare con serenità alle prossime generazioni.
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