Civiltà del Lavoro, n. 6/2021

20 Civiltà del Lavoro dicembre 2021 PRIMO PIANO con le politiche comunitarie e a livello mondiale con al- cune tensioni, anche di natura commerciale. La scarsa disponibilità di materie prime, il rincaro del- le fonti energetiche e la domanda di prodotti, a partire dai microchip, rendono difficile fare impresa, generan- do il rischio di effetti inflattivi, difficilmente controlla- bili e inimmaginabili fino a poco tempo fa. In questo periodo, aumentando i differenziali di cresci- ta, si sono acuiti i divari a livello internazionale: i paesi avanzati, per ragioni organizzative ed economiche, sono riusciti a realizzare campagne vaccinali ad ampio spet- tro riprendendo le attività, mentre i paesi in ritardo di sviluppo sono ancora in emergenza sanitaria così da ve- nire esclusi dalla ripartenza economica. Inoltre il virus si è inserito in uno scenario generale già consapevole dell’impatto di alcuni fenomeni globali, a cominciare dalla lotta ai cambiamenti climatici su cui ci è richiesto un ulteriore radicale cambio di passo. Queste in breve le coordinate del nostro mondo in cui si aprono nuove possibilità di innovazione e progresso tecnologico, anche grazie all’avvio di un nuovo ciclo di investimenti. Per contro siamo consapevoli che si van- no chiaramente prospettando rischi e costi di caratte- re economico e sociale, di cui il decisore politico deve tenere conto. Il sistema economico, così come quello istituzionale e amministrativo, sono sottoposti infatti a un grandissi- mo stress che richiede una concentrazione di capacità di governo complessivo e di coordinamento delle inizia- tive da adottare. Il Ministero dello sviluppo economico, avendo un rappor- to diretto con il mondo produttivo e il sistema delle im- prese, costituisce un osservatorio avanzato circa la com- plessità dello sfondo in cui siamo chiamati a muoverci. Di certo, un Paese come il nostro, leader in beni ad alto valore aggiunto, deve puntare sulla qualità dei prodot- ti derivante dalla trasformazione degli input attraver- so il lavoro altamente qualificato fatto di competen- ze, esperienza e originalità: speciali esclusività italiane. Dobbiamo allora impegnarci per ricollocare il valore del lavoro al centro delle nostre politiche, innanzitutto corrispondendo quanto dovuto ai lavoratori perché un sistema che sottopaga chi lavora è destinato a impo- verirsi. I lavoratori sono parte integrante dell’impresa e l’imprenditore onesto lo sa benissimo! Dobbiamo continuare a lavorare sulla formazione delle professionalità che i processi di transizione e riconver- sione in atto ci richiedono: da una parte sarà indispensa- bile rafforzare l’aggiornamento e la riconversione degli occupati che rischiano effetti spiazzamento e dall’altra, occorre offrire percorsi più ampi ai giovani che si pre- parano a entrare al mondo del lavoro. È un momento di grande impegno, ma sono sicuro che nessuno in questa magnifica sala ne è spaventato! Voi per definizione accettate le sfide e la vostra presen- za ci dice che le vincete pure! Vi ricordo che nel passato il cavaliere era colui che per definizione si distingueva per coraggio e generosità, esat- tamente come ognuno di voi insigniti del titolo ha com- piuto in questi anni, anche durante la pandemia. Oggi l’Italia vi riconosce non solo il merito di quello che avete fatto, ma di come lo avete fatto: mettendovi la fac- cia e il cuore, rischiando tutto, perché sicuri che, giorno per giorno, una soluzione sarebbe arrivata. Vi chiedo allora di continuare a lavorare con questo me- desimo spirito, affacciandovi al domani con quel pizzi- co di ardire che sicuramente vi ha animato così da com- piere la vera intrapresa, a beneficio vostro e dell’intera comunità. È un momento di grande impegno, ma sono sicuro che nessuno in questa magnifica sala ne è spaventato. Voi per definizione accettate le sfide e la vostra presenza ci dice che le vincete pure!

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