Civiltà del Lavoro, n. 6/2021
29 Civiltà del Lavoro dicembre 2021 PRIMO PIANO MARCO DI MAMBRO Alfiere del Lavoro 2020 Ingegneria Fisica – Politecnico di Milano Come ha vissuto la premiazione al Quirinale? L’evento in sé è qualcosa di enorme, non se ne compren- de la portata fino a che non ci si trova davanti al Presi- dente della Repubblica. Ma già due anni fa fu una bellis- sima notizia apprendere di essere stati selezionati. Poi a pochi giorni dalla cerimonia, l’annullamento a causa del- la pandemia: una doccia fredda. Il fatto che quest’anno non si siano dimenticati degli Alfieri 2020 è stato vera- mente bello. È iscritto a ingegneria fisica al Politecnico di Milano. Come nasce questa scelta? La mia ambizione è la ricerca accademica e forse una lau- rea in fisica sarebbe stata più appropriata. Tuttavia, ho preferito tenermi una sorta di paracadute con un per- corso anche ingegneristico, che mi darà una formazio- ne un po’ più pratica. Questa facoltà esiste solo a Milano e Torino, per la magistrale ci sono tante opzioni e sono attratto da “fisica dei sistemi complessi”. Il campo delle nanotecnologie è pure un possibile sbocco, ma comun- que molto dipenderà anche dall’aspetto economico. La ricerca accademica ci mette anni prima di ripagare gli sforzi. Farò le mie valutazioni. Ha frequentato il primo anno con la pandemia in corso. Ne ha risentito? Mi sono trasferito alla residenza universitaria Torrescalla proprio per poter continuare a fare vita di comunità ed è stata la mia sal- vezza. La didattica a distanza sot- to alcuni punti di vista ha giova- to e c’è molta più attenzione alla qualità dei materiali che vengono rilasciati dai docenti. Avere uno schermo davanti mette alla prova l’attenzio- ne individuale. Certo, si fa uno sforzo e ci si adatta, ma anche dal confronto con alcuni professori che si sono aperti con noi, si sente la mancanza del rapporto uma- no. In generale, mi spiace non aver vissuto il primo anno universitario come una esperienza a 360 gradi. Come ha vissuto il trasferimento da Cassino a Milano? Il cambiamento fa riflettere sulle differenze e fa cresce- re. Quando torno sento di avere adesso un metro di pa- ragone, apprezzo anche molte cose cui prima non ba- davo e ho gli occhi adatti per criticare eventualmente. Forse, come spesso capita, ho iniziato ad apprezzare la mia città quando me ne sono andato. ALICE BASTIANELLI Alfiere del Lavoro 2020 Classics - Università di Cambridge, Regno Unito Un ricordo della cerimonia al Quirinale. È stata un’esperienza indescrivibile, sin dalla telefonata che mi comunicava di essere stata selezionata. Ho pro- vato un grande onore e una grande responsabilità nel rappresentare i giovani che si impegnano nello studio. Poi quando ho incontrato il Presidente della Repubbli- ca ho effettivamente realizzato ciò che era successo ed è stata un’emozione grandissima. Ha scelto di studiare Classics, l’equivalente di Lettere classi- che, all’estero. Come mai? Ero interessata a frequentare un corso con un respiro internazio- nale e l’università di Cambridge è fra le prime al mondo in questo campo e investe parecchio nella ricerca. Mi piacerebbe acquisire una formazione che mi possa poi aprire più possibilità nel mondo del lavoro. A cosa pensa? Alla ricerca, all’ambito museale o ancora al settore del collezionismo. Sono solo idee e al momento non mi pre- cludo nulla. Negli ultimi anni, avrà notato, si cerca di incoraggia- re le ragazze a intraprendere studi scientifici. Cosa ne pensa? Credo che bisogna incoraggiare a seguire le proprie pas- sioni, soprattutto quando si parla di scelta universitaria. Io stessa fino all’ultimo sono stata indecisa fra lettere classiche e matematica. Pensi che quest’ultima al liceo era tra le mie materie preferite insieme con fisica. Più in generale credo che la formazione che danno i licei in Italia, sia classico che scientifico, sia qualcosa di unico e me ne sono resa conto parlando con i miei colleghi qui a Cambridge. Sono rimasti stupiti dal fatto che a scuola io abbia studiato materie sia scientifiche che umanistiche. Si è trasferita all’estero in piena pandemia. Come è andata? Il primo anno abbiamo avuto ore in presenza solo per piccoli gruppi, le lezioni frontali erano tutte online. Dal- lo scorso settembre siamo quasi tornati alla normalità. Mi reputo comunque fortunata perché hanno consentito agli studenti internazionali di tornare in college. Sente di aver perso qualcosa? Non ho potuto partecipare d’estate a uno scavo arche- ologico a Samo, ma è solo rimandato. E poi ho ancora il secondo e il terzo anno davanti a me.
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