Civiltà del Lavoro, n. 6/2021

35 Civiltà del Lavoro dicembre 2021 PRIMO PIANO LUANA D’ANNA Alfiere del Lavoro 2021 Scienze Biologiche – Università degli Studi di Catania Quali sono le sue impressioni sulla giornata al Quirinale? Prima di tutto sono ricordi che rimarranno per sempre impressi nella mia memoria. Non capita tutti i giorni di vivere un’esperienza del genere. È stata un’emozione indescrivibile ed è accaduto tut- to all’improvviso. Una volta sapu- to della nomina mi sono ritrova- ta nel giro di poche settimane in questa avventura. Mi sono sentita gratificata e ho visto finalmente ripagato l’impegno speso in que- sti anni nello studio. Perché ha scelto di studiare scienze biologiche? Chi mi conosce direbbe che è la facoltà adatta a me. Sono innamorata della botanica, la zoologia e alle supe- riori ho avuto un percorso di studi focalizzato sull’eno- gastronomia. In futuro mi piacerebbe diventare nutri- zionista o comunque lavorare nel campo della biologia della nutrizione. a Come procede questo primo anno universitario? La nostra università ha scelto di organizzare il primo se- mestre con didattica mista, ma io preferisco in ogni caso seguire le lezioni in presenza perché così si creano rap- porti interpersonali e si coglie meglio il senso della vita universitaria. La Dad ha sicuramente portato un’evolu- zione nel modo di insegnare e abbiamo scoperto nuovi strumenti che prima non conoscevamo. Tuttavia, ci sono situazioni nelle quali per i docenti resta comunque più difficile spiegare attraverso uno schermo. Chi è casa ha più difficoltà a seguire quando, ad esempio, un docente mostra un vetrino in aula. Nel suo curriculum ci sono anche esperienze extra sco- lastiche. Ha lavorato presso una pasticceria nell’am- bito dell’Alternanza Scuola-Lavoro e, fra gli altri, ha partecipato a un corso sull’alta pasticceria da risto- razione. Cosa le hanno lasciato? Mi hanno fatto capire quanto sono importanti l’impegno e la dedizione. Il piccolo premio in denaro che si ottiene lavorando tante volte viene sottovalutato dai giovani. Il lavoro, invece, ci fa capire quanto occorre impegnarsi per ottenere un risultato. Come si vede fra dieci anni? È una domanda alla quale sicuramente non posso dare una risposta certa. Il mio obiettivo principale è diventare una nutrizionista, ma spero anche di avere una bella fami- glia come quella che hanno costruito i miei genitori. MARIAN ALEXANDRU ISACOV Alfiere del Lavoro 2021 Medicina e Chirurgia – Università degli Studi di Pisa e allievo della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa Come ha vissuto la premiazione al Quirinale? Le settimane precedenti è stato un accrescersi di ansia, preoccupazione ed eccitazione che poi quel giorno si è trasformato in calma, complice forse la solennità del luogo e del protocollo. Mi ha colpito l’incontro, seppu- re brevissimo, con il Presidente Mattarella: credeva in quello che stava facendo e lo ha trasmesso. Ed è stata una sensazione condivisa con molti altri Alfieri. Ha scelto medicina e chirurgia. Ha già le idee chiare sul suo futuro? Medicina è stato un approdo e ho scelto Pisa perché in qualche modo vorrei evitare la settorializzazione. La Scuola Superiore Sant’Anna, dove sono allievo ordinario, è una realtà che, oltre a proporre una didattica integra- tiva ad hoc in ambito scientifico, offre anche corsi extra-settoriali. Posso approfondire temi di filo- sofia, giurisprudenza, economia o qualsiasi altra materia e questa è una grande risorse per me. Ma cosa vorrebbe fare? Voglio innanzi tutto cogliere le op- portunità che questi sei anni mi daranno per fare una scelta infor- mata. È possibile che un’esperienza in sala operatoria mi faccia appassionare alla chirurgia, ma adesso non mi sbi- lancio perché non ho le conoscenze per valutare e sarei condizionato dai bias di chi non è del mestiere. Allo stes- so tempo, oggi mi piacerebbe affiancare il mio percorso con nozioni di economia. Il management sanitario po- trebbe essere un obiettivo collaterale da portare avanti. Hobby e interessi personali? Prima dell’università ero appassionato di lettura, ora con tutti gli stimoli che ricevo faccio fatica a coltivarla come prima. Mi piace l’equitazione, ma non ho più il maneggio vicino. Diciamo che per adesso mi trovo in una “terra di mezzo” che si definirà nei prossimi mesi. Tra le sue esperienze c’è anche il volontariato… Sì, sono consigliere dell’Avis di Porto Mantovano, ho scoperto una “famiglia” e principi e obiettivi con cui mi trovo in linea. Nel mio piccolo posso fare qualcosa e re- stituire parte di ciò che ho ricevuto. Qui al Sant’Anna, poi, gli allievi organizzano uno “sportello di aiuto” per bambini e ragazzi che provengono dai contesti difficili e li aiutano a fare i compiti. Penso che da gennaio cer- cherò di farne parte.

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