Civiltà del Lavoro, n. 6/2021
51 Civiltà del Lavoro dicembre 2021 FOCUS Foto jittawit © 123RF.com opportunità offerte dall’elettrificazione. Il lavoro pionie- ristico svolto da tutti i colleghi di Enel e la trasformazio- ne digitale avanzata del Gruppo ci consentiranno di sod- disfare le esigenze in evoluzione dei clienti nel corso di questo decennio”. Un altro fronte riguarda la decisione della Ue di abolire le auto a motore termico nel 2035, che secondo le Con- findustrie di Italia, Francia e Germania mette a rischio l’industria automobilistica europea, con migliaia di im- prese e milioni di occupati. Le tre Confindustrie hanno rivolto un appello alla Com- missione affinché non ci siano “fughe in avanti” con re- gole più severe rispetto agli altri continenti, per non mettere fuori mercato il sistema produttivo europeo. A queste preoccupazioni non è insensibile il ministro del- la Transizione ecologica Roberto Cingolani che sembra adottare un metodo “gradualista”. “Se mettiamo insie- me questa serie di criticità – ha detto Cingolani – è evi- dente come sia impensabile imporre un’elettrificazione di massa per decreto. Va costruito progressivamente un Paese nuovo, raggiungendo un compromesso sostenibi- le tra la necessità di avere un ambiente protetto e quel- la di conservare lo Stato sociale. Non possiamo morire d’inquinamento, ma neppure di disoccupazione: occor- re procedere step by step, per far crescere insieme do- manda e offerta. Una soluzione ragionevole per le auto è, frattanto, contribuire allo svecchiamento del parco circolante: occorre togliere dalla strada 12 milioni di vei- coli altamente inquinanti, sostituire in tempi rapidi mi- lioni di auto Euro 0, 1, 2 o 3 con veicoli Euro 6 o ibridi di nuova generazione a costi accessibili per dare un impul- so alla decarbonizzazione”. E poi occorre aiutare i paesi poveri a diventare rapida- mente sostenibili: si stima che nei prossimi 25 anni la po- polazione mondiale aumenterà di 2 miliardi di persone concentrati nei paesi poveri e oggi l’Africa consuma so- lo il 4% dell’energia col 17% della popolazione mondiale. Se gli africani aumentassero e arrivassero a consuma- re come noi europei con fonti fossili, la lotta al cambia- mento climatico diventerebbe impossibile. Sul sostegno ai paesi meno sviluppati la Cop26 ha fatto qualche passo avanti, anche se non siamo ancora arrivati a raccogliere i 100 miliardi l’anno promessi già alla Cop di Parigi cin- que anni fa. Noi italiani abbiamo aumentato lo stanzia- mento a 1,4 miliardi, ma siamo ancora lontani dai 3,5-4 miliardi che dovremmo versare. L’Italia con Cingolani è stata invece protagonista nella creazione della Global Alliance for People and Planet, una fondazione che ha già raccolto 10 miliardi (che au- menteranno fino a cento) per investire in innovazione sostenibile nei paesi meno sviluppati. L’innovazione è in realtà il fattore che potrebbe conciliare sostenibilità e crescita economica: pannelli solari e pale eoliche più ef- ficienti, nuovi materiali, reti elettriche più efficaci e in- telligenti, batterie per auto più performanti e super bat- terie per accumulare elettricità fotovoltaica ed eolica da utilizzare quando non c’è sole o vento, nucleare “pulito” da fusione e sistemi digitali per ottimizzare i consumi ed evitare gli sprechi. A ricerca e innovazione dovrebbe es- sere destinata una fetta significativa dei 70 miliardi che il nostro Pnrr destina alla sostenibilità. Se riuscissimo, per esempio, a migliorare il trasporto di elettricità, potrem- mo utilizzare il deserto del Sahara per produrre elettri- cità da “spedire” e consumare in Europa, come propo- ne da 25 anni la Fondazione Desertec. Per ora, nel Sahara si produce elettricità solare per uti- lizzi locali, come avviene nella centrale Noor a Ouarza- zate in Marocco, il più grande impianto fotovoltaico del mondo. Che potrebbe essere un’anticipazione del no- stro futuro.
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