Civiltà del Lavoro, n. 6/2021

67 Civiltà del Lavoro dicembre 2021 aziende e porti soprattutto in Asia, hanno portato a una crescita dei prezzi altamente speculativa. In uno scenario così teso abbiamo assistito a momen- ti di effettiva mancanza di materiale, dovuti a reali cri- ticità produttive o a tentativi di rafforzare l’andamento speculativo dei prezzi. Ad inizio anno l’azienda ha potuto contare su un pacchet- to importante di accordi semestrali che ci hanno per- messo di limitare fortemente l’impatto della situazione. Nei mesi successivi ci siamo concentrati sulla necessità di garantire la continuità della produzione, cercando di ampliare il parco fornitori per ciascuna delle categorie merceologiche che presentavano criticità. Questo ha permesso di suddividere il rischio di fornitu- ra e di diversificare le fonti, dandoci la possibilità di sce- gliere di volta in volta le opportunità migliori. Il mercato ha imposto accordi più limitati a livello tem- porale, che però ci consentono di seguire in maniera più efficiente le variazioni delle quotazioni. La sfida adesso si sta già spostando sul 2022, già carat- terizzato da un’alta volatilità dei prezzi e una visione a medio-breve termine. Nel settore siderurgico, c’è un altro fattore estremamen- te rilevante: il costo energetico. Negli ultimi vent’anni, l’azienda ha infatti investito moltissimo in progetti di ef- ficientamento energetico, che hanno portato a ridurre i consumi e, conseguentemente, ad aumentare la com- petitività sul mercato internazionale grazie alla riduzio- ne del costo del prodotto. Progetti virtuosi che impat- tano positivamente anche sull’ambiente, limitando le emissioni di anidride carbonica sia dirette che indirette. Oltre che sui consumi, abbiamo lavorato anche sul piano dei costi. Per tutte queste attività l’azienda si è struttu- rata con un team di persone altamente qualificato che ha sviluppato politiche di acquisto di energia elettrica e gas estremamente oculate, monitorando tutti i giorni l’andamento dei mercati per cogliere nuove opportuni- tà e, quando possibile, fissando quota parte dei consu- mi degli anni successivi. Cosa significa essere una donna manager nel nostro Paese? È ancora un fattore di “diversità” nelle posi- zioni apicali? Purtroppo la donna manager in Italia è ancora vista con diffidenza. È un dato di fatto: la maggior parte delle posizioni mana- geriali sono ancora occupate da uomini, abituati a trat- tare con altri uomini. Per alcuni di loro, trovarsi di fronte a una donna che ge- stisce un business è destabilizzante. Probabilmente si ri- tiene ancora che donne e uomini non abbiano le stesse capacità personali o la stessa determinazione. L’errore che spesso facciamo noi donne è cercare di di- mostrare che questo non è vero. Dobbiamo smettere di farlo. Concentriamoci sui nostri obiettivi, sulle no- stre idee. Così facendo, stima e rispetto non tarderan- no ad arrivare. Qual è il suo primo ricordo in azienda? Il primo ricordo importante in azienda è legato a mio pa- dre Giancarlo e risale al 1976. Mio padre mi mandò da sola e completamente allo sbaraglio negli Stati Uniti ad acquistate una nave di rottame. Ero consapevole che in quel periodo storico nel mon- do del lavoro, ma soprattutto nel mondo della siderur- gia, alla donna non veniva dato credito. Le persone con le quali dovevo trattare non potevano credere di dover concludere affari con me. Ed io ne ero conscia. Per non soccombere a questa situazione ho dovuto ti- rare fuori tutto il mio carattere. Del resto era questa la prova alla quale mio padre aveva deciso di sottopormi. Una sorta di prova del fuoco. Ci sono voluti anni per ac- quisire credibilità come direttore degli acquisti e con- quistare la fiducia dei fornitori, ma alla fine si sono cre- ati dei rapporti di stima reciproca che si sono mantenuti intatti in tutto questo tempo. Cosa ha provato quando ha saputo della nomina a Ca- valiere del Lavoro e qual è l’emozione più forte della cerimonia in Quirinale? L’azienda e la mia famiglia mi avevano tenuta completa- mente all’oscuro della candidatura. Quando ne sono ve- nuta a conoscenza ero incredula: ho avuto bisogno di un po’ di tempo per convincermi che fosse vero e, quando è accaduto, dentro di me si è fatto spazio un sentimento di grande orgoglio e fierezza, sia di me stessa che dell’a- zienda che rappresento. Durante la cerimonia di premia- zione il momento più emozionante è stato quando ho sentito pronunciare il mio nome e mi sono alzata per di- rigermi verso il Presidente della Repubblica per ricevere l’onorificenza. Ho trattenuto a stento la commozione an- che quando il Presidente Mattarella ha ringraziato tutti i neo Cavalieri per il loro operato e per il grande contri- buto dato in ogni settore dell’industria italiana. Un mo- mento che non dimenticherò mai.

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