Civiltà del Lavoro, n. 6/2021
93 Civiltà del Lavoro dicembre 2021 proveniente esclusivamente dai campi aziendali, che se- guono i dettami dell’agricoltura biologica. Ho optato per la mungitura automatica principalmente per due motivi: il primo è appunto quello di garantire la salute e la tran- quillità dell’animale che, in tal modo, si sente libero di andare in mungitura quando vuole senza lo stress di es- sere costretto ad orari stabiliti dall’azienda e, di conse- guenza, consentendo la produzione di latte qualitativa- mente migliore. Il secondo motivo è quello di alleggerire e migliorare il lavoro del personale addetto alla stalla. La mungitura a mano risultava, infatti, molto faticosa. Ciò cozzava con la filosofia aziendale, attenta non solo al benessere degli animali ma anche a quello del persona- le, che ha diritto di lavorare con piacere e senza stress. Negli ultimi anni si è osservato il risveglio di un inte- resse verso il mondo agricolo. Cosa consiglierebbe a un giovane che desidera intraprendere il suo mestiere? Lo incoraggerei sicuramente a fare il mio lavoro. La pri- ma cosa che gli chiederei è se ha realmente la passione per questa attività perché ritengo ciò sia fondamentale. Intraprendere un lavoro del genere significa avere dedi- zione ed impegno costante, non bisogna mai guardare l’orologio e si deve essere sempre disponibili in qualsiasi momento della giornata. Gli consiglierei di puntare non solo al profitto, ma soprattutto alla qualità del prodot- to e alla soddisfazione del cliente e di badare sempre al benessere dei dipendenti, ascoltandoli e chiedendo loro anche consigli: il parere altrui serve ad aprire la mente e a prendere decisioni ponderate e chi lavora all’inter- no dell’azienda conosce appieno le problematiche, per cui può avere ottime intuizioni per trovare soluzioni. La sua azienda insiste in un territorio a forte vocazio- ne turistica. Cosa ancora manca o cosa ancora si può fare per renderlo più competitivo? La mia azienda ha sicuramente la grande fortuna di tro- varsi in un territorio ricco di attrattive turistiche. Il Par- co archeologico di Paestum gode di una posizione geo- grafica favorevole. Intorno ad esso, infatti, si dislocano nel giro di non molti chilometri una serie di bellezze pa- esaggistiche di inestimabile valore, quali le grotte di Per- tosa e quelle di Castelcivita, l’area archeologica di Velia, le coste selvagge e affascinanti del Cilento da un lato e la maestosa e bellissima costiera amalfitana dall’altro. Il territorio, inoltre, si presenta ricco di distese pianeggian- ti dedite a coltivazioni agricole di vario genere lungo le quali sorgono una serie di agriturismi ed altre strutture ricettive totalmente immerse nel verde. Nell’ultimo an- no si sta cercando di fare molto per rendere il turismo locale più competitivo, soprattutto a fronte del periodo storico affrontato a causa del Covid, periodo che ha in- vestito anche e soprattutto il comparto turistico. Si sta agendo soprattutto in termini di riqualificazione urba- na e territoriale. Dal mio punto di vista, però, occorre- rebbe investire molto anche nei trasporti. Cosa ha significato per lei la nomina a Cavaliere del Lavoro e quali le emozioni più forti del giorno della cerimonia in Quirinale? Per me la nomina a Cavaliere del lavoro ha significato soddisfazione per il riconoscimento di un lavoro vol- to alla concretizzazione di un’idea moderna nel settore agrario zootecnico caseario che, tutt’oggi, in molti po- sti è legato a vecchi modelli. Mi sono sentito come cit- tadino onorato ed emozionato per la sacralità del luogo che rappresenta l’Italia e per la dignità del Presidente Mattarella che rappresenta gli Italiani.
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