Civiltà del Lavoro, n. 2/2022
43 FOCUS Civiltà del Lavoro marzo • aprile • maggio 2022 Foto photovs © 123RF.com una “legislazione secondaria farraginosa”. Gianni non usa mezzi termini: “Scriviamo le leggi senza punti e vir- gole, senza virgole, senza andare a capo. Quando fu ap- provato il Codice civile, ne fu sospesa l’attuazione per sei mesi perché fu dato in lettura a dei linguisti affinché armonizzassero le definizioni”. “Capire come funziona un testo legislativo è veramente complicato”, prosegue il fondatore del celebre studio legale internazionale per poi rincarare la dose, dicendo che “dovremmo doman- darci se abbiamo creato un corpo normativo congenia- le a un paese moderno”. La farraginosità dei testi si traduce in difficoltà nell’in- terpretazione. Lo dimostrano, per esempio, le diverse decisioni assunte dai tribunali amministrativi regionali in materia di appalti e per questo motivo Gianni invita a “rivedere il corpo normativo” pur nella consapevolezza che si tratta di un’impresa ciclopica, colossale”. In merito alle presunte responsabilità degli avvocati nel favorire certe lungaggini, l’avvocato Gianni ricorda che a favorire questo comportamento deleterio è il criterio della remunerazione per numero di udienze. Non acca- de così per esempio in Germania, “dove il processo è pagato a corpo, indipendentemente dal numeri atti e udienze che vengono rese” e quindi anche il professio- nista è interessato alla conclusione del processo mede- simo in tempi brevi. Gianni sostiene inoltre che il costo dell’accesso alla giustizia in Italia sia basso – “il secondo o il terzo più basso all’interno dell’Ue” –. Bisognerebbe in qualche modo scoraggiare l’avvio di cause frivole. Si sofferma anche su un’altra questione: la struttura degli uffici giudiziari italiani, che vede impegnato un numero di giudici inferiore a quello di altri paesi, se rapportato alla quantità di popolazione. Ne consegue un maggiore carico di lavoro e un ritardo nei tempi di erogazione del- la giustizia. Qualche soluzione potrebbe essere importa- ta anche dagli Stati Uniti, dove il processo può iniziare soltanto quando è terminata l’elaborazione delle pro- ve, il cosiddetto “pre-trial”. Spiega Gianni: “Il processo si fa solo quando le prove sono già esaurite, cioè quan- do sostanzialmente gli avvocati hanno già interrogato i testimoni, hanno già esaminato la documentazione (…). Il processo si celebra in un’unica udienza, che può du- rare diversi giorni ma porta alla fine a una sentenza”. Realizzare qualcuno di questi interventi potrebbe dun- que portare a una semplificazione del sistema; si trat- ta di misure “a costo zero”, sottolinea Gianni. Altre, che pure sarebbero necessarie, quand’anche prevedessero un costo da sostenere dovrebbero essere considerate piuttosto come investimenti. Nel secondo giro di tavo- lo, l’avvocato Gianni ha lanciato la proposta di affidare ai manager l’organizzazione dei tribunali, “in modo che vi siano delle persone che sono state istruite a organiz- zare uffici complessi” così da ottenere un certo grado di uniformità di procedure nei diversi uffici. Rispetto inve- ce alle norme che regolano il diritto fallimentare, Gian- ni ha segnalato il cambio di passo avvenuto negli ultimi anni. “Ricordo che quando ho cominciato a lavorare, e lavoravo frequentemente con clienti stranieri, mi chie- devano quali fossero le norme a protezione del debito- re nel nostro ordinamento – racconta –. Nessuna! Per-
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