Civiltà del Lavoro, n. 2/2022
59 FOCUS Civiltà del Lavoro marzo • aprile • maggio 2022 Foto leungchopan © 123RF.com – ha concluso Bernabè – siamo per la prima volta in una posizione positiva. La Fondazione per lo Sviluppo Soste- nibile ha assegnato dei punteggi sull’economia circola- re: a noi assegna 79 punti, superiamo la Francia (68), la Germania e la Spagna (65) e la Polonia (54). Per l’Euro- pa la percentuale di riciclo nel 2018 è stata del 35%. In Italia ha raggiunto il 68%, quindi siamo quasi al doppio dell’Europa. Tutto ciò è merito dell’industria perché i rifiuti speciali indicano che in Ue per ogni mille euro di Pil vengono prodotti 700 kg di rifiuti speciali. L’Italia è a 380, la Germania a 400, la Spagna a 490”. “Solo nei rifiuti urbani abbiamo un problema veramente serio – ha aggiunto – perché mandiamo in discarica una quantità rilevantissima di rifiuti urbani, e poi si lamen- tano del termovalorizzatore a Roma: noi siamo al 20%, la Germania è allo 0,7%, il Belgio è all’1%, i Paesi Bassi all’1,4%, il Lussemburgo è a 3,8%. Infine, il tema dei com- bustili alternativi non è così banale. È vero, come ha detto il presidente Sella, che il Mims dice che non ci sono dei grandi miglioramenti ambientali con i biocombustibili, cosa opinabile. Però l’eliminazione dei carburanti fossili nell’autotrazione comporta un’immensa complessità di trasformazione di tutta la catena di approvvigionamen- to. È un tema fondamentale perché abbiamo una colos- sale filiera industriale legata ai motori endotermici e una fortissima competenza nei carburanti sintetici alterna- tivi, sia dal punto di vista dell’ingegneria che dal punto di vista della produzione; solo l’Eni ha trasformato due raffinerie per produrre biocarburanti. E su questo do- vremo prendere una posizione chiara”. DI AMATO: “Rifiuti e chimica, due filiere che devono dialogare” Dopo l’ampia introduzione del presidente Bernabè ha preso la parola Fabrizio Di Amato, pre- sidente di Maire Tecnimont, gruppo industriale attivo nei settori dell’ingegneria e delle costruzioni con una specializzazione nell’impiantistica per gli idrocarburi, il quale ha convogliato l’attenzione dei partecipanti sul grande tema dei rifiuti e di come po- terli riutilizzare per produrre energia. Di Amato ha fatto l’esempio del cosiddetto CSS, ovvero il combustibile so- lido secondario, che è quello più difficile da recuperare. “In Italia – ha spiegato – abbiamo sei milioni di tonnella- te di questo tipo di rifiuti, che vanno a discarica oppure li portiamo all’estero, pagando delle cifre, dove hanno costruito degli inceneritori prima di noi. Se venissero trasformati – ha proseguito – saremmo in grado di so- stituire il fabbisogno di produzione termoelettrica del 10% oppure più del 3% del fabbisogno nazionale. Questo tipo di rifiuti può essere considerato alla stessa stregua di un giacimento di petrolio”. L’industria sotto questo profilo può dare un contribu- to molto importante, ha spiegato ancora il Cavaliere del Lavoro, in quanto l’Italia vanta una tradizione molto profonda nella chimica – da Giulio Natta in poi – e ciò ha favorito la nascita di una filiera che oggi lavora mol- to all’estero. Gli impianti di nuova generazione deputa- ti al recupero dei rifiuti avrebbero il vantaggio di unire “due filiere che in passato non hanno mai lavorato in- sieme, cioè tutto il mondo della raccolta rifiuti e dell’in- differenziato e l’industria della chimica”, ha sottolinea- to Di Amato. L’imprenditore si è poi soffermato sul tema dell’econo- mia circolare, citando il concetto di “distretto circola- re” sul quale il gruppo Maire Tecnimont sta lavorando. L’idea è quella di valorizzare “le ex raffinerie che sono a fine ciclo oppure devono essere trasformate, quelle che sono lungo le coste e offrono la possibilità anche di fare stoccaggio”. “Si potrebbe quindi prendere questo tipo di rifiuti – ha spiegato –, trasformarli attraverso un processo di gassificazione, estrarre il carbonio e l’idro- geno”, ottenendo così una riduzione delle emissioni vi- cina al 90%. In questo modo non solo viene assicurata la riconversio- ne di aree territorialmente significative, ma viene anche salvaguardata l’occupazione. Di Amato ha ricordato i pro- getti avviati al momento in dodici regioni italiane, citan- do in particolare le due bioraffinerie realizzate per Eni e
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NDY5NjA=