Civiltà del Lavoro, n. 2/2022

68 Civiltà del Lavoro marzo • aprile • maggio 2022 FONDAZIONI SELEZIONE DA PIÙ DI 6000 IMMAGINI E VIDEO Per la realizzazione della mostra The Mast Collection, in particolare, è stato condotto un accurato lavoro di sele- zione dall’immensa collezione della Fondazione, che con- ta più di 6000 immagini e video di grandi maestri dell'o- biettivo e di artisti anonimi, oltre a una vasta selezione di album fotografici. Una raccolta che include opere che partono dal XIX secolo fino al presente. Già nei primi anni 2000, infatti, la Fondazione Mast ha creato appositamente uno spazio dedicato alla fotogra- fia dell’industria e del lavoro con l’acquisizione d’imma- gini da case d’asta, collezioni private, gallerie d’arte, fo- tografi, artisti. SERÀGNOLI: IL LAVORO ABITA LE NOSTRE VITE “Il lavoro abita le nostre vite, in ogni luogo del pianeta – spiega il Cavaliere del Lavoro Isabella Seràgnoli, pre- sidente della Fondazione MAST - e la fotografia sociale, documentaria e storiografica lo omaggia con una raccol- ta di immagini potenti, convincenti, insolite e rare di un universo poco considerato. Accanto ad opere di Edward Weston, Charles Sheeler, Margaret Bourke-White, Ger- maine Krull, Thomas Struth, Robert Doisneau, Dorothea Lange, Man Ray, solo per citare alcuni grandi nomi del- la fotografia. La Collezione MAST valorizza la produzio- ne di tutto il mondo della fotografia, dagli interpreti più conosciuti ai cosiddetti anonymous. Diventa in questo modo visibile e visitabile un grande archivio di memorie visive delle realtà industriali riferite al passato, al pre- sente e, nei limiti del medium fotografico, al futuro”. “Questa importante campagna di documentazione in crescita esponenziale – continua il Cavaliere del Lavoro Isabella Seràgnoli - ci ha portato a prendere consape- volezza, anche attraverso la bellezza delle testimonian- ze, di una realtà, il lavoro, che certamente corrisponde ad almeno un terzo, se non di più, dell'esistenza di ogni essere umano e ne condiziona in modo significativo l'a- rea occupata nel proprio spazio vitale”. 53 CAPITOLI PER 53 ISOLE TEMATICHE Le opere esposte sono state individuate attraverso un preciso approccio metodologico affascinante e artico- lato. La mostra, proprio per la sua complessità, è strut- turata in 53 capitoli dedicata ad altrettanti concetti illu- strati nelle opere rappresentate. La forma espositiva è quella di un alfabeto che si snoda sulle pareti dei tre spazi espositivi (PhotoGallery, Foyer e Livello 0) e che permet- te di mettere in rilievo un sistema concettuale che dalla A di Abandoned e Architecture arriva fino alla W di Wa- ste, Water, Wealth. “L’alfabeto nasce per mettere insie- me incroci tra lo sguardo lontano e quello vicino, testi e momenti dello scatto, portando l’attenzione all’interno delle opere – racconta il curatore Urs Stahel - Lo stesso accade con le immagini e i fotografi coinvolti. Questi 53 capitoli rappresentano altrettante isole tematiche nelle quali convivono vecchi e giovani, ricchi e poveri, sani e Pozzo petrolifero, Burhan, Kuwait © Sebastiao Salgado/Amazonas Image/Contrasto Madre migrante,1936 - © Dorothea Lange

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