Civiltà del Lavoro, n. 3/2022
30 Il Collegio compie 50 anni “Mi sono laureata in lettere classiche: la formazione multidisciplinare che ho avuto al Collegio “Lamaro Pozzani” è stata per me preziosa, per potermi poi occupare anche di economia e di diritto”. Giornalista, Valentina Melis da più di 20 anni lavora nel gruppo Il Sole 24 Ore, dove si occupa di lavoro, welfare, politiche sociali e Terzo settore. “Oltre al percorso universitario, gli incontri che al Collegio erano un po’ il nostro pane quotidiano, le lezioni di accademici, intel- lettuali, personalità delle istituzioni e del mondo delle imprese, gli incontri con i Cavalieri del Lavoro, sono stati fondamentali per la mia successiva vita professionale”. Non solo carta stampata. Prima di approdare al Sole 24 Ore, Valentina Melis ha lavorato per cinque anni a Radio 24, l’emittente all news del gruppo, dove si è occupata dei giornali radio, degli speciali di attualità in diretta e del programma “Senza fine di lucro”, dedicato all’attività e alle regole delle organizzazioni non profit, inclusa la cooperazione internazionale. LA GIORNALISTA Dai miei compagni ho imparato un’attitudine Valentina Melis Anno di ingresso al Collegio: 1993 Provincia di provenienza: Sassari Laurea: Lettere Attuale occupazione: Giornalista Il Sole 24 Ore Nel suo caso discutere di temi così diversi da quelli scelti per la propria specializzazione, è stato determinante per la vita professionale. Senz’altro, ma non è solo una questione di pluralità di spunti o di interdisciplinarità. L’esperien- za al Collegio Universitario “Lamaro Pozzani” mi ha offerto qualcosa di più, che ho apprezzato con il tempo: la possibilità non solo di incontrare tante personalità ma di incontrarle in un con- testo favorevole alla discussione e all’approfondimento. Con le personalità ospitate in Collegio il confronto avveniva in un’atmosfera di cordialità e di grande vivacità. Ricordo ancora l’incon- tro con i Cavalieri del Lavoro Laura Biagiotti e Vittorio Missoni, quello con Giorgio Napolitano, allora Presidente della Camera, invitato a inaugurare l’anno accademico. Il fatto che occasioni del genere fossero così numerose, che fossimo stimolati a fare domande, ad approfondire, a confrontarci sui temi affrontati, anche tra di noi, ci faceva prendere confidenza con i temi, ci incoraggiava in una parola a essere curiosi. Un’attitudine che le è poi tornata utile. Sì, questa cosa mi è rimasta anche al lavoro. Un’esperienza che ricordo con estremo interesse è stata la collaborazione a una ricerca sull’economia civile svolta durante gli anni del Collegio con il Professor Stefano Zamagni, il più autorevole studioso in Italia del tema, già presidente dell’Agenzia per il Terzo Settore e presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali. Ebbene, abbiamo raccolto il lavoro svolto nel corso di un intero ciclo di lezioni in un volume, “Non profit come economia civile”, curato da Zamagni ed edito dal Mulino nel 1998. Anche questa esperienza mi ha aiutata molto a rapportarmi con semplicità e curiosità a chiunque. Così come mi hanno aiutato le esperienze con i miei compagni del Collegio, e il confronto con persone di provenienze e formazioni diverse. Che cosa ricorda di quegli anni? Il livello di cultura e la vivacità intellettuale delle persone che mi stavano intorno è stata una scuola importantissima. Ricordo le discussioni alla sera sulle questioni di attualità, anche poli- tica, e sugli spunti che nascevano dai nostri studi. Ricordo con estremo piacere i viaggi studio, che sono stati una grande occasione di crescita. Un continuo stimolo a fare meglio. Sì, ma senza l’ansia di competere. C’era il gusto di fare le cose bene. Ecco, questa è una delle ca- ratteristiche peculiari del Collegio: in residenza qualsiasi cosa si faccia deve essere fatta bene, con impegno e serietà, perché tutti fanno così. IL COLLEGIO E GLI ALUMNI
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