Civiltà del Lavoro, n. 3/2022
31 Il Collegio compie 50 anni Fabio Pacucci Anno di ingresso al Collegio: 2007 Provincia di provenienza: Taranto Laurea: Fisica/Astronomia e Astrofisica Attuale occupazione: Astrofisico Center for Astrophysics | Harvard & Smithsonian C’entra CR7 ma non si tratta di Ronaldo. Materia oscura, origine delle galassie, pianeti extrasolari, nella sua fulmi- nante carriera Fabio Pacucci, classe 1988, astrofisico in forza al Center for Astrophysics | Harvard & Smithsonian, si è occupato di tantissime cose. “Mi interessava tutto, ma da quella chiacchierata con il mio advisor davanti a un caffè mi fece scattare la scintilla che mi ha portato sino a qui: lo studio dei buchi neri”. Un caffè può essere lo spunto per tante cose, si sa, soprattutto se stai facendo il dottorato in Fisica alla Scuola Normale Superiore di Pisa. E così è stato per Fabio. Il suo relatore gli parlò del comportamento apparentemente inspiegabile di buchi neri super-massicci osservati quando l’Universo era ancora giovanissimo, fin troppo giovane per poterli contene- re. E poi l’intrigante storia di una galassia, Cosmos Redshift 7, ovvero CR7. Gli scienziati non riuscivano a spiegarsi il perché questa galassia cambiasse d’abito, per dir così, a ogni osservazione, come una sorta di galassia “cama- leonte”. “Cominciammo a ipotizzare che al centro della galassia potesse esserci un buco nero molto speciale e distante. Allora cominciai a lavorare su miei modelli per predire come queste sorgenti emettono la luce che osserviamo. I miei modelli ebbero successo, funzionarono in un certo senso, e ora eccomi qui”. L’ASTROFISICO Il “Lamaro Pozzani” mi ha aperto una finestra sul mondo Che significa che ha funzionato? Che ho pubblicato un articolo in cui, insieme ad altri ricercatori, dimostrammo che le ca- ratteristiche osservative di CR7 possono essere spiegate dalla presenza nella galassia di un particolare tipo di buco nero, detto a collasso diretto. Tuttavia, lo studio descrive anche come spiegazioni alternative siano possibili. Fu un bel lavoro, soprattutto dal punto di vista epistemo- logico, per spiegare che una stessa osservazione può essere descritta da modelli teorici anche molto diversi fra loro. Quando è nato il suo interesse per le stelle? Da piccolo. I miei mi regalarono un piccolo telescopio, cominciai a osservare la luna e da lì cose più complesse. Uno dei momenti più “wow” fu trovare Saturno, con tutti i suoi straordinari anelli. Avevo sei anni, approfittai di una occultazione lunare. Prego? In astronomia l’occultazione è il fenomeno che consiste nel passaggio di un corpo celeste davanti a un altro, per cui quest’ultimo rimane nascosto alla vista per un periodo di tempo limi- tato. In quel caso c’era una occultazione di Saturno da parte della luna, così mi misi a seguire la luna fino a che Saturno si mostrò. Se ci penso ancora oggi mi emoziono. Mi piaceva disegnare pianeti e al Liceo, dopo aver studiato trigonometria, inventai un metodo semplice per calcolare la distanza della Luna, o di un pianeta vicino sulla base della parallasse. Che ci fosse una vocazione è stato quindi abbastanza chiaro da sempre. Sì, per questo la scelta di Fisica e Astrofisica alla Sapienza. Andare a studiare a Roma era per me, che in pratica non ci ero mai stato e avevo fatto fin lì pochissime esperienze, già una bella sfida. Lo era anche per la mia famiglia e così quando ho saputo dell’opportunità del Collegio “Lamaro Pozzani” non ci ho pensato due volte. Ricorda un momento in particolare della sua esperienza in Collegio? Preparavo uno degli esami più difficili, elettromagnetismo. Ricordo che il giorno prima della prova orale ero stanchissimo, era estate, andai nel giardino del collegio, mi stesi sull’erba e rimasi a guardare il cielo finché non si fece completamente notte. Ascoltare quel silenzio, sen- tirmi parte di Roma, è uno dei ricordi che mi rimangono più impressi. Oggi è in contatto con i colleghi? Certo, i migliori amici della mia vita sono miei compagni di Collegio. Con molti abbiamo un gruppo whatsapp su cui interagiamo ogni giorno. Il “Lamaro Pozzani” è una comunità che ti resta dentro. IL COLLEGIO E GLI ALUMNI
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