Civiltà del Lavoro, n. 3/2022

IL DIBATTITO FRA I CAVALIERI DEL LAVORO Ricco di spunti è stato infine il dibattito tra i Cavalieri del Lavoro in collegamento. Marco Bonometti, presidente e amministratore delegato OMR Holding SpA, ha pun- tato l’indice sugli eccessi ideologici del Green Deal. “È importante a questo punto, fare attenzione alle regole e ai regolamenti perché possiamo avere tutte le idee di questo mondo, possiamo volere le smart cities ma se le regole che ci vengono imposte sono contro ogni logica, diventa difficile. “Va ripensata una nuova politica indu- striale europea, partendo proprio dalla transizione ener- getica e andando a ridefinire i contenuti del Green Deal, frutto di spinte estremiste più che di valutazioni scienti- fiche”. Bonometti chiama in causa la piano “Fit For 55”, pacchetto europeo che punta a ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030. “Per noi del settore automotive è una spada di Damocle, l’a- bolizione delle vetture diesel e benzina è irragionevole. Ci sono tecnologie che consentono di abbattere le emis- sioni anche dei motori endotermici. Noi vogliamo, e sia- mo in grado, di salvaguardare il pianeta non solo a paro- le, ma dobbiamo essere messi nelle condizioni di poter individuare liberamente le tecnologie più vantaggiose”. Graziella Gavezotti, presidente Edenred Italia Fin Srl, ha richiamato l’attenzione sul rapporto tra tecnologia e li- bertà nel quadro di una più ampia visione delle transi- zioni gemelle. “Senza nulla togliere al concetto valido ed efficiente di smart cities in generale, vorrei lanciare una provocazione. La differenza fra una smart city e una cit- tà prigione tipo Shanghai, è il livello di democrazia in es- sere. E la democrazia è alimentata dalla cultura e quindi dall’etica. Con la crescita esponenziale della tecnologia, quanto saremo disposti a cedere in termini di gradi di libertà individuale per accedere a una maggiore sicurez- za e a più elevati consumi?”. “Non dimentichiamo che le prime tre grandi priorità con le quali noi ci dobbiamo confrontare sono: la fame e la sete nel mondo; secondo, la pace; terzo, il pianeta” ha chiarito Antonio D’Amato, già presidente dei Cavalieri del Lavoro e numero uno del Gruppo Seda. Vorrei esse- re assolutamente chiaro, il Green Deal, per come è stato disegnato, rappresenta un rischio enorme per il pianeta e per il futuro stesso dell’Europa e della pace nel mondo. Le ragioni sono molto semplici, è stato tutto quanto fat- to sulla base di assunzioni demagogiche, non ci sono dati scientifici e analisi tecniche valide su moltissime delle de- cisioni e delle direttri- ci di marcia che nel Green Deal sono sta- te disegnate per tut- ti i settori produttivi, dal settore dell’au- tomotive, al settore dell’agricoltura, dal settore del tessile al settore dell’agroali- mentare, dal settore del packaging a quel- lo dell’economia cir- colare. Ci sono tutta una serie di ambizioni sul fatto di diventare l’area più vergine e più pulita del mondo, ma rappresentiamo so- lamente l’8% del CO2 mondiale”. Chiude Francesco Averna con osservazioni e preoccupa- zioni di carattere geopolitico. “Sono molto preoccupato che i miei figli, ancora di più i miei nipoti, vivano in un paese così fragile che possa essere ricattato, oggi da un dittatore russo e fra qualche decennio da un dittatore africano o quant’altro. La guerra ha evidenziato questa grande fragilità e il fatto che la quasi totale dipendenza energetica dell’Italia, non è solo un problema economi- co ma è diventato o meglio lo è sempre stato ma ades- so lo abbiamo capito tutti, un problema di sicurezza na- zionale, un problema istituzionale del paese che diventa estremamente fragile e lo sarà ancora di più nei prossi- mi anni e nei prossimi decenni. Continuo a pensare che l’Italia debba impostare un nuovo piano energetico che tenga conto di questa fragilità”. CONVEGNO NAZIONALE DEI CAVALIERI DEL LAVORO Roma - 24 settembre 2022 43 FOCUS Civiltà del Lavoro giugno • luglio • agosto 2022 Foto wklzzz © 123RF.com

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