Civiltà del Lavoro, n. 3/2022

97 Civiltà del Lavoro giugno • luglio • agosto 2022 FONDAZIONI Michele Alessi Anghini Quali sono state le considerazioni all’origine del nome “Buon Lavoro”? Il lavoro fa bene a tutti. Il concetto sembra scontato e acquisito, ma in realtà non è così. Abbiamo scelto «Buon Lavoro» come nome della Fon- dazione per sottolineare sin dall’inizio che per noi il lavo- ro, quello del singolo nell’impresa e quello dell’impresa nella società, è il cardine attorno al quale ruota l’econo- mia che vorremmo. Poi, anche per ricordare quel progetto realizzato in Ales- si nel 2013, che per me ha un valore simbolico, perché dimostra che anche una situazione di difficoltà può es- sere trasformata in un momento di gratificazione collet- tiva, con ritorni positivi per tutti. Per il Comune che ha potuto realizzare i servizi senza pagarli, per i collabora- tori che si sono sentiti valorizzati e al centro dell’atten- zione, e per l’azienda che ha ricevuto in termini di moti- vazione, coesione e reputazione molto di più di quanto abbia speso continuando a pagare gli stipendi. Infine, “Buon Lavoro” è un modo positivo di guardare al futuro, un augurio col quale mi piace concludere tut- ti i miei messaggi. In 44 anni di azienda, di cui più di 30 come amministra- tore delegato di Alessi Spa, ha aiutato suo fratello Al- berto a diventare un esponente di punta delle “Fabbri- che del Design Italiano”. Oggi, attraverso Fondazione Buon Lavoro, si ripropone di aiutare i progetti di altri imprenditori. Ci vuole parlare della continuità che ve- de tra queste due diversi momenti del suo impegno? Da bambino ascoltavo, come fossero romanzi di avven- tura, i racconti della nascita delle imprese del nonno ma- terno, Alfonso Bialetti, inventore della moka, e del non- no paterno, Giovanni Alessi, tornato dall’Argentina per fondare l’impresa di cui porto il nome. Entrato in azien- da, ancor prima della laurea, sono stato attratto dalla descrizione de “La vocazione naturale dell’imprendito- re” di Luigi Einaudi, appesa dietro alla scrivania di mio padre, che mi faceva sentire orgoglioso del ruolo che mi riproponevo di imparare. Influenzato da questa cultura, durante i miei 44 anni di lavoro nell’azienda di famiglia ho progressivamente mes- so a fuoco la sostanziale coincidenza di interessi che con- natura il rapporto tra impresa e società, riassunta nella citazione iniziale. È stata per me una gran buona noti- zia perché, oltre a chiarirmi l’orientamento di fondo col quale gestire l’impresa, mi ha evidenziato il valore socia- le del mio impegno professionale. La Fondazione è oggi lo strumento per condividere que- sta buona notizia con tutti gli interessati, in primis con i colleghi imprenditori. La qualità di una specifica idea imprenditoriale è frutto del genio personale, di mio fra- tello e di tanti altri che incontro, ma nel momento in cui si decide di realizzarla attraverso l’attività d’impresa, l’o- rientamento di fondo, il modo con cui è concepita la rela- “Ogni azienda esercita il proprio ruolo sociale innanzitutto attraverso le attività caratteristiche del proprio business: creare e organizzare il lavoro, realizzare prodotti o servizi, creare e distribuire ricchezza”

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