Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2022

27 Civiltà del Lavoro settembre • ottobre 2022 PRIMO PIANO ADELAIDE LIBRIZZI Chimica e Tecnologia Farmaceutiche e Pianoforte UniversitàdiMessinaeConservatoriodimusicaArcangeloCorelli Che effetto le ha fatto la nomina ad Alfiere del Lavoro? È stata una bellissima notizia, ci speravo. Sapevo che la mia media non era altissima ma competitiva e così quando a settembre ho ricevuto la chiamata ero veramente felice. Mi ha dato uno stimolo in più per iniziare al meglio anche la carriera universitaria. Come nasce la scelta del percorso di studi? Le mie materie preferite sono state sempre la matemat ica e la chimica. Al quinto anno abbiamo cominciato a studiare biotecnologie e lì ho capito che la ricerca farmaceutica può aiutare tante persone che sono affette da malattie. Poter dare un domani un contributo alla ricerca è un sogno che spero di poter realizzare. Una volta terminato il corso a ciclo unico, mi piacerebbe accedere alla scuola di specializzazione in farmacia ospedaliera per lavorare nell’ambito del controllo di qualità e sintesi dei farmaci antitumorali. Penso di proseguire gli studi a Messina, ma vorrei fare almeno un semestre di specializzazione all’estero. Nel suo curriculum spicca lo studio del pianoforte. Quando ha iniziato? All’età di sei anni ho cominciato a studiare privatamente, poi a nove sono stata ammessa al Conservatorio e quest’anno dovrei conseguire la laurea di primo livello. Quando ho iniziato era soprattutto un passatempo, adesso attraverso il pianoforte riesco ad esprimere emozioni che in altri modi non riuscirei a tirare fuori. Mi piacciono Liszt e Rachmaninov, versante virtuosistico piuttosto che espressivo. Una passione che potrebbe diventare un lavoro? Lo spero. Se dovessi trovare lavoro con la musica, la chimica la terrei come passione. In ogni caso vorrei completare il percorso di studio in entrambi gli ambiti. Un sogno? Poter tenere un concerto con un’orchestra importante. E una preoccupazione? Dover scegliere tra la chimica e la musica, escludendo una delle due. Infine, che rapporto ha con la Sicilia? Sono innamorata della mia terra. La casa dei miei genitori è affacciata sul mare e più di una settimana lontano credo che non ce la farei, sentirei la nostalgia. Ma se dovessi andare per motivi di studio o di lavoro lo farei. CHIARA MONTAGUTI Ingegneria Meccatronica e Matematica Università di Bologna Che effetto le fa sapere di essere stata nominata Al- fiere del Lavoro? Sono molto contenta e un po’ stupita perché vengo da un paese piccolo, Brisighella, e non ho avuto la possibilità di frequentare scuole importanti o internazionali. Con questo premio invece ho capito di avere avuto veramente le stesse possibilità di altri ragazzi. Si è diplomata con lode all’Istituto tecnico tecnologi- co e si è iscritta a ingegneria. Come nasce l’interesse per queste materie? Mi sono appassionata al mondo della meccanica grazie al mio professore di disegno tecnico delle medie. Ci faceva disegnare componenti meccanici e mi affascinava il loro funzionamento. I cinque anni delle superiori hanno rappresentato una conferma di ciò che mi piaceva fare, ma al contempo ho scoperto anche altre materie come sistemi, che riguarda l’automazione. Oggi frequento meccatronica e mi piacerebbe sviluppare dispositivi che aiutino le persone con disabilità. Mio fratello è affetto da sindrome di Asperger e facendo anche parte di un’associazione locale sono entrata in contatto con tanti ragazzi che fanno fatica a comunicare. Sono ancora poche le ragazze che intraprendono studi scien- tifici. Cosa ne pensa? Mi dispiace e vorrei essere un esempio per tutte coloro che non hanno la forza di buttarsi in un mondo prettamente maschile. Penso che siano studi alla portata di tutti, basta essere appassionati. Perché le piace la matematica? Dà una visione diversa del mondo e me ne sono accorta frequentando dei laboratori intensivi prima di scegliere l’università. Secondome, poi, la matematica la devi sentire: un esercizio non è fatto solo fatto di regole ma anche di intuizioni ed è bello trovare quella che ti consente di risolverlo in maniera più facile, è sempre qualcosa di nuovo che scopri. Un sogno? Riuscire un giorno ad aiutare le persone attraverso quelle che saranno le mie invenzioni. Una preoccupazione? Non avere le possibilità per entrare nel mondo della ricerca. Molti sono costretti ad andare all’estero. A me dispiacerebbe, vorrei coltivare mie idee qui in Italia.

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