Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2022
77 FONDAZIONI Civiltà del Lavoro settembre • ottobre 2022 Alberto Masotti è stato nominato Cavaliere del Lavoro nel 1995. Ha guidato fino al 2008 “La Perla”, azienda creata dalla madre come corsetteria e da lui trasformata in un gruppo industriale leader dell’intimo di alta gamma e della moda di lusso. È fondatore e presidente di Fondazione Fashion Research Italy, nata per promuovere e sostenere la cultura d’impresa delle aziende manifatturiere del settore moda Alberto Masotti cambio di paradigma si colgono nell’ambito della spe- rimentazione delle materie prime per una confezione a basso impatto. In un momento storico nel quale l’uti- lizzo dei derivati del petrolio assume una certa criticità, una delle risposte di questi produttori non poteva che essere la produzione di tessuti alternativi. Ne sono un esempio i poliestere riciclati di E. Boselli & C e del gruppo Clerici, entrambi ottenuti dal recupero di plastica esau- sta estratta dagli oceani. Due realtà comasche, che si af- fiancano alla conterranea Canclini produttrice di tessuti per progetti di riciclo e upcycling, certificati grazie alla tracciabilità di ogni processo della linea produttiva. Tra i temi più sentiti, quelli del fine vita e della trasparenza sono certamente trainanti in questo percorso di avvici- namento ad una moda sostenibile, di cui un importante esponente è anche Candiani - azienda milanese specia- lizzata nel denim di fascia premium - a cui si deve lo svi- luppo del primo tessuto elasticizzato a base biologica e compostabile. Ma anche Olmetex il cui prodotto è per il 20% realizzato con filati riciclati, organici e biodegra- dabili e che, nel giro di una decina d’anni, conta di qua- druplicare questa percentuale, inviando a recupero al- meno il 60% dei suoi rifiuti. Un investimento costante in ricerca e sviluppo che si di- rama lungo tutta la supply chain fino alla prototipazione dei capi a cui Dyloan, manifattura abruzzese punto di ri- ferimento dei brand del lusso per le nobilitazioni, ha de- dicato un intero laboratorio urbano a Milano: in un pe- riodo di massima delocalizzazione delle lavorazioni, ha deciso di valorizzare il saper fare italiano e di puntare sulla formazione, coadiuvata dalla tecnologia, per ten- dere verso un modello il più possibile circolare. L’attenzione verso le maestrie locali è un tema che mi sta particolarmente a cuore e guida la mia Fondazione, Fashion Research Italy, nell’intento di stimolare e soste- nere la crescita di un “umanesimo artigianale” attraver- so iniziative culturali, accademiche e consulenziali. Tra queste Punto Sostenibilità, di cui le realtà sopra citate fanno parte insieme a molte altre dei principali distret- ti tessili nazionali - 114 al momento - fornitrici di circa 1500 campioni, catalogati e digitalizzati per facilitare i designer nella scelta di tessuti, passamanerie, nobilita- zioni, accessori e packaging con caratteristiche di soste- nibilità. Ma anche il nuovo progetto culturale che con i miei collaboratori sto cercando di mettere a punto: una grande mostra per dare lustro all’antica tradizione del- la stampa “a ruggine” o romagnola, che occupa un po- sto di tutto rispetto tra i tesori tipici dell’arte artigianale della nostra regione. Per ora non posso aggiungere altro se non augurarmi di potervi presto avere ospiti in F.FRI. Per concludere, concordo quindi con il Presidente che la decrescita felice sia solo un’illusione ideologica utile a facili quanto sterili populismi e che ci sia bisogno di azione, da parte delle imprese, così come dei cittadini e della collettività. Ringrazio dunque Civiltà del Lavoro per avermi permesso di raccontare questi esempi virtuosi di fare impresa, perché possano ispirare nuove prospetti- ve per ognuno di noi. Solo con la condivisione del sape- re e l’impegno comune il made in Italy potrà restare un punto di riferimento internazionale.
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