Civiltà del Lavoro, n. 6/2022

115 Civiltà del Lavoro novembre • dicembre 2022 Nel 2016 ha dato vita al museo “Officina della Scrittura” dedicato ai mestieri legati alla scrittura e alle penne, non solo a marchio Aurora. Ci racconta questa iniziativa? È un progetto a cui tengo particolarmente e su cui avevo iniziato a riflettere molti anni prima della sua apertura. È il primo museo al mondo dedicato al Segno e alla scrittura e si sviluppa su oltre 2.500 metri quadrati. È un luogo unico che ripercorre l’evoluzione della scrittura sino ad arrivare agli esemplari di penne più iconiche e ai macchinari utilizzati nel settore: uno splendido mix di tecnologia e tradizione che parla al pubblico di ogni età e che si pone obiettivi culturali, formativi e divulgativi. Il museo “Officina della Scrittura” è quotidianamente visitato anche dalle scuole: quindi un ponte molto importante con le nuove generazioni, il cui interesse per la scrittura è ormai evidente in ogni sua forma. Siamo orgogliosi possa essere un luogo di aggregazione, scoperta verso nuove passioni per creare e attrarre nuovi talenti. Qual è il suo modello di penna preferito e perché? Sicuramente la stilografica. Ne cito due: Aurora 88 e Aurora 100° Anniversario. La prima è una penna che ha fatto la storia del nostro marchio. È stata progettata dal noto architetto Marcello Nizzoli ed è una delle penne più affermate realizzate nel dopoguerra. La seconda è la celebrazione e il simbolo dei nostri cento anni di storia, che segnano un traguardo importante con uno sguardo verso il futuro. Quali emozioni ha provato quando è stato nominato Cavaliere del Lavoro? Sicuramente una grande emozione, mi sono sentito molto onorato. Questa notizia è stata per me il riconoscimento di una vita dedicata al lavoro nell’impresa di famiglia e la considero una soddisfazione immensa. È sicuramente motivo di orgoglio per il mio bisnonno, Cesare Verona Sr, che ha avviato questo percorso imprenditoriale, e per tutta la famiglia, che include anche tutti i collaboratori che in oltre cento anni di storia hanno contribuito a questo risultato eccezionale. Dedico questo titolo, ed il messaggio che esso porta con sé, alle nuove generazioni, perché comprendano che i valori della tradizione possono essere sostenuti e proposti con una visione in grado di proiettarli nel futuro.

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