Il governo Meloni si è impegnato a varare entro giugno le riforme del mercato del lavoro e della tassazione. La ministra del Lavoro e delle Politiche sociali Marina Calderone e il vice ministro all’Economia con delega alla politica tributaria Maurizio Leo hanno anticipato le loro intenzioni in numerosi interventi 34 Civiltà del Lavoro novembre • dicembre 2022 PRIMO PIANO protezione sociale per le persone in condizioni di fragilità, con minori a carico, anziani o disabili, o donne in stato di gravidanza. La sfida oggi è quella di fare in modo che i tanti italiani, spesso giovani, che si sono allontanati dalla società e dal lavoro siano messi nella condizione di poter dare un contributo alla società anche attraverso la partecipazione al lavoro. Vogliamo per questo avviare una riforma complessiva delle politiche attive e d’inclusione sociale”. Per combattere il lavoro povero il governo non intende puntare sul salario minimo legale, ma sulla contrattazione: “Il nostro obiettivo – ha detto la ministra – è quello di promuovere la buona contrattazione e i buoni contratti. Il nostro impegno sarà sostenere le imprese e i lavoratori e contrastare tutti i fenomeni distorsivi della concorrenza, che avvengono anche per la proliferazione di forme contrattuali che non danno garanzie né ai lavoratori né alle imprese. Si può risparmiare dove gli oneri sociali sono elevati, ma non sulla sicurezza e sulla dignità del lavoro e sul rispetto delle norme”. E c’è poi l’annosa questione del divario Nord- Sud, che secondo il recente rapporto dello Svimez si sta riaprendo in questi anni di pandemia e crisi energetica. “La percentuale maggiore di giovani e donne disoccupate e di giovani in dispersione scolastica – ha detto Calderone – si trova nelle regioni più in ritardo nell’adozione del sistema duale. In seconda battuta, lo sviluppo del sistema delle imprese e dell’economia meridionale rischia di essere compromesso da infrastrutture inadeguate di formazione e del mercato del lavoro inadeguate”. Per affrontare l’emergenza occupazionale nel Mezzogiorno il governo si muoverà in due direzioni: agevolare le assunzioni di giovani (e di percettori del Rdc), come ha cominciato a fare la manovra, e contrastare il lavoro sommerso con un più attento monitoraggio di appalti e subappalti. E infine occorre andare avanti sulla riduzione del costo del lavoro con il taglio del cuneo fiscale di cinque punti promesso dal centrodestra in campagna elettorale. La legge di Bilancio 2023, per carenza di risorse, si è limitata a confermare il taglio di 2 punti già varato da Draghi e ha aggiunto un terzo punto, ma solo per i redditi fino a 20mila euro. Questo è stato il punto di maggiore contrasto con Confindustria e sindacati, che avevano chie Foto peopleimages12 © 123RF.com
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