nuovi sistemi di governance, che già includevano anche gli aspetti socioambientali. Da anni vantiamo una posizione di leadership nell’ambito della sicurezza e salute nei luoghi di lavoro: l’incidenza degli infortuni nel settore è inferiore del 41% rispetto alla media manifatturiera. Per tornare alla crisi energetica, voglio sottolineare quanto abbiamo fatto negli anni per ridurre e razionalizzare i consumi: rispetto al 1990, l’industria chimica ha migliorato la propria efficienza energetica del 60% a parità di produzione, un risultato particolarmente rilevante alla luce dell’attuale crisi energetica e ben superiore all’obiettivo fissato dalla Ue, che, ricordo, è 32,5% entro il 2030. Ciò è il risultato di importanti investimenti, che hanno permesso l’efficientamento di processi e macchinari unitamente a impianti di cogenerazione per la produzione dell’energia. Sotto il profilo ambientale le nostre performance sono ottime: dal 1990 le emissioni dirette di gas serra si sono ridotte del 62% e le emissioni in atmosfera sono diminuite in media di oltre il 95%, grazie a miglioramenti di processo e prodotto e all’adozione di nuove tecnologie. Abbiamo anche ridotto, a parità di produzione, il consumo di acqua (-44%) rispetto al 2005. Anche la gestione dei rifiuti è sempre più attenta con la riduzione del 3,4% nell’ultimo anno. Questi sono i frutti di un ingente impegno economico delle nostre imprese, che investono per sicurezza, salute e ambiente mediamente oltre il 2% del fatturato annuo, pari circa a un quarto degli investimenti totali. La chimica è una infrastruttura tecnologica innovativa, in grado di rendere più sostenibili i processi produttivi e i prodotti stessi, con un effetto virtuoso anche per i comparti utilizzatori. Dimostriamo nei fatti e con dati solidissimi il nostro contributo allo sviluppo sostenibile, operando con serietà e concretezza, andando oltre gli slogan semplicistici e i falsi miti. L’industria chimica ha migliorato la propria efficienza energetica del 60% a parità di produzione, un risultato particolarmente rilevante alla luce dell’attuale crisi energetica e ben superiore all’obiettivo fissato dalla Ue, che, ricordo, è 32,5% entro il 2030 53 FOCUS Civiltà del Lavoro novembre • dicembre 2022 Foto seventyfour74 © 123RF.com
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