Civiltà del Lavoro, n. 6/2022

76 Civiltà del Lavoro novembre • dicembre 2022 Il valore della prossimità DELL’ERBA: BCC, CRESCITA DA PERSONA A PERSONA È AUGUSTO DELL’ERBA Credito - Puglia Presidente della Federazione Italiana Banche di Credito Cooperativo – Federcasse. Dal Suo osservatorio privilegiato, ci racconta com’è lo stato di salute del sistema delle banche cooperative? Le nostre banche godono di buona salute. Il Credito Cooperativo è un sistema ben patrimonializzato, fortemente radicato sui territori, con quote di mercato rilevanti (tra il 20 ed il 25%) nel credito a settori produttivi fondamentali del made in Italy come l’agricoltura, l’artigianato, il turismo. Certamente, in questa complessa fase, godere di buona salute significa avere attenzione a tanti aspetti, prevenire e schermarsi da virus insidiosi. Nel nostro caso, forse, il virus più insidioso è essere guardati, pesati e trattati con un unico modello di riferimento, secondo un unico paradigma: quello delle banche in forma di società per azioni e di grandi dimensioni. Per proseguire nella metafora, questo significa che i Regolatori trattano tutti i “pazienti” secondo un unico protocollo, prescrivendo a tutti le stesse medicine e con lo stesso dosaggio. Ma è evidentemente un errore dare la stessa dose di antibiotico a un bambino o a un uomo di cento chili. Quello dell’adeguatezza e della proporzionalità della normativa è per noi un tema fondamentale, che abbiamo rappresentato fortemente in Europa e in Italia. Vorrei anche sottolineare che in questi anni le Bcc hanno continuato a servire l’economia reale, a stare nei luoghi (lo dimostra anche il numero di Comuni, circa 700, nei quali le nostre sono le uniche banche presenti), a mostrarsi resilienti come aziende, ma soprattutto capaci di sostenere la resilienza delle imprese loro socie e clienti (la cosiddetta “resilienza passiva”). Si tratta di una preziosa funzione “anticiclica”. Come è cambiato negli anni il rapporto con gli utenti? Preferisco parlare di soci (1.380.000 mila circa) e di clienti. Le nostre sono per vocazione, scelta e costituzione banche “di comunità”. Nascono nei territori, ne sono espressione, ci vivono, ci abitano. Reinvestono in essi (il 95% del credito viene per legge erogato negli stessi territori), sono dunque espressione di “economia circolare”. Il nostro modello bancario ha sempre funzionato così. Da persona a persona, territorio per territorio ovvero paese per paese. La crescita è sempre stata messa al servizio dei territori. Avere più sportelli nel nostro mondo non ha mai significato spostare altrove i centri decisionali. Fatta questa premessa, anche i soci e clienti delle Bcc sono diventati sempre più esigenti e servirli è sfidante. Per

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