Civiltà del Lavoro, n. 6/2022

97 Civiltà del Lavoro novembre • dicembre 2022 Il fast fashion è molto diffuso tra i giovani. In che modo è possibile “educare” le nuove generazioni al gusto per il bello e per il capo ben fatto? Qui mi sento di spezzare una lancia a favore dei giovani. Oggi si parla di “Gen Z” una generazione che non ha conosciuto il mondo prima di Internet, che vive costantemente “connessa” ma che grazie alle reti di relazioni, è informatissima su tutto quello che accade nel nostro settore ed è molto attenta alle nuove tendenze, anzi alcune volte sono essa stessa fonte di ispirazione. Chiaramente i gusti della “Gen Z” sono differenti rispetto alle generazioni precedenti, ma a differenza di queste sono molto meno influenzabili ed hanno maturato una particolare attenzione a tutto ciò che esprime qualità. Hanno un’altissima sensibilità verso la bellezza in tutte le sue forme ed esternazioni e credo che saranno i “drivers” del nostro futuro. Il made in Italy nella moda e nella bellezza fa ancora la differenza? Si, assolutamente si! La cultura della bellezza in ogni sua espressione è il fattore fondamentale che ci distingue e che ci rende unici. Questo lo ritroviamo sia nell’immagine di quello che creiamo e soprattutto nella qualità di quello che produciamo e sui cui, consentitemelo, non abbiamo concorrenti. Quando ha saputo di essere stato nominato Cavaliere del Lavoro cosa ha provato? Tanta soddisfazione ed orgoglio perché riconosce un percorso professionale di 45 anni di attività che ho avuto il piacere e l’onere di condividere con i miei fratelli senza i quali la Lardini non sarebbe quello che è oggi. Permettetemi un ringraziamento particolare a tutti i nostri dipendenti e collaboratori con i quali tutti i giorni affrontiamo nuove sfide.

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