Civiltà del Lavoro, n. 1/2023

22 PRIMO PIANO Civiltà del Lavoro gennaio • febbraio 2023 l Rapporto della Fondazione Rocca “Scuola, i numeri da cambiare” offre un’approfondita panoramica su una delle istituzioni più importanti del Paese. Di base, sostiene che la scuola stia perdendo la funzione di ascensore sociale e faccia sempre più fatica a garantire un livello di preparazione adeguato all’ingresso nel mondo del lavoro. Ne abbiamo parlato con Giovanni Brugnoli, vice presidente Confindustria per il Capitale umano. Presidente, è d’accordo con questa visione? È impossibile non essere d’accordo sul fatto che, in generale, la scuola stia perdendo il suo ruolo di ascensore sociale e che lo abbia fatto ormai da molti anni. Abbiamo sotto i nostri occhi non una visione ma un incubo, con numeri che mostrano gli effetti di questo “blocco” ormai consolidato nel tempo: oltre due milioni di Neet, una disoccupazione giovanile stabile al 25%, un analfabetismo di ritorno molto forte con forti deficit cognitivi che superano il 47% in territori del Meridione come la Calabria e Campania ma anche al Nord, in Liguria e Provincia di Bolzano. È chiaro che con questi numeri, con queste basi, l’ingresso nel mondo del lavoro è e diventerà sempre più difficile, ma è solo una delle conseguenze economiche, sociali e culturali di una scuola italiana che – pur con molti ambiti di eccellenza che restano però isolati – deve ritrovare il suo ruolo chiave nel nostro Paese. Ed è responsabilità di tutti, non soltanto di chi a scuola ci lavora. In particolare, uno dei parametri presi in esame riguarda l’uso delle competenze acquisite con il diploma sul lavoro, che resta modesto anche nel caso di istituti tecnici e professionali. Fino a che punto la scuola secondaria può adeguarsi alle richieste delle imprese, che giocoforza saranno sempre più aggiornate, specie sui temi che riguardano l’innovazione? Intervista a Giovanni BRUGNOLI di Silvia TARTAMELLA SCUOLA E CONCORRENZA binomio necessario I Foto lightwise © 123RF.com

RkJQdWJsaXNoZXIy NDY5NjA=