27 Civiltà del Lavoro | marzo • aprile 2023 PRIMO PIANO In un quadro del genere gli agricoltori stanno già adattando le proprie strategie produttive difensive, indirizzandosi ad esempio verso colture meno esigenti in termini di acqua, o modificando i sistemi di irrigazione, ma i processi di cambiamento da attuarsi dovranno essere più profondi, utilizzando sia metodi produttivi innovativi, che le moderne tecnologie digitali (agricoltura 4.0). In effetti, oltre ad un progressivo orientamento verso colture meno esigenti in termini irrigui, dovranno essere utilizzati sistemi di produzione innovativi, più parsimoniosi ed efficienti in termini di consumo di acqua, come ad esempio l’agricoltura conservativa o rigenerativa (che peraltro si combinano con un forte beneficio in termini di emissioni di anidride carbonica), come esposto da Andrea Illy in un recente convegno dei Cavalieri del Lavoro, e sfruttando le opportunità offerte dalla digitalizzazione, come invece suggerito da Alessandro Profumo nell’ambito della stessa occasione. Dovrà essere favorita pertanto una progressiva sostituzione dei metodi di irrigazione meno efficienti in termini di uso dell’acqua con altri più efficienti, quali ad esempio i sistemi a goccia, da usarsi in combinazione con strumenti innovativi di “irrigazione intelligente e sostenibile”. Questi ultimi consentono, tramite l’uso combinato di sensori di umidità nel terreno, capannine meteo, ecc., ovvero, per le colture più estensive, mediante sistemi evoluti di elaborazione di immagini satellitari, di irrigare solo quanto serve e quando serve. Ciò permetterà di ottimizzare l’uso di una risorsa sempre più scarsa, con conseguenti benefici in termini di efficienza energetica e più in generale di sostenibilità dei processi produttivi. Laddove possibile andrebbe facilitata (anche nei permessi/autorizzazioni), la realizzazione di invasi e laghetti aziendali, così da poter disporre di riserve nel caso di riduzione delle disponibilità di acqua dei fiumi e/o delle falde sotterranee. Si tratta di un sistema molto utilizzato in passato e che ha dato buonissimi risultati, ma che è andato poi negli anni progressivamente ridimensionandosi, sia per i costi che soprattutto per difficoltà autorizzative. Posto che l’irrigazione è uno dei, se non, per molte aziende agricole, il principale elemento di consumo di energia elettrica, con questa strategia si coniugherebbe l’esigenza di ottimizzare il consumo di acqua con quello di ridurre i consumi energetici, ossia uno degli altri pilastri strategici per uno sviluppo sostenibile dei sistemi agricoli. Infine, in sinergia con tale aspetto, ed al fine di favorire il processo di transizione energetica, va favorita – come del resto sta avvenendo – la realizzazione di impianti aziendali di produzione di energia elettrica da fotovoltaico, sia su tetto (senza limitarne però la potenza istallabile all’autoconsumo aziendale come finora avvenuto, ma lasciando sfruttare l’intera superfice di tetti aziendali disponibile), sia sui terreni tramite sistemi agrivoltaici aziendali, ossia combinando sullo stesso terreno la produzione di energia elettrica e attività agricola, facendo però attenzione a non sconvolgere il prezioso patrimonio paesaggistico del nostro Paese. Gli agricoltori stanno già adattando le proprie strategie produttive difensive, indirizzandosi verso colture meno esigenti in termini di acqua, o modificando i sistemi di irrigazione, ma i processi di cambiamento da attuarsi dovranno essere più profondi Federico Grazioli è stato nominato Cavaliere del Lavoro nel 1990. Ha dato vita ed è presidente di “Agriconsulting”, società per la consulenza e lo sviluppo delle attività agricole, presente in Italia, in Europa dell’Est, America latina, Africa e Asia. È stato presidente di Accredia ed è presidente del Gruppo Agricolo e Agroindustriale della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro Foto nd3000 © 123RF.com
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