51 FOCUS Civiltà del Lavoro | marzo • aprile 2023 che non sempre si muovono in maniera organica, composto da comparti di natura eterogenea e molto differente tra loro, che si snodano dal turismo tradizionale al congressuale, dal ricettivo al fieristico, dall’enogastronomico al wellness, per arrivare all’incirca a venti potenziali comparti strategici. Ad ognuno di essi il Piano dedicherà adeguata e mirata attenzione, attraverso opportune politiche di promozione e investimento, con una strategia attenta e lungimirante. La riforma dell’Enit riuscirà a migliorare la promozione internazionale dell’Italia? Esattamente, la trasformazione dell’ente va proprio in questa direzione: renderlo più funzionale per adempiere al suo scopo, ovvero promuovere l’Italia nel mondo. Serviva un’operazione drastica che rendesse più efficiente e razionale l’attività di supporto svolta da Enit. La soppressione dell’ente e la sua costituzione in società in house segnerà un cambio di passo: Enit sarà più dinamica e finalmente in grado di raggiungere il suo obiettivo, che è quello di essere il braccio operativo nell’attuazione delle politiche di promozione del made in Italy e dell’Italia come destinazione turistica. Insieme alla collaborazione e al lavoro che stiamo conducendo con le Regioni arriveremo finalmente a presentarci al mondo come Italia. Questo è il concetto che negli anni è mancato e su cui mi batto da quando sono diventata ministro: ovvero la promozione dell’Italia tutta, Italia come brand. Gli albergatori chiedono un Piano per incentivare le ristrutturazioni del sistema ricettivo e un maggior contrasto all’abusivismo. Che fare? Sono sempre attenta alle richieste che giungono dalle varie associazioni di categorie, in questo caso gli albergatori. E credo che stiamo agendo per soddisfarle al meglio. Abbiamo introdotto, nell’ambito del Pnrr, il Fondo rotativo imprese di 1 miliardo e 380 milioni, che ha l’obiettivo di migliorare i servizi di ospitalità e potenziare le strutture ricettive in un’ottica di digitalizzazione e sostenibilità ambientale. Così come il fondo tematico per il turismo di 500 milioni, che incentiverà la crescita e rafforzerà la competitività delle imprese turistiche in termini di sostenibilità ambientale, innovazione e digitalizzazione. Sull’abusivismo, poi, dobbiamo agire in fretta. Penso, ad esempio, alla questione degli affitti brevi. Ho già avviato diversi tavoli di lavoro e tengo interlocuzioni costanti con le associazioni di categoria, con le Regioni e con i sindaci, in pieno spirito di collaborazione istituzionale e con l’obiettivo comune di giungere al più presto alla formulazione di una proposta di legge che disciplini la materia delle locazioni brevi. Una materia delicata su cui vogliamo intervenire non con intenti di criminalizzazione, ma con la finalità condivisa di giungere a una regolamentazione che possa essere più omogenea e uniforme a livello nazionale. Ovviamente tenendo conto delle peculiarità della nostra Italia, come ad esempio i piccoli borghi, dove non ci sono strutture ricettive e bisogna quindi intervenire in modo differente. Al turismo mancano competenze e lavoratori, soprattutto stagionali: come affrontare il problema? È vero. In Italia c’è un serio problema di formazione in ambito turistico, che rappresenta una grande sfida in termini occupazionali per i giovani. Ritengo imprescindibile lavorare sugli istituti tecnici e sui professionali per creare un’università del turismo. Non è possibile che la migliore si trovi in Svizzera, a Losanna. È per questo che ho voluto, nell’ultima legge di bilancio, stanziare dei fondi per la realizzazione di una scuola di Alta Formazione per il Turismo. Il tema della formazione è dirimente anche per il settore di cui mi occupo, perché dobbiamo essere noi italiani ad insegnare come fare i mestieri connessi al turismo. Sul secondo aspetto, quello legato alla carenza di personale, ricordo, che nel 2022 sono mancati circa 250mila addetti con un danno economico superiore ai 6 miliardi di euro. E nelle ultime festività pasquali i numeri hanno fotografato 50mila figure professionali in meno. Ho già incontrato le associazioni di categoria per intervenire tempestivamente. Per quanto riguarda i salari, insieme al ministro del Lavoro Calderone, stiamo cercando un modo per intervenire con un provvedimento di detassazione che riguardi notturni e festivi. Non peseranno sulle aziende, ma aumenteranno i salari. Così renderemo il lavoro anche più appetibile per i giovani. Intanto, però, con il decreto lavoro appena approvato in Cdm riusciamo inoltre a favorire interventi che riguardano anche questo comparto. L’impatto del decreto sul mondo del turismo si traduce in un’azione di contenimento al problema di mancanza del personale: l’innalzamento della soglia annuale dei voucher da 10mila a 15mila euro e l’eliminazione della soglia massima di 29 anni per i contratti di apprendistato professionalizzante relativi alle assunzioni nei settori turistico e termale consentono una maggiore flessibilità nel mercato occupazionale, andando incontro alle esigenze del settore. L’Italia ha un gran bisogno di risorse umane, specialmente nel settore turistico, e i voucher cominciano ad affrontare, seriamente e nel concreto, la questione.
RkJQdWJsaXNoZXIy NDY5NjA=