52 FOCUS Civiltà del Lavoro | marzo • aprile 2023 ottimismo c’è – complice anche la fine della pandemia e delle sue restrizioni – ma c’è anche la consapevolezza che il settore ha bisogno di politiche più incisive e di un investimento, in termini di formazione e di rinnovamento delle strutture, anche da parte degli operatori. Abbiamo intervistato Marina Lalli, presidente Federturismo, per tracciare un quadro della situazione attuale e delle sue prospettive. Presidente Lalli, che momento vive il turismo italiano? E quali sono le vostre previsioni per la stagione 2023? Dopo anni di forti restrizioni e grandi perdite, le prenotazioni crescono a doppia cifra e il turismo sta vivendo il suo momento d’oro. Il quadro di generale ripresa del settore ha prodotto nel 2022 un impatto economico stimato complessivamente in 77 miliardi di euro, grazie alle spese sostenute dai milioni di turisti, con una crescita del +16,7% delle presenze rispetto al 2021. Marina Lalli L’ UN PARADOSSO chiamato turismo Intervista a Marina LALLI di Silvia Tartamella E le previsioni per il 2023 sono così positive che potrebbero portare a sfiorare il sorpasso dei numeri prepandemici del 2019, anno record per il settore con 436,74 milioni di notti trascorse e 131,38 milioni di turisti. Guardiamo all’estate con grande ottimismo, l’Italia è molto richiesta anche se i prezzi alti la mettono a rischio di forte concorrenza da parte di paesi più competitivi come Egitto e Tunisia. Rispetto a prima della pandemia, è cambiato lo scenario dei paesi competitor dell’Italia? L’Italia, nonostante sia ancora preceduta in classifica da Spagna e Francia, rimane tra le mete preferite dai viaggiatori. Secondo il rapporto sul turismo del World Economic Forum, è il primo paese al mondo per risorse culturali, ma se primeggia per capitale artistico, qualità della vita, moda, design e ospitalità, deve fare i conti con problemi di natura strutturale, primo fra tutti la competitività sui prezzi, per cui occupa il 100° posto al mondo. Quali sono le principali richieste che avete fatto al nuovo esecutivo per rafforzare il settore? L’industria turistica va sostenuta e valorizzata migliorando l’ecosistema in cui operano le imprese attraverso sburocratizzazione, fisco giusto, incentivi e investendo sulla qualità del comparto, delle sue strutture e risorse umane in chiave sostenibile, accessibile e inclusiva. Ma per stimolare la crescita e lo sviluppo del settore è anche fondamentale dotare il ministero del Turismo di risorse aggiuntive, prevedendo un coordinamento strutturato con i ministeri della Cultura e dello Sviluppo economico, per i provvedimenti di comune interesse. Per essere ancora competitivo, il settore del turismo ha bisogno ora più che mai di un sistema formativo in grado di preparare adeguatamente i professionisti del settore, oltre ad essere connesso strutturalmente con le imprese.
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