Civiltà del Lavoro, n. 6/2023

Periodico della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro anno LXVIII - bimestrale Federazione Nazionale Cavalieri del Lavoro numero 6 - novembre • dicembre 2023 TECNOLOGIA DEL NUOVO MONDO NUOVO PATTO DI STABILTÀ La prolusione di Francesco Giavazzi al Collegio Lamaro Pozzani MOSTRE, PALAZZO MAFFEI L’onda di Kanagawa trova casa a Verona INTERVISTE AI CAVALIERI DEL LAVORO 2023 I CAVALIERI DEL LAVORO IN QUESTO NUMERO: Gianpietro Benedetti, Fabrizio Bernini, Sonia Bonfiglioli, Luigi Carlon, Gianfranco Dioguardi, Giuseppina Di Foggia, Domenico Favuzzi, Massimo Moschini, Maurizio Sella, Umberto Paolucci, Mario Rizzante COME L’IA REINVENTA BUSINESS E COMPETENZE A colloquio con Marco Gay Verso il Convegno Nazionale 2024 Le Academy dei Cavalieri del Lavoro

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7 EDITORIALE La rivoluzione digitale resti umana PRIMO PIANO | L’algoritmo della mente 10 Tecnologia del nuovo mondo di Cristian Fuschetto 17 Strumento al servizio della semplificazione A colloquio con Marco GAY di Paolo Mazzanti 24 Innovazione, l’importanza della follia di Fabrizio BERNINI 29 L’IA e le tecnologie di frontiera nel sistema elettrico di Giuseppina DI FOGGIA 33 Una forza trasformativa per le imprese di Domenico FAVUZZI 36 IA, istruzioni per l’uso di Umberto PAOLUCCI 40 L’ultima grande invenzione dell’umanità di Mario RIZZANTE Anno LXVIII - n. 6 Civiltà del Lavoro Periodico della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro Direttore Cavaliere del Lavoro Maurizio Sella Comitato Editoriale Presidente: Cavaliere del Lavoro Francesco Rosario Averna Cavalieri del Lavoro: Alessandro Bastagli, Daniela Gennaro Guadalupi, Paolo Gentilini, Maria Luigia Lacatena, Clara Maddalena, Sebastiano Messina, Guido Ottolenghi, Debora Paglieri, Emmanuele Romanengo, Olga Urbani Hanno collaborato a questo numero i Cavalieri del Lavoro: Gianpietro Benedetti, Fabrizio Bernini, Sonia Bonfiglioli, Luigi Carlon, Gianfranco Dioguardi, Giuseppina Di Foggia, Domenico Favuzzi, Massimo Moschini, Umberto Paolucci, Mario Rizzante Direttore responsabile ai fini della legge della stampa Paolo Mazzanti Direttore editoriale Franco Caramazza Coordinamento per le attività istituzionali Carlo Quintino Sella Coordinamento editoriale Cristian Fuschetto Coordinamento redazionale Paola Centi Redazione Flaminia Berrettini, Clara Danieli, Cristian Fuschetto, Brunella Giugliano, Giovanni Papa, Silvia Tartamella Progetto grafico Marco Neugebauer e Roberto Randi (thesymbol.it) Impaginazione Emmegi Group Srl Via F. Confalonieri 36 - 20124 Milano Concessionaria Pubblicità Confindustria Servizi SpA Viale Pasteur, 6 – 00144 Roma Tel. 06 5903263 [email protected] Stampa Arti Grafiche Boccia SpA Via Tiberio Claudio Felice, 7 – 84131 Salerno Foto 123RF, AGF, Stefano Guidoni, Shutterstock Foto di copertina: metamorworks @ Shutterstock Gli inserzionisti di questo numero: Allied International Group, Ambrosi, Banca Finit, Banca Intesa Sanpaolo, Banca Passadore, Banco BPM, Bennet, Birra Forst, Bracco, Buzzi Unicem, Carvico, Colacem, De Matteis Agroalimentare, Elettronica, Enel, Faggienrico, Fainplast, Fontana Finanziaria, Gewiss, Inaz, Ing, Ferrari, Lamborghini Finanziaria, La Scolca, Marsilli, OMR Holding, Pastificio De Cecco, Sorgente Group, Urbani Tartufi, Villa D’Este, Zucchetti Autorizzazione Tribunale di Roma n. 4845 del 28-9-1955 Autorizzazione per il web Tribunale di Roma n. 294/2013 Finito di stampare il 3 gennaio 2024 [email protected] Periodico della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro anno LXVIII - bimestrale Federazione Nazionale Cavalieri del Lavoro numero 6 - novembre • dicembre 2023 TECNOLOGIA DEL NUOVO MONDO NUOVO PATTO DI STABILTÀ La prolusione di Francesco Giavazzi al Collegio Lamaro Pozzani MOSTRE, PALAZZO MAFFEI L’onda di Kanagawa trova casa a Verona INTERVISTE AI CAVALIERI DEL LAVORO 2023 I CAVALIERI DEL LAVORO IN QUESTO NUMERO: Gianpietro Benedetti, Fabrizio Bernini, Sonia Bonfiglioli, Luigi Carlon, Gianfranco Dioguardi, Giuseppina Di Foggia, Domenico Favuzzi, Massimo Moschini, Maurizio Sella, Umberto Paolucci, Mario Rizzante COME L’IA REINVENTA BUSINESS E COMPETENZE A colloquio con Marco Gay Verso il Convegno Nazionale 2024 Le Academy dei Cavalieri del Lavoro Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2023

FOCUS Verso il Convegno Nazionale 2024 Le Academy dei Cavalieri del Lavoro 46 La miniera delle competenze 50 Non solo tecnica, anche soft skill di Gianpietro BENEDETTI 52 Formazione, strumento di competitività aziendale di Sonia BONFIGLIOLI 55 Quel dialogo costante con il territorio di Massimo MOSCHINI 58 Le tecnologie avanzate fioriscono a Bari di Pier Paolo TAMMA INTERVISTE 61 A colloquio con i nuovi 25 Cavalieri del Lavoro VITA ASSOCIATIVA 112 I 100 anni dei Maestri del Lavoro 113 Il nuovo Patto di stabilità e crescita di Francesco GIAVAZZI 117 Nuove generazioni nel segno dell’impegno sociale FONDAZIONI / MOSTRE / LIBRI 122 Per un'autobiografia intellettuale Intervista a Gianfranco DIOGUARDI di Flaminia Berrettini 131 Palazzo Maffei, l’onda di Kanagawa trova casa a Verona 136 Fabio Storchi, "La rivoluzione del rinnovamento" Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2023

GUIDA VERSO UN FUTURO SOSTENIBILE Alleggerimento del peso del telaio, con conseguente riduzione delle emissioni di CO2 durante la vita della vettura

L’ESORTAZIONE DI MATTARELLA NEL MESSAGGIO DI FINE ANNO La rivoluzione digitale RESTI UMANA 7 li economisti definiscono “soft landing” (atterraggio morbido) la capacità di un sistema economico di mantenere un soddisfacente livello di crescita anche in condizioni di incertezza, rallentamento dell’economia e forte innovazione tecnologica. È questa la sfida del 2024, in un panorama mondiale dove le incertezze geopolitiche legate ai conflitti in Ucraina e Medio Oriente si intrecciano a un relativo calo della crescita e mentre aumentano le sfide della doppia transizione ambientale e digitale, legate alla diffusione dell’intelligenza artificiale (cui dedichiamo la copertina di questo numero di Civiltà del Lavoro). A queste incertezze si somma una singolare congiuntura politica: oltre 4 miliardi di cittadini, metà della popolazione mondiale, saranno nei prossimi 12 mesi chiamati al voto in 76 diverse elezioni, che coinvolgeranno Stati Uniti, Unione Europea, Russia, Brasile, Messico, Indonesia e molti altri paesi. Il 2024 sarà dunque l’“anno elettorale” più esteso della storia e potrebbe modificare in profondità il panorama geopolitico attuale. In questo quadro globale, il nostro Paese vive una doppia sfida. Dal punto di vista economico, dovrà adattarsi alla ripresa del Patto europeo di stabilità e crescita sospeso per il Covid, che ci obbligherà a riprendere la disciplina di bilancio, e dovrà accelerare l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), perché mancano solo trenta mesi al giugno 2026, quando dovremo aver completato le riforme e gli investimenti per 194 miliardi concordati con la Ue. Dal punto di vista politico, voteremo per le elezioni europee, per 6 regioni e 3.700 Comuni. Sarà dunque un anno elettorale importante anche da noi per stabilire la forza dei diversi partiti, visto che alle europee voteremo col proporzionale, dunque “ciascuno per sé e tutti contro tutti”. Le fibrillazioni di una politica già in campagna elettorale potrebbero dunque influenzare il percorso dell’economia alle prese col nuovo Patto e col Pnrr. Ne abbiamo avuto un esempio con la clamorosa bocciatura del Mes in Parlamento poco prima di Natale, che ha diviso sia la maggioranza sia l’opposizione, e ha incrinato il nostro rapporto con l’Unione europea. Il percorso dei prossimi mesi potrebbe, dunque, vedere un aumento della conflittualità politica, che potrebbe incidere negativamente sul percorso di prudenza cui il governo ha ispirato sinora la politica economica. Nel suo messaggio agli italiani di fine anno il Presidente Mattarella ha opportunamente richiamato tutti al dovere dell’unità nel solco della Costituzione; ha ricordato il dovere civico di pagare le tasse e combattere l’evasione fiscale, anche per avviare la riduzione del debito pubblico e continuare a fornire i servizi fondamentali di cittadinanza, dalla sanità all’istruzione, al sostegno ai più fragili. Infine, ha esortato affinché la rivoluzione digitale in cui siamo immersi “resti umana”. Da parte loro, le imprese hanno il dovere di non ridurre gli investimenti e di renderli sempre più sostenibili e innovativi, continuare ad esportare nel mondo con lungimiranza e coraggio, offrire lavoro dignitoso e in condizioni di piena sicurezza: proprio al lavoro dedicheremo a maggio il Convegno nazionale della Federazione, che si terrà a Bari. Se ciascuno, come ha esortato il Capo dello Stato, farà il proprio dovere, nel 2024 riusciremo a effettuare il “soft landing” verso una nuova normalità dopo gli anni della pandemia e dell’alta inflazione, verso una nuova stagione di stabilità, crescita e innovazione. Restando umani. G Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2023 EDITORIALE

PRIMO PIANO Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2023 PRIMO PIANO 8 L’algoritmo DELLA MENTE Foto realizzata con una applicazione di intelligenza artificiale da Umberto Paolucci

9 Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2023 “Siamo riusciti a scollare la capacità di agire dalla necessità di essere intelligenti”. Le parole di Luciano Floridi mettono in luce uno degli aspetti più stupefacenti della tecnologia che sta cambiando il mondo. Le macchine non pensano ma è come se lo facessero e, alla fine dei conti, cambia poco. Molte posizioni di lavoro, anche complesse, vedono già oggi le macchine operare in modo straordinariamente più efficace degli esseri umani e questa tendenza non potrà che aumentare. Come si stanno organizzando le imprese al mondo che verrà? Quali le professioni del futuro? Ne parliamo con Marco Gay e i Cavalieri del Lavoro Fabrizio Bernini, Giuseppina Di Foggia, Domenico Favuzzi, Umberto Paolucci e Mario Rizzante

10 PRIMO PIANO Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2023 l nocciolo della questione quando si parla di intelligenza artificiale è stato ben sintetizzato da Larry Summers, ex Segretario al Tesoro di Bill Clinton, ex direttore del Consiglio economico nazionale di Barack Obama e già rettore dell’Università di Harvard. E, adesso, componente del nuovo board di Open IA, l’azienda che ha lanciato sul mercato ChatGPT. La tesi di Summers è semplice: “L’IA crea nuovi campi da gioco ridefinendo l’idea stessa di forza lavoro”. L’IA cambia dunque il concetto stesso di lavoro e, se è vero che il lavoro è componente essenziale dell’identità di ogni essere umano, l’Intelligenza Artificiale contribuisce a ridefinire l’idea di uomo. Definito meglio il perimetro dei problemi in campo, è utile a questo punto sottolineare che l’IA riesce a fare tutto questo senza essere intelligente. MACCHINE INTELLIGENTI SENZA INTELLIGENZA Un aspetto interessante, e spesso lasciato in secondo piano quando si parla di IA, è, infatti, il fatto che l’IA sa cosa fare pur non capendo nulla di quello che fa. Come mette in evidenza Luciano Floridi in molti dei suoi saggi: “Il miracolo non è quello di aver creato un’IA ma di aver ingegnerizzato strumenti che a intelligenza zero fanno cose che se dovessimo fare noi richiederebbero non solo un po’ ma tanta intelligenza. Siamo riusciti a scollare la capacità di agire dalla necessità di essere intelligenti”. L’IA è scienza in grado di fornire le macchine della capacità di agire dotandole di tanta esperienza, ovvero di “dati”. Sono macchine intelligenti le macchine in grado di assemblare e processare dati in modo da automatizzare processi con un intervento umano tendente allo zero. Com’è facile capire, è da “questo tendente allo zero” che nascono i timori sul futuro del lavoro. NUOVE FISIONOMIE DEL LAVORO Molte posizioni di lavoro, anche complesse, vedono già oggi le macchine operare in modo straordinariamente più efficace degli esseri umani, e questa tendenza non potrà che aumentare. Oltre che nel mondo della produzione, l’IA oggi è in espansione anche nel mondo dei servizi, dove il numero di software intelligenti che si interfacciano con gli utenti sono già il doppio di quelli del settore industriale. Il punto di discontinuità con il passato è dato dal fatto che le applicazioni “intelligenti” coinvolgono comparti legati anche ad attività intellettuali e di relazione, inimmaginabili fino a poco tempo fa: avvocati, giornalisti, militari, infermieri, medici. Nessuna professione sembra essere più totalmente al riparo. Una recente analisi commissionata da Goldman Sachs stima in 300 milioni i posti di lavoro messi a rischio dall’automazione. Secondo un rapporto di Confartigianato che analizza il grado di esposizione all’IA del mercato italiano del lavoro, sarebbero 8,4 milioni i lavoratori italiani a rischio per effetto della diffusione dell’intelligenza artificiale. In praI di Cristian Fuschetto TECNOLOGIA del nuovo mondo Foto peshkova © 123RF.com

11 Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2023 PRIMO PIANO tica, il 36,2 % del totale degli occupati subirà l’impatto delle profonde trasformazioni tecnologiche e dei processi di automazione. Una percentuale, quella italiana, inferiore di 3,3 punti rispetto al 39,5 % della media europea di lavoratori maggiormente esposti all’IA. Detto questo, appare più utile quindi concentrarsi su un altro aspetto. Tutte le rivoluzioni tecnologiche hanno portato alla perdita di posti di lavoro, ma nello stesso tempo ne hanno fatto nascere di nuovi: sappiamo infatti che il 60% delle professioni attuali non esistevano nel 1940. CATALIZZATORE TECNOLOGICO Un recente studio di McKinsey (“The economic potential of generative AI”, pubblicato nel giugno 2023) ha contribuito a fare luce sulle conseguenze a lungo termine dell’IA sull’economia globale. Secondo gli studiosi, il contributo che l’IA generativa potrebbe apportare PAESI INTERESSATI ALLA IA Sono macchine intelligenti quelle in grado di assemblare e processare dati in modo da automatizzare processi con un intervento umano tendente allo zero. Com’è facile capire, è da “questo tendente allo zero” che nascono i timori sul futuro del lavoro Fonte: Visualcapitalist.com

13 Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2023 PRIMO PIANO all’economia globale è stimabile in una forbice compresa fra 2,6 a 4,4 migliaia di miliardi di dollari all’anno, cifra che rappresenta il prodotto interno lordo di un paese come il Regno Unito. Rispetto alle precedenti stime della stessa McKinsey, si legge in un articolo di commento allo studio apparso sul New York Times, l’impatto dell’economia degli algoritmi è drasticamente superiore salendo dal 15% preventivato nel 2017 al 40% della più recente valutazione. All’origine della fortissima accelerata c’è la comparsa sul mercato di tecnologie come ChatGPT, successivamente nel testo è scritto GPT (e simili, come il motore di ricerca Bing di Microsoft, Bard di Google oppure Ernie del gigante di Internet cinese Baidu). Queste tecnologie hanno la caratteristica di essere facilmente utilizzabili e incredibilmente flessibili. Gli esperti di McKinsey parlano a tal proposito di un “catalizzatore tecnologico” in grado di spingere le industrie verso l’automazione e di liberare il potenziale creativo dei lavoratori, e come tale richiederà molta più leadership della tecnologia, anche a livello di autorità di regolamentazione. UN FRENO AL FAR WEST DELL’ALGORITMO Frutto di oltre due anni di lavoro e tre giorni (e notti) di Fonte: Goldman Sachs Global Investment Research, marzo 2023 L'IMPATTO DELL'AUTOMAZIONE SULL'OCCUPAZIONE

15 Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2023 PRIMO PIANO negoziati finali a Bruxelles, è stato approvato il 9 dicembre il primo pacchetto di regole europee sull’utilizzo dell’IA allo scopo di porre fine al “far west dell’algoritmo” o, detta in termini, allo scopo di far coesistere sicurezza e libertà sulla frontiera più avanzata dell’hi-tech. Si tratta del primo quadro normativo sui sistemi di IA nel mondo, salutato da Thierry Breton, commissario europeo al Mercato Interno, come un accordo “storico”. Fra le novità più significative ci sono le salvaguardie da rispettare per chiunque sviluppa e usa l’Intelligenza artificiale; il ricorso all’identificazione biometrica dei singoli da parte delle forze di sicurezza limitato alle indagini su crimini gravi, dalle violenze sessuali al terrorismo; l’obbligo per chiunque crei false immagini di indicare chiaramente che non sono reali; multe significative, fino al 7% delle entrate globali per le aziende, nei confronti di chi viola i nuovi regolamenti europei. Per diventare legge dell’Ue, il testo concordato dovrà ora essere formalmente adottato da Parlamento e Consiglio europei. Le commissioni del Parlamento per il Mercato interno e le Libertà civili voteranno sull’accordo in una prossima riunione. Il testo finale andrà ancora limato nelle prossime settimane, ma l’intesa assicura che sarà approvato entro la fine della legislatura europea, per poi entrare progressivamente in vigore nei successivi due anni. IL “COSTO” DELLE REGOLE Non tutti sono entusiasti del nuovo regolamento. Le industrie europee di trasformazione digitale si sono interrogate sui costi delle nuove regole. Le misure potrebbero per esempio trasformarsi in barriere per giovani aziende decise ai investire nell’intelligenza artificiale in Europa, svantaggiate dagli oneri europei rispetto ai grandi player internazionali. Secondo uno studio della Commissione europea sulla valutazione d’impatto dell’IA Act, una piccola e media impresa di 50 persone dovrebbe spendere circa 300.000 euro per adeguarsi alle norme. Non poco, soprattutto se si considera che l’Europa fatica a tenere il passo con Usa e Cina sul fronte della capacità di spesa sull’innovazione. Non è un segreto, inoltre, che l’Europa nella corsa agli investimenti in ricerca e innovazione presenta qualche affanno rispetto ai suoi principali competitor. Secondo il rapporto 2022 del Global Innovation Index gli Stati Uniti spendono più di 700 miliardi di dollari all’anno per la R&S e tra le aziende che spendono di più in R&S al mondo quattro su cinque sono americane: Amazon (42,7 miliardi di dollari), Alphabet (27,6 miliardi di dollari), Microsoft (19,3 miliardi di dollari) e Apple (18,8 miliardi di dollari). La Cina, secondo un rapporto del Ministero della Giusizia e della tecnologia, raggiungerà investimenti pari a 26,7 miliardi di dollari entro il 2026. Si stima che questo investimento rappresenti circa l’8,9% dell’investimento globale nell’IA, posizionando la Cina come la seconda destinazione mondiale per gli investimenti nel settore. L’Italia? L’Italia resiste con poco. Mentre la spesa tedesca in ricerca e sviluppo si aggira attorno al 3,17% del Pil, le risorse che l’Italia investe in questo settore non superano l’1,45%. Ancor più significativo il dato relativo al numero dei cosiddetti Campioni digitali globali, cioè quelle aziende interamente focalizzate sull’Ia: otto in Germania, sette in Francia, zero in Italia. In questo senso, la cornice normativa appena definita dall’Ue potrebbe rappresentare un ulteriore ostacolo per lo sviluppo dell’innovazione italiana. Secondo gli studiosi, il contributo che l’IA generativa potrebbe apportare all’economia globale è stimabile in una forbice compresa fra 2,6 e 4,4 migliaia di miliardi di dollari all’anno, cifra che rappresenta il prodotto interno lordo di un paese come il Regno Unito È stato approvato il primo pacchetto di regole europee sull’utilizzo dell’IA allo scopo di porre fine al “far west dell’algoritmo”. Si tratta del primo quadro normativo sui sistemi di IA nel mondo

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17 Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2023 PRIMO PIANO Intelligenza artificiale suscita speranze e timori. Benché sia una tecnologia già in uso da tempo, i sistemi di IA generativa lanciati di recente sono quelli che hanno impresso un’accelerazione sulle possibili applicazioni. Ne abbiamo parlato con Marco Gay, presidente di Anitec-Assinform, l’associazione che in Confindustria raccoglie le imprese che operano nella produzione di software, sistemi e apparecchiature elettroniche e nella fornitura di soluzioni applicative e di reti, di servizi a valore aggiunto e contenuti connessi all’uso dell’Ict. Presidente Gay, come l’IA influenzerà le nostre vite e la nostra economia? A fine novembre 2022 OpenAI ha lanciato ChatGPT. Da allora l’IA è stata al centro di un dibattito pubblico senza precedenti. Il motivo di tanta attenzione mediatica sta nel fatto che mai prima di allora un sistema di IA così capace era stato reso disponibile per un pubblico così vasto. Sono convinto che l’IA migliorerà le nostre vite e ci renderà più produttivi, consentendoci di guadagnare tempo. Molti lavori cambieranno, ma sono convinto che l’elemento umano rimarrà al centro. Capacità come l’empatia e l’intelligenza emotiva, che definiscono delle soft skill uniche, continueranno ad essere qualità insostituibili e propriamente umane. Ad ogni modo, l’impatto della tecnologia sul Pil potrà essere significativo solo se sapremo sfruttarla pienamente; serve quindi una maggiore diffusione di altre tecnologie abilitanti (es. Cloud o IoT) e una maggiore disponibilità di skill specialistiche nel mercato del lavoro italiano, che purtroppo parte già con un deficit di base. Le nostre preoccupazioni non dovrebbero essere legate alla tecnologia in sé, quanto piuttosto alla capacità del nostro tessuto produttivo di utilizzare l’IA al massimo delle sue potenzialità. Le nostre imprese devono essere nelle condizioni di iniziare oggi ad adottare l’IA nei loro processi per non farsi trovare impreparate domani. Nelle imprese l’Intelligenza artificiale sarà solo una tecnologia aggiuntiva o comporterà le reingegnerizzazione profonda dei processi? Negli ultimi anni abbiamo ascoltato le testimonianze di moltissime aziende, di ogni dimensione e settore, che hanno adottato soluzioni di Intelligenza artificiale. Il fattore comune in queste esperienze è una spiccata visione di management orientata all’innovazione. Si tratta di un elemento che richiede per definizione una predisposizione al cambiamento. Per questo è evidente che l’IA non si limita a essere “una semplice tecnologia aggiuntiva” e che una reingegnerizzazione dei processi aziendali è necessaria. Questa trasformazione non deve, però, essere intesa come un aumento della complessità. Al contrario, grazie all’innovazione tecnologica portata dall’IA, i processi tendono a semplificarsi. Un aspetto chiave di questa semplificazione è l’interazione uomo-macchina, resa più intuitiva e accessibile proprio dall’IA. A differenza di alL’ A colloquio con Marco GAY di Paolo Mazzanti Marco Gay Strumento al servizio della SEMPLIFICAZIONE

19 Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2023 PRIMO PIANO tre tecnologie digitali, l’IA “incontra” l’utente, facilitando interazioni che sono più naturali e meno tecniche. Ciò si traduce in sistemi capaci di comprendere e reagire in modi che si avvicinano alla comunicazione umana, rendendo la tecnologia più integrata nel flusso di lavoro e meno intrusiva. Quali sono i settori produttivi dove l’Intelligenza artificiale potrà apportare maggiori mutamenti? Nel lungo periodo sarà difficile trovare un settore che non sarà trasformato profondamente dall’Intelligenza artificiale, ma, con i dati di oggi, possiamo avere un’idea dei settori in cui l’IA sta pesando e crescendo di più. In particolare, il settore del banking è probabilmente quello più avanti nell’adozione dell’Intelligenza artificiale. In questo settore l’IA trova moltissime applicazioni: dai chatbot per le interazioni con i clienti agli strumenti di lettura intelligente dei documenti, fino ai dati sintetici o agli algoritmi di fraud detection basati sul rilevamento delle anomalie. È importante sottolineare che, in tutti i settori, la qualità e la disponibilità dei dati di addestramento sono elementi cruciali per l’efficacia di queste applicazioni IA. La “data centricity”, ovvero la centralità e l’attenzione alla qualità dei dati di addestramento, è fondamentale. Dati accurati, dettagliati e rappresentativi sono essenziali per sviluppare soluzioni IA robuste, affidabili e scalabili. Un settore che esalta particolarmente la centralità del dato è quello sanitario. Il comparto healthcare è il singolo verticale dove l’IA cresce di più. In questo campo nell’ultimo anno il mercato delle soluzioni di IA è cresciuto di oltre il 35%. Anche qui gli impieghi sono potenzialmente moltissimi e di grande impatto, penso agli algoritmi per la diagnosi precoce, agli impieghi in radiodiagnostica o alla medicina predittiva. E non dobbiamo sottovalutare le soluzioni basate sull’uso dei dati amministrativi per migliorare la gestione delle strutture. Grazie all’IA i processi tendono a semplificarsi. Un aspetto chiave di queste semplificazione è l’interazione uomo-macchina, resa più intuitiva e accessibile proprio dall’IA Foto kovop58 © 123RF.com

20 PRIMO PIANO Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2023 Anitec-Assinform, insieme alla Piccola industria di Confindustria, ha condotto una serie di incontri con piccole e medie imprese. Come stanno rispondendo le nostre Pmi alla sfida dell’Ia? Solo il 5,3% delle piccole imprese italiane impiega sistemi di Intelligenza artificiale. Questo dato ci preoccupa perché sappiamo bene che il nostro tessuto produttivo si fonda sulle Pmi e allo stesso tempo che l’IA è destinata ad essere una risorsa fondamentale per la competitività e la produttività del Paese. In altre parole, mai come ora è fondamentale impegnarsi per far conoscere sempre più la tecnologia, le sue potenzialità – e i suoi limiti – anche alle imprese che strutturalmente fanno più fatica ad abbracciare la trasformazione digitale. Nel 2023 insieme a Piccola industria abbiamo raccolto più di 35 casi di successo, tutti da Pmi provenienti dai settori della domanda di soluzioni tecnologiche e abbiamo raggiunto diverse centinaia di imprenditori attraverso sette eventi che hanno interessato tutta l’Italia. Abbiamo puntato sull’identificazione tra “relatore” e “platea” per stimolare l’interesse verso le nuove tecnologie e favorire – allo stesso tempo – una narrazione “pratica” e lontana da mistificazioni dell’Intelligenza artificiale. Nel 2024 replicheremo con altri otto eventi che spero avranno altrettanto successo. L’Unione europea e gli Stati Uniti stanno varando regolamentazioni dell’Intelligenza artificiale. Quali sono i punti che valuta più importanti? C’è il rischio che una regolamentazione troppo stringente possa rallentare l’evoluzione dell’Ia? Con l’AI Act, l’Europa ha cercato di ritagliarsi il ruolo di “trend-setter” della regolazione dell’Intelligenza artificiale. Il nostro continente non riesce ad avere lo stesso livello di investimenti di Stati Uniti e Cina e per questo motivo la Commissione europea ha puntato sull’introduzione di un Regolamento. L’idea alla base dell’azione della Commissione è “costringere” i player internazionali ad adattarsi a standard di sicurezza stabiliti in Europa. Negli anni però la tecnologia si è evoluta più velocemente rispetto alle aspettative dell’Ue e l’IA Act, che peraltro non ha ancora completato il suo iter legislativo, si è trovato a “rincorrere” gli sviluppi della tecnologia inserendo nuove regole – come quelle per l’IA generativa – sempre più restrittive e quindi rischiose di inibire l’innovazione. Foto RaffMaster © 123RF.com

21 Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2023 PRIMO PIANO Dall’altro lato dell’oceano, invece, gli Stati Uniti, con l’Executive Order, enfatizzano la promozione di standard e best practice, con un forte accento sull’innovazione, mirando a guidare lo sviluppo dell’IA senza imporre regole troppo prescrittive. Il rischio per l’Ue, quindi, è che l’AI Act non raggiunga l’effetto sperato sul piano internazionale e che altri grandi paesi – il Regno Unito, ad esempio – scelgano di seguire l’approccio degli Usa piuttosto che quello europeo. Il nostro sistema scolastico è in grado di formare un numero sufficiente di giovani informatici per soddisfare la domanda delle imprese nel settore del digitale e dell’intelligenza artificiale? E che cosa possono fare le imprese per contribuire alla loro formazione? I dati dell’Osservatorio sulle Competenze Digitali mostrano che nel 2022 la domanda di professionisti Ict ha superato di cinque volte l’offerta formativa del sistema italiano, lasciando un gap di circa 175mila specialisti. Per colmare questa lacuna, le imprese hanno un ruolo fondamentale. Possono offrire programmi di apprendistato e collaborare con le università per dottorati industriali, creando un collegamento diretto tra formazione e lavoro. Inoltre, l’investimento in upskilling e reskilling è cruciale per adattare le competenze dei lavoratori alle esigenze del settore. Oltre a ciò, la formazione continua è essenziale per lavoratori attivi, Neet e disoccupati. In Italia, ci sono ancora grandi sfide da affrontare in termini di formazione al lavoro, come la mancanza di sistemi di certificazione riconosciuti dalle imprese. Le Academy aziendali, insieme agli ITS, svolgono un ruolo chiave per sviluppare formazione di qualità, adatta sia ai dipendenti che ad altri settori. È importante che queste iniziative siano supportate da sistemi di incentivi pubblici. Concludendo, una trasformazione digitale profonda richiede una rivoluzione culturale che valorizzi il talento e l’innovazione, a partire dalle scuole fino alle aziende. L’Italia deve mirare alla creazione di un ecosistema collaborativo che promuova una cultura digitale in tutti i settori della società. Che cosa consiglierebbe a un imprenditore non digitalizzato per recuperare un suo eventuale ritardo? Per iniziare a colmare un gap nella digitalizzazione, bisogna prima capire bene cosa serve all’azienda e dove il digitale può davvero fare la differenza. È essenziale non buttarsi a capofitto su ogni nuova tecnologia sull’onda dell’hype. La trasformazione digitale va fatta su misura, come un vestito cucito apposta per l’azienda. Pensiamo all’Intelligenza artificiale: non è una commodity qualsiasi da acquistare, ma una risorsa, le cui funzioni e capacità, devono essere modellate sulle specifiche necessità di chi la usa. Quindi, quando si parla di nuove tecnologie, non si tratta solo di spendere soldi, ma di fare investimenti che portino davvero un vantaggio concreto. E qui entrano in gioco strutture come i Digital innovation hub: per molte imprese – penso soprattutto alle Pmi – queste organizzazioni sono fondamentali per orientarsi nel mondo della trasformazione digitale e quindi prendere decisioni informate e scegliere soluzioni che siano d’impatto per l’azienda. Oltre a questo, è importante investire sulle persone. Non tutte le realtà hanno bisogno necessariamente di un team IT o di grandi esperti, ma ogni azienda oggi ha bisogno di risorse che capiscono i linguaggi della digitalizzazione e sanno come creare valore dall’innovazione. In poche parole, oggi un imprenditore deve essere curioso, pronto a esplorare nuove strade per affrontare problemi che magari non aveva nemmeno considerato e deve avere il coraggio di sempre nell’investire e nel guidare il cambiamento. Questo spesso significa mettere mano a processi aziendali radicati da tempo, adottando un approccio innovativo e aperto a nuove prospettive, che va oltre la semplice introduzione di una nuova tecnologia e abbraccia una trasformazione complessiva della cultura aziendale. L’Intelligenza artificiale non è una commodity qualsiasi da acquistare, ma una risorsa, le cui funzioni e capacità, devono essere modellate sulle specifiche necessità di chi la usa Una trasformazione digitale profonda richiede una rivoluzione culturale che valorizzi il talento e l’innovazione, a partire dalle scuole fino alle aziende

24 PRIMO PIANO Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2023 di Fabrizio BERNINI iviamo tempi complessi; parallelamente ai terribili conflitti in Europa e nel Medio Oriente, dei quali ancora non vediamo la fine e che sembrano inquinare sempre più il mondo sotto plurimi aspetti, si sta passando da rivoluzioni tecnologiche e importanti transizioni sociali, che segnano un punto di rottura con il recente passato. Parlando da imprenditore che ha fondato la sua azienda sulla leva dell’innovazione, è fondamentale acquisire maggiore coscienza e consapevolezza della velocità del cambiamento. Siamo passati da un analfabetismo di massa all’Intelligenza artificiale. Dalla prima alla terza rivoluzione industriale sono trascorsi oltre 250 anni; dall’inizio di questo millennio, invece l’imprenditore contemporaneo ha vissuto una tripla transizione al cubo – industria 3.0, 4.0 e oggi 5.0 – che significa transizioni totali di tipo digitale, energetico e sostenibile. Trasformazioni continue che portano ad uno stravolgimento del fare impresa e del mercato e che ovviamente hanno portato ad un’attenzione e sensibilità del consumatore verso prodotti digitali e sostenibili. Una volta la vita utile di un bene poteva arrivare anche a dieci anni: lo si metteva in produzione e per lungo tempo era sufficiente per rimanere competitivi. Oggi occorre trasformare ed evolvere i beni e servizi offerti, altrimenti la nicchia conquistata viene occupata da altri che hanno avuto maggiore creatività e capacità d’innovazione. È quindi opportuno cavalcare l’onda delle trasformazioni tecnologiche e saperle integrare ai propri prodotti o sistemi. Imprenditori, tecnici amministrativi, marketer e commerciali, devono interagire e mettere a fattor comune varie tecnologie per cercare una multidisciplinarietà nei vari segmenti di mercato. Proprio per questo motivo, per sviluppare e gestire al meglio progetti nell’ambito dell’Intelligenza artificiale, all’interno della mia azienda abbiamo costituito il Laboratorio della Follia, che si distaccherà dal Laboratorio delle Idee, l’area Ricerca & Sviluppo nata nel 2007. Il Laboratorio della Follia sarà composto da giovani ingegneri e creativi, che proveranno a realizzare soluzioni folli, azzardate, fuori dagli schemi in materia di IA. I sistemi di IA sono progettati per capire il proprio ambiente, mettersi in relazione con quelV Fabrizio Bernini Innovazione, l’importanza DELLA FOLLIA

25 Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2023 PRIMO PIANO lo che percepiscono, risolvere problemi e agire verso un obiettivo specifico adattando il proprio comportamento, analizzando gli effetti delle azioni precedenti e lavorando in autonomia. Enormi sono le potenzialità di questa tecnologia, ma è anche opportuno saperla interpretare e applicarla in funzione dei vari mercati di riferimento. Abbiamo già alcuni prodotti sul mercato come la nuova gamma di Ambrogio, il robot rasaerba, che si basa su innovativi sistemi di navigazione autonomi e senza filo equipaggiati con sensoristica avanzata (sistemi di visione, radar e ultrasuoni). Abbiamo sviluppato chatbot addestrati sulla manualistica dei nostri prodotti per la casa, come appunto i prodotti robotici da giardino oppure gli inverter fotovoltaici e i sistemi di accumulo Azzurro, ma anche soluzioni per le imprese come gestionali e contabilità di magazzino, sistemi di automazione e tracciabilità. Stiamo inoltre lavorando su nuovi progetti di data analysis e fault prevention per aumentare la forza dei sistemi di assistenza e di predittività. Saper coniugare le nuove tecnologie come l’Intelligenza artificiale al concetto di sostenibilità, resilienza e capitale umano, sarà però la vera sfida dell’Industria 5.0. È tuttavia necessario non limitare il significato di sostenibilità, che deve essere interpretato come il benessere della società che garantisce sviluppo e crescita con attenzione alla salute del pianeta, al benessere sociale ed economico delle persone. Per sviluppare e gestire al meglio progetti nell’ambito dell’Intelligenza artificiale, all’interno della mia azienda abbiamo costituito il Laboratorio della Follia, composto da giovani ingegneri e creativi, che proveranno a realizzare soluzioni fuori dagli schemi

TUBI E RACCORDI UNISCONO IL MONDO TECTUBI RACCORDI LI FABBRICA TUTTI Sede Centrale: Via Roma, 150 29127 Podenzano (Piacenza) - Tel. 0523 991211 [email protected] - www.tectubiraccordi.com Stabilimenti: Podenzano, Castel San Giovanni, Calendasco, Carbonara Scrivia

27 Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2023 PRIMO PIANO I criteri Esg che codificano e indirizzano le strategie aziendali responsabili giustificano il perché si fa business o perché si fanno certe scelte di investimento spostando quindi il baricentro delle strategie dell’impresa dal cosa o dal come. Questo succede soprattutto in Italia, e nella vecchia Europa che – anche se meno ricca – è oggi decisamente più sostenibile dell’Asia o degli Stati Uniti; credo che sarà un nuovo punto di riferimento per le prossime generazioni, che preferiranno vivere nel vecchio continente per uno stile di vita più conforme alle proprie aspettative. Nel contempo, però, diventa importante ritornare a fare una forte politica industriale nazionale ed europea, affinché i valori e i criteri Esg – in osservanza dei 17 obiettivi Onu – diventino parametri di valutazione in termini di tassazione: impresa più virtuosa, maggiori investimenti sostenibili e una conseguente tassazione inversamente proporzionale. Questo per rimanere competitivi e premiare chi rispetta le norme e crea ricchezza. Ricordando che non possiamo avere mercati aperti per tutti con obiettivi e regole diverse. In conclusione, è sicuramente meno rilevante il prodotto in sé o la metodologia attraverso la quale gestiamo l’impresa, piuttosto che il motivo che spinge un imprenditore ad assumere rischi e continuare a fare sacrifici. Il “perché” si può trasformare in un sogno da condividere con coloro i quali condividiamo una comunanza di valori. Fabrizio Bernini è stato nominato Cavaliere del Lavoro nel 2017. È presidente di Zucchetti Centro Sistemi, da lui fondata come software house, oggi tra i leader internazionale nel settore della robotica, dell'automazione e delle energie rinnovabili. L'azienda è presente in oltre 60 Paesi, conta 530 dipendenti, titolare di 130 brevetti facenti capo a 50 invenzioni Dall’inizio di questo millennio, l’imprenditore contemporaneo ha vissuto una tripla transizione al cubo – industria 3.0, 4.0 e oggi 5.0 –, che significa transizioni totali di tipo digitale, energetico e sostenibile

GRUPPO BANCA FININT. MOTORE DI CRESCITA. Da quarant’anni immaginiamo, progettiamo e realizziamo nuove soluzioni finanziarie per offrire a imprese e imprenditori le energie necessarie a supportare i loro progetti di sviluppo, attraverso le generazioni. Grazie all’innovazione siamo cresciuti negli anni insieme ai nostri clienti, diventando con il tempo, per loro e per l’economia del Paese, un vero e proprio motore di crescita. www.bancafinint.com

29 Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2023 PRIMO PIANO di Giuseppina DI FOGGIA n satellite studia dall’alto il tracciato previsto per un nuovo elettrodotto, i droni ispezionano il percorso pianificato più da vicino, i radar cercano silenziosamente le anomalie del terreno analizzando i segni dell’umidità, delle colture, del suolo. In Italia la Valutazione di Impatto Archeologico è una delle procedure che incide maggiormente sull’iter di autorizzazione di un progetto per una nuova opera infrastrutturale, sia in termini di tempo che di risorse impiegate. Per questo motivo, l’ingegnerizzazione e l’addestramento di un tool di Intelligenza artificiale in grado di identificare potenziali anomalie di natura archeologica, tramite l’analisi di immagini aeree, cambierebbe le carte in tavola. Per Terna il concetto di innovazione significa poter interpretare al meglio il suo ruolo di regista e abilitatore della transizione energetica, utilizzando nuove soluzioni che rispondano alle sfide del prossimo futuro e le consentano di garantire i più alti livelli possibili di affidabilità e di efficienza della rete. La rivoluzione energetica in atto dopotutto è una trasformazione globale che tocca l’intera catena del valore: dalla produzione alla trasmissione, dalla distribuzione al consumo. È una svolta epocale, spinta dall’urgenza di rispondere al cambiamento climatico, riducendo drasticamente le emissioni di gas serra. Questa rivoluzione ha per obiettivo l’abbandono progressivo dei combustibili fossili a favore di fonti rinnovabili come il solare e l’eolico da affiancare all’idroelettrico, per abbattere l’impronta ecologica. L’innovazione tecnologica, e in particolare l’Intelligenza artificiale, contribuisce al successo della transizione energetica e lo farà in misura più incisiva nei prossimi anni. L’Intelligenza artificiale permette, infatti, di migliorare l’efficienza delle reti elettriche, ottimizzare l’integrazione delle fonti di energia rinnovabile, prevedere la domanda e l’offerta di energia con maggiore accuratezza e gestire le risorse energetiche in modo più sostenibile. Inoltre, la digitalizzazione e l’automazione diventano strumenti cruciali per ridurre i costi, aumentare la resilienza e garantire la sicurezza delle reti, minimizzando nello stesso tempo l’impatto ambientale delle infrastrutture e assicurando la disponibilità dell’energia per tutti. In questo contesto, Terna gioca il ruolo di orchestratore della transizione energetica. Le reti stanno vivendo una profonda trasformazione tecnologica, al fine di supportare le necessiGiuseppina Di Foggia U L’IA E LE TECNOLOGIE di frontiera nel sistema elettrico

31 Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2023 PRIMO PIANO Esempio di heat-map generata dall’IA a seguito dell’analisi dell’immagine – le zone rosse sono quelle dove l’IA stima possano essere presenti delle anomalie di natura archeologica tà di un sistema elettrico senza generazione termica. Gli strumenti digitali saranno fondamentali per i “Transmission System Operator” (TSO) del futuro per gestire l’aumento della complessità delle proprie attività a causa della transizione energetica. I TSO affronteranno una duplice transizione energetica e digitale, che richiederà nuove capacità per poter gestire e utilizzare i dati al fine di ottimizzare la gestione dei propri asset e dell’operatività della rete. Questo significa reinventare le reti elettriche per renderle più efficienti e sostenibili, oltre che ottimizzare le operazioni di manutenzione per ridurre rischi e costi, beneficiando dell’automazione e della digitalizzazione. L’Intelligenza artificiale non è, quindi, solo un supporto operativo ma un catalizzatore di crescita e innovazione. Ecco tre esempi di applicazione dell’Intelligenza artificiale nel contesto in cui opera Terna. INNOVAZIONI NEL SETTORE ELETTRICO Il progetto di Rilevamento Automatico dei Guasti è un esempio di come l’Intelligenza artificiale stia migliorando l’efficienza e la sicurezza delle infrastrutture elettriche. Utilizzando algoritmi di IA per l’analisi predittiva, questo sistema è in grado di individuare in anticipo potenziali criticità sulle linee elettriche, ottimizzando le operazioni di ispezione e manutenzione, riducendo i costi e i tempi, aumentando la sicurezza, prevenendo guasti e interruzioni del servizio. RIVOLUZIONE DIGITALE NEI CANTIERI Nel settore delle realizzazioni asset di rete, il progetto Gli strumenti digitali saranno fondamentali per i “Transmission System Operator” (TSO) del futuro per gestire l’aumento della complessità delle proprie attività a causa della transizione energetica

32 PRIMO PIANO Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2023 “Assistente Cantiere”, anche con il supporto della tecnologia LiDAR, consente di creare digital twin dei cantieri, migliorando notevolmente la precisione e l’efficienza nella gestione dei progetti. È possibile monitorare l’evoluzione dei cantieri in tempo reale, garantendo una supervisione costante e immediata dei progressi. Inoltre, attraverso l’uso di algoritmi avanzati per l’analisi di foto e video, ottimizza la reportistica e la gestione del lavoro, potenzialmente riducendo tempi e costi di progetto. ARCHEOLOGIA DEL FUTURO Il progetto Archeologia 2.0, impiegando tecnologie non invasive come droni, georadar e rilievi aerei consente di scoprire e catalogare siti archeologici ottimizzando la fase di pianificazione ed autorizzazione. Questo approccio innovativo, supportato da un algoritmo di machine learning per l’analisi di immagini, non solo apre nuove frontiere nella ricerca archeologica ma garantisce anche che l’espansione delle infrastrutture avvenga in maniera rispettosa del patrimonio storico e culturale. Ciò conferma la forte attenzione di Terna affinché i progetti di sviluppo infrastrutturale siano sempre condotti in modo responsabile, preservando i beni culturali e storici. L’evidenza dell’impatto dell’Intelligenza artificiale è una testimonianza di come questa tecnologia stia modellando la realtà quotidiana. Non si tratta più di discutere del potenziale dell’IA, ma di osservarne gli effetti concreti: dalla gestione intelligente delle nostre reti elettriche all’anticipazione dei bisogni di manutenzione, dall’esplorazione archeologica non invasiva all’ottimizzazione dei processi costruttivi. L’Intelligenza artificiale ci sta traghettando in un’era di sinergia tra progresso tecnologico e sviluppo sostenibile, con soluzioni che fino a poco tempo fa era possibile solo immaginare. Giuseppina Di Foggia è stata nominata Cavaliere del Lavoro nel 2021. È stata amministratore delegato e vice presidente di Nokia Italia, che opera nel settore della manifattura e servizi di apparati per telecomunicazioni. Da maggio 2023 è amministratore delegato e direttore generale di Terna In questa foto l’IA individua le fondazioni delle apparecchiature elettriche di stazione e le associa (attraverso un codice numerico) agli elementi AT (e.g. interruttore, sezionatore, sbarre, etc…) che dovranno accogliere. In questo modo l’algoritmo riesce a discriminare quando tutte le fondazioni di un particolare elemento sono state completate

33 Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2023 PRIMO PIANO di Domenico FAVUZZI Una forza trasformativa PER LE IMPRESE Intelligenza artificiale (IA) ha rapidamente assunto un ruolo di primo piano nella trasformazione delle imprese, rivoluzionando la visione tradizionale di come le aziende operano e si sviluppano. Questa tecnologia ha il potenziale per rivoluzionare settori e processi aziendali in un modo e con una estensione mai visti prima. L’IA comprende una vasta gamma di tecnologie e approcci, tra cui apprendimento automatico, reti neurali e algoritmi avanzati, finalizzate a imitare il modo in cui il nostro cervello elabora le informazioni. L’obiettivo principale, infatti, è quello di dotare i sistemi digitali della capacità di apprendere, ragionare e risolvere compiti complessi. Questa è la ragione per cui fornisce alle imprese (e non solo) un vantaggio competitivo senza precedenti. Immaginate di poter automatizzare i processi aziendali riducendo, ad esempio, gli errori umani o migliorando l’efficienza operativa. L’IA rende questo possibile, permettendo alle imprese e ai lavoratori di concentrarsi su attività più creative e strategiche. Inoltre, grazie alla sua abilità di analizzare enormi quantità di dati in tempo reale, l’IA offre un potente strumento di analisi in numerosi ambiti di applicazione e settori industriali. Questo significa che molte decisioni potranno essere prese su una mole di dati più estesa, aggiornata e dettagliata, con un evidente beneficio in termini di tempestività e correttezza delle valutazioni. Caratteristica peculiare e potenzialmente dirompente dell’IA è la possibilità di personalizzare i servizi offerti. L’IA è in grado di capire il comportamento dei consumatori e adattare l’offerta di prodotti o servizi alle esigenze individuali. Questo non solo migliora l’esperienza del cliente, ma contribuisce ad aumentare soddisfazione, fidelizzazione, fiducia del consumatore. A fronte di tanti elementi efficaci e utili, tuttavia l’IA solleva anche alcune problematiche critiche, che dovranno essere “governate” e gestite con molta attenzione. Innanzitutto le questioni etiche. Come possiamo garantire che le decisioni prese in modo automatizzato siano “giuste” e prive di discriminazioni? Questa è una sfida che richiede una riflessione etica ap- profondita e su cui tutte le principali organizzazioni mondiali sono impegnate; in particolare la Commissione europea ha proposto un primo quadro normativo per l’IA a livello UE già nell’aprile 2021. L’ Domenico Favuzzi

RAPPORTO DI SOSTENIBILITÀ www.colacem.it Siamo impegnati a costruire un futuro sostenibile. Da sedici anni il nostro Rapporto di Sostenibilità comunica con trasparenza i risultati raggiunti. Numeri a disposizione di tutti, perché preferiamo sempre i fatti alle parole, i contenuti alle opinioni. Scarica la 16a edizione del Rapporto di Sostenibilità Colacem TONNELLATE DI CO2 RISPARMIATE grazie all’uso dI combustibili alternativi 50MILA STABILIMENTI in 3 continenti 11 99,5% LAVORATORI A TEMPO INDETERMINATO PIANTE AUTOCTONE messe a dimora per i recuperi ambientali nel 2022 6MILA MILIONI DI EURO nel triennio 2020-2022 il totale di investimenti per l’efficienza degli stabilimenti, la protezione dell’ambiente e il monitoraggio delle emissioni in atmosfera 38

35 Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2023 PRIMO PIANO La sicurezza è certamente un altro elemento critico. Con la crescente presenza dell’IA, ci troviamo di fronte a minacce di attacchi informatici e manipolazioni dei dati che potrebbero mettere a rischio sistemi aziendali o infrastrutture critiche. Diventa quindi cruciale approcciare nel modo corretto la sicurezza informatica dei nuovi sistemi basati sull’IA. Infine, vi è il tema della trasparenza sulle modalità con cui vengono “istruiti” i futuri sistemi di IA che assumeranno le decisioni in modo automatico. È estremamente importante avere una chiara comprensione di tutto il processo di apprendimento, dai dati fino ai modelli. Senza questa trasparenza, le preoccupazioni ad oggi esistenti su affidabilità, correttezza e legittimità delle decisioni prese non potranno essere superate, specialmente quando si tratta di decisioni critiche. Nel corso degli ultimi anni Exprivia ha realizzato diversi progetti sfruttando le tecnologie di IA. La sanità è una delle aree più attive nell’adozione dell’Intelligenza artificiale ma, al contempo, nella regolamentazione della stessa, come recentemente sancito dall’AI Act della Commissione europea, è stata classificata come ad “alto rischio”. Tra i diversi utilizzi dell’IA da parte di Exprivia, l’adozione di strumenti innovativi a supporto della diagnosi nel mondo della radiologia è stata certamente tra quelle a più alto impatto per i pazienti, in quanto ha permesso sia una notevole riduzione degli errori clinici, che una significativa riduzione dei tempi di refertazione. Ugualmente rivoluzionaria è stata l’adozione di tecniche di IA per l’addestramento dei nuovi sistemi per il supporto alle decisioni dei medici. Veri e propri “assistenti virtuali” che osservano il lavoro del medico (e di tutti gli operatori sanitari), conoscono le informazioni storiche del paziente, i nuovi studi e i nuovi protocolli scientifici e sono quindi in grado di offrire suggerimenti per l’azione più opportuna da adottare. Questo consente, da un lato, di valorizzare tutte le informazioni disponibili per un approccio “personalizzato” al paziente, dall’altro di ridurre l’incidenza di alcuni fattori personali (es. mancanza di esperienza, stanchezza o altro) che potrebbero diminuire l’efficacia delle scelte del personale sanitario. In aggiunta alla sanità, anche il settore dell’energia sta dimostrando grande interesse all’applicazione dell’IA: abbiamo, ad esempio, affiancato un importante player nazionale di settore in un percorso di trasformazione dei propri processi di manutenzione dell’infrastruttura, da un approccio classico di tipo “reattivo” ad un approccio innovativo di tipo “predittivo”. La trasformazione è stata possibile grazie all’applicazione di algoritmi di IA sugli enormi dataset già disponibili nei numerosi database di proprietà del cliente, in particolare immagini e video acquisiti tramite voli di elicotteri e droni e/o dati provenienti da satelliti, ma anche considerando le caratteristiche morfologiche, fisiche e storiche degli asset di interesse. Il risultato è stato una notevole riduzione sia degli interventi di manutenzione “programmata”, che di quelli causati da guasti sull’infrastruttura elettrica. Di conseguenza, vi è stato un aumento dell’efficienza del processo, e soprattutto una consistente riduzione di emissioni a salvaguardia dell’ambiente. In conclusione, l’Intelligenza artificiale rappresenta un’opportunità senza precedenti per le imprese, ma al contempo è fondamentale affrontare le sfide associate. È essenziale quindi non solo sfruttare le potenzialità dell’IA, ma anche affrontare le questioni etiche, di sicurezza e trasparenza. Solo in questo modo le imprese potranno sfruttare appieno la trasformazione rivoluzionaria offerta dall’Intelligenza artificiale. Domenico Favuzzi è stato nominato Cavaliere del Lavoro nel 2015. È presidente e amministratore delegato di Exprivia, azienda informatica da lui fondata leader in Italia nella consulenza di processo per imprese industriali, nei servizi tecnologici e nelle soluzioni di Information Technology. Ha sedi operative in Europa, America del Sud e Cina. Impiega oltre 2.500 dipendenti Sanità digitale. In digitale l’intero percorso sanitario del paziente

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