me l’ambiente o la difesa, la cosiddetta Golden rule (regola aurea): ma questo non accadrà mai per l’opposizione dei paesi “frugali”. Si può al massimo ottenere che il 60% dei 194 miliardi del Piano nazionale di ripresa e resilienza che prenderemo a prestito siano trattati diversamente nella valutazione della sostenibilità del nostro debito. I debiti, infatti, non sono tutti uguali e debiti diversi andrebbero trattati differentemente, come è accaduto col Next Generation Eu (Ngeu), che nei Pnrr dei diversi paesi ha previsto il 40% di fondi a carico dell’Unione europea. Inoltre, per affrontare le sfide attuali, l’UE deve dotarsi di capacità fiscale comune, avere un suo bilancio ed emettere debito, come accaduto appunto per il Ngeu. Solo così l’Europa potrà sostenere la transizione verde, che è molto costosa, incentivando le imprese come stanno facendo gli Stati Uniti con l’Inflation Reduction Act (Ira) da 370 miliardi di dollari, lanciato dal presidente Biden per sostenere gli investimenti ambientali delle imprese basate in Usa; tanto è vero che molte aziende europee stanno progettando di andare a produrre in America. È infine necessario che l’Unione europea crei un’Agenzia del Debito che rilevi i titoli pubblici dei vari paesi acquistati dalla Bce durante la pandemia. Negli Usa il debito dei vari stati è tutto uguale perché i dollari e i tassi d’interesse sono uguali. In Europa, invece, i debiti dei singoli Stati pagano interessi diversi e complicano molto l’attività della Bce. L’Agenzia del Debito dovrebbe emettere proprio debito e con questo comprare i titoli detenuti dalla Bce. Ciò richiede, però, che i paesi europei siano credibili e affidabili, perché dovranno pagare gli interessi all’Agenzia. Per concludere, occorre evitare la reintroduzione di regole pro-cicliche e troppo rigide, anche perché è stato varato un meccanismo chiamato Transmission Protection Instrument (Tpi) che consente alla Bce di intervenire in caso di difficoltà finanziare di un paese, purché esso sia in regola col futuro Patto di stabilità. Se questo fosse troppo rigido e i mercati capissero che un paese ad alto debito non riuscisse a rispettarlo, farebbero immediatamente aumentare gli spread, causando proprio quell’instabilità che il Patto si propone di eliminare. 115 VITA ASSOCIATIVA Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2023 l capitale umano è la prima ricchezza di ogni paese. E in particolare – ha affermato durante l’intervento introduttivo il presidente della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, Maurizio Sella – lo è per l’Italia, che da sempre soffre la scarsità di materie prime e di fonti di energia. Il Collegio Universitario di Merito “Lamaro Pozzani” nasce più di 50 anni fa per volontà dei Cavalieri del Lavoro proprio per arricchire questo capitale e, in questo modo, contribuire alla formazione della futura classe dirigente”. Il numero uno dei Cavalieri del Lavoro Maurizio Sella, in occasione dell’inaugurazione del nuovo anno accademico del Collegio tenuto lo scorso 29 novembre, ha ricordato alle nuove 13 matricole e a tutti gli allievi la missione del “Lamaro Pozzani” e la responsabilità di farne parte. “In un mondo – ha aggiunto Sella – in cui le tecnologie avanzano rapidamente e le competenze richieste sul luogo di lavoro evolvono, la formazione continua è la riposta più efficace per promuovere benessere e sviluppo. La formazione permanente non riguarda solo l’acquisizione di nuove competenze tecniche, ma anche lo sviluppo di abilità trasversali come la creatività, la capacità di adattamento e la capacità di lavorare in team e di fare squadra”. All’intervento di Sella è seguita la prolusione di Francesco Giavazzi sul tema il Nuovo Patto di Stabilità e Crescita (di cui riportiamo qui una sintesi), e gli interventi di Luigi Abete, presidente Commissione per le attività di formazione, Gian Luigi Tosato, presidente emerito Commissione per le attività di formazione e Marcello Messori, presidente Commissione giudicatrice del Premio “Paola Piccinini Tosato”. AL VIA IL NUOVO ANNO ACCADEMICO. SELLA: SIETE LA RICCHEZZA DEL PAESE “I Maurizio Sella * Sintesi dell’intervento a cura della redazione
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