Il Progetto Ai-for-COVID contro la pandemia AI-for-COVID è un progetto nato nel 2021 durante la crisi pandemica (aiforcovid.radiomica.it). È uno studio multicentrico promosso da CDI – Centro Diagnostico Italiano del Gruppo Bracco, frutto della collaborazione con importanti centri clinici e di ricerca pubblici e privati di tutta Italia. Obiettivo dell’iniziativa è di identificare, nei pazienti colpiti da COVID-19, sulla base dell’esame RX del torace eseguito al momento del ricovero, il rischio di andare verso un peggioramento della situazione polmonare e quindi il bisogno di una eventuale assistenza ventilatoria meccanica. In altre parole, sviluppare una modalità di Diagnostica Imaging Predittiva applicando un sistema di Intelligenza Artificiale. Grazie a questa innovativa metodica, oggi definita RADIOMICA, si è potuto indirizzare a terapie più spinte i pazienti Covid prevedibilmente destinati a un’evoluzione peggiorativa, conoscere in anticipo quanti posti letto di terapia intensiva fossero necessari nei giorni successivi e infine stimolare la ricerca sul Coronavirus mettendo a disposizione della comunità scientifica una mole di dati di Imaging Diagnostico di alta qualità. consistenti per i servizi sanitari”, conclude la Presidente. Insomma, per l’industria della salute l’IA sembra essere soprattutto una grande occasione di innovazione. Non a caso l’edizione di quest’anno del consueto “Bracco Innovation Day”, che nel 2023 si è svolto presso lo Human Technopole, nel cuore di MIND, il distretto tecnologico di Milano, è stata interamente dedicata proprio al tema dell’lntelligenza Artificiale. E nel corso dei lavori sono stati presentati anche i risultati di un importante studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Investigative Radiology da tre giovani ricercatori di Bracco Imaging. Sfruttando proprio l’Intelligenza Artificiale, il team di ricerca Bracco è riuscito ad “addestrare”, con una innovativa strategia, una rete neurale per incrementare il contrasto nelle Risonanze Magnetiche dell’encefalo senza impatto alcuno sull’attuale protocollo clinico. Questa rete neurale ha consentito di migliorare l’identificazione di lesioni cerebrali, dimostrando in concreto di essere uno strumento potenzialmente utile al radiologo nell’esecuzione dell’attività diagnostica.
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