124 Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2023 FONDAZIONI La lettura e i libri “sorreggono la fabbrica del pensiero” per guidare l’immaginazione verso sempre nuovi sentieri in grado di far evolvere lo stato del mondo La lettura sorregge la fabbrica del pensiero, e quindi la libertà. Nella sua opera lei lancia un accorato appello alla conoscenza, al dovere di ricercarla, farla propria e amarla. Vorrei iniziare soffermandomi sul concetto di libertà come facoltà essenziale dell’individuo, spesso sottovalutata, che consente al pensiero di vagare libero senza limiti o costrizioni. Una facoltà che il soggetto può esercitare in qualsiasi momento e in qualsiasi condizione esterna in forma del tutto libera o guidando l’intelletto verso finalità scelte dal soggetto stesso. Lo aveva ben intuito René Descartes, il filoso Cartesio, quando impostò l’essenziale Discorso sul metodo (1637) sul “Cogito ergo sum”, ovvero “penso dunque esisto”, ponendolo alla base della sua filosofia e dell’esistenza stessa d’ogni persona. E finché il pensiero rimane tale può vagare liberamente anche in presenza di situazioni esterne coercitive. La libertà di pensiero stimola l’immaginazione a generare idee che possono essere espresse in testi scritti, appunto i libri, o in azioni pratiche - entrambe le situazioni comunque vincolano il concetto di libertà rispetto a leggi pensate per garantire le libertà altrui o vincoli etici legati da usanze storicamente consolidate, spesso anche arbitrarie dettate da consuetudini imposte dal dominio del pettegolezzo o del politically correct. Comunque, le idee nate dalla libera immaginazione sono generalmente apportatrici di processi di innovazione anche capaci di modificare l’usuale modo di vivere, facendolo evolvere da situazioni note verso l’ignoto tipico del futuro. Così, si innesca il processo del cambiamento evolutivo che già la filosofia greca con i seguaci di Eraclito avevano evidenziato nel «panta rei» ovvero nel tutto scorre. Per stimolare la libera immaginazione verso sempre nuove frontiere conoscitive ecco la lettura e i libri che, certificando lo stato del presente in funzione di quanto è avvenuto nel passato, “sorreggono la fabbrica del pensiero” per guidare l’immaginazione verso sempre nuovi sentieri in grado di far evolvere lo stato del mondo. Tutto ciò deve consentire di dare un senso al difficile mestiere dell’esistenza, un mestiere complesso che spesso può portare a considerazioni amare e demotivanti nella riproposizione del mito di Sisifo, impegnato a portare il macigno dell’esistenza in cima alla montagna per poi vederlo ricadere già e dover ricominciare da capo, in un lavoro spesso ripetitivo che appare del tutto inutile. Eppure, seguendo l’insegnamento di Albert Camus, è necessario pensare anche Sisifo felice. Ma come si fa se non gli si attribuisce un ideale mutevole che non può che essere il fenomeno della curiosità di apprendere sempre nuova conoscenza. Da qui “l’accorato appello a ricercarla, farla propria e amarla”. uesta poesia mi ha costantemente accompagnato nel mio viaggio esistenziale, quando invita ad imparare “una quantità di cose dai dotti”, affinché “da vecchio / metta piede sull’Isola {Itaca}, tu, ricco / dei tesori accumulati per strada / senza aspettarti ricchezze da Itaca». Itaca di Costantino Kavafis Quando ti metterai in viaggio per Itaca devi augurarti che la strada sia lunga, fertile in avventure e in esperienze […] va in molte città egizie impara una quantità di cose dai dotti. Sempre devi avere in mente Itaca – raggiungerla sia il pensiero costante. Soprattutto, non affrettare il viaggio; fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio metta piede sull’isola, tu, ricco dei tesori accumulati per strada senza aspettarti ricchezze da Itaca. Itaca ti ha dato il bel viaggio; senza di lei, mai ti saresti messo sulla via. Nulla di più ha da darti. E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso. Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare. «Q
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