132 Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2023 MOSTRE restauro del più importante edificio seicentesco della città, sarà possibile ammirare una xilografia originale (1831) della celebre opera di Hokusai, realizzata in stile ukiyo-e e divenuta – con il suo design lineare, le sorprendenti giustapposizioni e la ridotta applicazione del colore – tra le più ricercate da musei e collezionisti di tutto il mondo, come dimostrano i risultati strabilianti raggiunti nelle recenti aste internazionali. ICONA DI TENSIONI OPPOSTE La Grande Onda di Hokusai raffigura un’onda tempestosa che minaccia alcune imbarcazioni al largo della costa di Kanagawa, con una veduta del monte Fuji innevato sullo sfondo, e rappresenta il simbolo delle opposte tensioni provate dall’uomo nei confronti della forza mare: il terrore ancestrale verso l’ignoto e il desiderio incombente di superare le proprie paure, per valicare anche gli ostacoli apparentemente insuperabili. L’opera fa parte della raccolta di xilografie a colori su carta intitolata Le trentasei vedute del monte Fuji, pubblicata in Giappone a partire dal 1830 da Nishimuraya Yohachi. Al mondo si contano pochi esemplari originali di questa xilografia, conservati nei più prestigiosi musei e nelle maggiori istituzioni internazionali, dal Metro- politan Museum di New York alla Biblioteca nazionale francese, dal British Museum di Londra all’Art Institut di Chicago e ella National Gallery di Melbourne. Oltre all’iconica opera, fa ingresso a Palazzo Maffei anche un altro lavoro di Hokusai e un nucleo rappresentativo di 5 xilografie originali di artisti coevi sempre provenienti dall’allora città di Edo - Utagawa Hiroshige e Utagawa Kunisada Particolare della "Sala Antiquarium" con "I Gladiatori nella stanza” ( 1928–1929) olio su tela di Giorgio de Chirico e il busto con l’Effige di Marco Aurelio della seconda metà del II secolo d.C. - Foto di Massimo Ripani Particolare della sala d’ingresso al percorso espositivo: in primo piano le opere site specific di Maurizio Nannucci e di Arcangelo Sassolino - Foto di Massimo Ripani
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