Civiltà del Lavoro, n. 2/2024

15 Civiltà del Lavoro | marzo • aprile 2024 PRIMO PIANO li stati che la compongono, è garanzia di pace … Federazione vuol dire rinuncia al diritto di guerra fra gli stati federati. Con l’esercito comune manca ai singoli stati lo strumento per condurre tra di loro la guerra. In uno stato federale, guerra interna equivale a sedizione, che l’esercito comune deve reprimere. È questo il grande progresso che l’idea della federazione fa compiere alla realtà della pace: la guerra è impensabile in una federazione…La guerra si abolisce sostituendo al dominio della forza l’impero della giustizia. Le vendette (guerre) private furono abolite quando al pugno del forte si sostituì la sentenza del magistrato; le guerre fra Pisa e Firenze, Genova e Venezia furono tolte di mezzo quando si costituì lo stato unitario e questo ebbe tribunali incaricati di risolvere le controversie fra i cittadini di città prima sovrane. Le guerre fra Italia e Francia, tra Germania e Francia diverranno impossibili, quando saranno istituiti tribunali federali incaricati di risolvere le questioni fra cittadini appartenenti a stati diversi e fra i medesimi stati componenti la federazione. Nell’interno di ogni stato continueranno a sussistere ed a giudicare i tribunali statali; ma per le questioni interstatali o relative a più di un territorio statale, decideranno i tribunali federali; e le loro sentenze saranno ubbidite, perché lo stato federale disporrà della forza dell’esercito comune e potrà, in prosieguo di tempo, disporre di una polizia giudiziaria federale. La federazione potrà avere altri compiti? Certamente, col tempo. Nata con l’esercito comune, la federazione europea dovrà subito necessariamente avere un sistema d’imposte suo proprio, sufficiente a coprire il carico della spesa comune. Dopo, si vedrà. Estratto da L. Einaudi, “Lo scrittorio del Presidente (1948-1955)”, Einaudi Foto rarrarorro © 123RF.com

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