Civiltà del Lavoro, n. 2/2024

26 PRIMO PIANO Civiltà del Lavoro | marzo • aprile 2024 di Antonio PATUELLI opo le elezioni europee dell’8 e 9 giugno prossimi, inevitabilmente inizierà una nuova fase della complessa vita dell’Unione europea, dinanzi alle tante, attuali e dure problematiche cui essa e gli Stati membri si trovano ora di fronte. Infatti, tutti i giorni l’Unione europea viene sollecitata ad assumere nuove iniziative e spesso viene anche criticata perché non prende adeguate posizioni e iniziative politiche internazionali, perché non è protagonista mondiale al pari di Stati Uniti, Russia e Cina. Si tratta di sollecitazioni e critiche che, però, sottovalutano l’attuale natura giuridica della Ue, che continua ad essere un originale organismo internazionale, non federale, né confederale e soprattutto impegnato in economia come evoluzione dell’originario Mercato Comune Europeo, poi divenuto Cee, quindi Ue. Manca, infatti, innanzitutto una Costituzione europea che superi finalmente questi limiti e contraddizioni e definisca una nuova e più matura configurazione della Ue, che negli ultimi anni è molto cresciuta soprattutto in numero di Stati membri, ma è ancora rimasta frutto di una somma di trattati, che ne hanno definito in particolare le caratteristiche economiche, col mercato unico, la libera circolazione di denaro, merci e persone e con l’Unione bancaria come più avanzata, anche se incompleta, cooperazione rafforzata. E con l’euro, la moneta comune, che si è dimostrata quanto mai solida ed essa sì protagonista nei mercati internazionali. Ma per rendere più protagonista la Ue nel mondo occorre rapidamente fare decisi e paralleli passi in avanti, sia in ambito economico che istituzionale. In ambito economico occorre rapidamente sviluppare senza pregiudizi un nuovo spirito critico costruttivo per correggere, con realismo, dove necessario, le originarie impostazioni del progetto di Unione bancaria per quanto non completato, come la garanzia unica europea dei depositi e per taluni istituti previsti nelle procedure dei salvataggi bancari, come il “bail in” che è andato in desuetudine. Occorre, nel frattempo, completare l’Unione del mercato dei capitali, che deve essere intrinsecamente connessa col mercato unico europeo e con la libera circolazione dei capitali, delle persone e delle merci. D Antonio Patuelli UNA NUOVA COSTITUZIONE

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