Civiltà del Lavoro, n. 2/2024

40 FOCUS Civiltà del Lavoro | marzo • aprile 2024 i viaggiatori sono sempre più interessati a esperienze autentiche e significative cercando di immergersi nella cultura del luogo. Anche la tecnologia continua a trasformare il modo in cui pianifichiamo e viviamo i viaggi, creando un vero e proprio turismo digitale, grazie al quale i viaggiatori semplificano ma al tempo stesso arricchiscono le loro esperienze di viaggio. Permangono tuttavia diverse criticità, che devono essere prese in considerazione e affrontate per garantire uno sviluppo sostenibile e responsabile del settore. Oltre a quella più innegabile dell’impatto ambientale, un turismo non sostenibile può portare al degrado del patrimonio culturale e artistico delle destinazioni, causato da un’occupazione di territorio smodata e dall’eccessiva commercializzazione e banalizzazione dei siti culturali e storici. Inoltre, in molte destinazioni turistiche popolari, il flusso eccessivo di visitatori può provocare sovraffollamento, congestionamento del traffico, deterioramento delle infrastrutture locali e aumento dei prezzi, compromettendo la qualità della vita per i residenti locali e danneggiando l’esperienza dei visitatori. Il risultato è quello di generare tensioni sociali tra residenti e visitatori, cosa che diventa un pericoloso boomerang di ritorno sì, ma negativo. A questo si aggiunge il fatto che vi è una distribuzione diseguale dei benefici economici del turismo, con alcuni settori della popolazione che restano esclusi dalle opportunità di lavoro e di sviluppo economico, con un conseguente aumento delle disuguaglianze sociali. La criticità più emergente è la difficoltà di reperimento del personale: a fine 2023 circa il 50% delle posizioni aperte nel settore è rimasto inevaso, nonostante un incremento del 35% nella richiesta di professionisti rispetto all’anno precedente. Continuano a mancare soprattutto receptionist, cuochi, camerieri, baristi. Ed è da qui, soprattutto, che gli albergatori dovranno ripartire nel 2024. Affrontare queste criticità richiede un approccio olistico e collaborativo che coinvolga le autorità e le comunità locali, le imprese turistiche e i viaggiatori stessi. LE SFIDE PER IL FUTURO Non solo per risolvere le criticità ma anche per affrontare le sfide future, è necessaria una collaborazione senza precedenti tra tutte le parti interessate lavorando insieme per sviluppare soluzioni innovative e sostenibili. Guardando avanti, il World Travel & Tourism Council (Wttc) prevede un futuro promettente per il prossimo decennio, caratterizzato da una crescita robusta. Entro il 2034, il settore potenzierà l’economia globale con la cifra di 16 trilioni di dollari, pari all’11,4% dell’intero panorama economico. Ma che tipo di turismo vogliamo? Come detto precedentemente, il turismo deve portare con sé una forza costruttiva e benefica per il territorio coinvolto, non deve essere una guerra impossibile tra numeri e realtà ricettiva. Questo porta inevitabilmente alla necessità di segmentare i prezzi verso l’alto. Non si può pensare di essere ricettivi oltre quello che la realtà effettiva permette. Le strutture e le infrastrutture devono essere adeguate, l’offerta di servizi deve nel caso dell’Italia rivelare e contenere quella caratteristica di accoglienza firmata “made in Italy”, quel calore insieme mediterraneo e al contempo raffinato e creativo: occorre, insomma, mantenere uno standard di eccellenza che è dato dallo spirito italiano e dalla bellezza paesaggistica e culturale del Paese, unico al mondo. Masseria Montelauro, Otranto A fine 2023 circa il 50% delle posizioni aperte nel settore è rimasto inevaso, nonostante un incremento del 35% nella richiesta di professionisti rispetto all’anno precedente. Continuano a mancare soprattutto receptionist, cuochi, camerieri, baristi. Ed è da qui, soprattutto, che gli albergatori dovranno ripartire nel 2024

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