Civiltà del Lavoro, n. 2/2024

52 FOCUS Civiltà del Lavoro | marzo • aprile 2024 d’Italia. Dice: “Se noi a fianco di ogni Cavaliere, che è colui che ha realizzato successi in campo imprenditoriale, mettiamo un giovane che comincia la sua storia ma che ha dimostrato di impegnarsi alla stessa maniera e con lo stesso merito, forse facciamo la fortuna di quei giovani o diamo un’indicazione e un esempio”. E fu facile convincere lo Stato a dare questo riconoscimento. E quindi nacquero gli Alfieri del Lavoro, che erano coloro che avrebbero dovuto assieme agli imprenditori, favorire l’incontro dei giovani con il mondo del lavoro. Ma non tutti i Cavalieri erano d’accordo, anche Pozzani ebbe qualche resistenza, e quindi cercava e sognava una persona capace, che credesse in un progetto del genere, che avesse la sensibilità umana e sociale, che avesse quell’ideale, quella spiritualità che lo spingesse a credere a un progetto del genere e che ci si dedicasse. E tante mattine all’alba, quando andavo da lui prima di andare a fare l’altro lavoro, mi raccontava questi progetti, questi programmi che sembravano dei sogni, finché una mattina gli dissi “presidente, io ho la persona giusta: se conosce Giovanni Cavina, troverà la persona che le fa questo programma molto più e molto meglio di quanto lei lo descriva e lei lo descrive benissimo perché è nato per questo; io l’ho visto all’opera in una situazione drammaticamente più difficile”. E dice: Portamelo”. E una mattina portai a Via di Ripetta n. 1, al terzo piano, Giovanni Cavina, al quale, siccome era rimasto senza lavoro, avevo trovato un altro posto: era direttore dell’Air Terminal, e devo dire che non è che questo lavoro lo entusiasmasse. Lo portai da Pozzani, l’intesa fu immediata. Cavina venne al Palazzo della Civiltà del Lavoro, cominciò a lavorare, fece il programma, realizzò un programma infinito di incontri in giro per l’Italia e poi da lì tutto il programma di “Panorama per i Giovani”. E poi nacque la Residenza universitaria dei Cavalieri del Lavoro, che fu una trasformazione di una donazione dei fratelli Lamaro di un terreno destinato a una casa per gli anziani e che invece Pozzani riconvertì, con il consenso dei donatori e dei suoi successori, in una casa per gli universitari. Un luogo che ha prodotto un magnifico rettore della Sapienza e tanti altri personaggi che siete voi, e che oggi si chiama Collegio Universitario di Merito. A questa missione, a questo apostolato, Cavina si è dedicato con la stessa passione, con la stessa spiritualità, animato dagli stessi ideali con i quali aveva compiuto quella trasformazione che sembrava impossibile nel Fucino. Perché questo era Cavina, uno che voleva andare oltre, che sapeva guardare in alto, che aveva la dimensione verticale e quella orizzontale per dirla con Ravasi, che era ispirato ma che aveva una fortissima empatia, che entrava in contatto con i giovani purché fossero vogliosi di quella ricerca di verità, di quell’impegno e quindi volessero guadagnarsi ciò che volevano con merito e fatica. E fa piacere leggere, nel volume a lui dedicato, “L’abbazia laica. Giovanni Cavina educatore visionario”, quelle testimonianze meravigliose che sono la introduzione ai singoli temi o al singolo blocco degli editoriali di Cavina, perché c’è una perfetta corrispondenza e sintonia tra ciò che Cavina era e che traspare dai suoi scritti, e quello che i presentatori hanno assorbito e restituiscono; una serie di testimonianze che dicono che la fortuna chi la trova se la sa anche guadagnare, e che finché ci sono persone come queste, potrà essere conseguita per la migliore fortuna di questo Paese al quale Gianni Cavina ha dato tanto. La Residenza universitaria dei Cavalieri del Lavoro fu la trasformazione di una donazione dei fratelli Lamaro di un terreno destinato a una casa per gli anziani e che invece Pozzani riconvertì, con il consenso dei donatori Copertine di “Panorama per i giovani”, periodico fondato nel 1967. Dal 1971, anno di fondazione del Collegio, la rivista è stata redatta dagli allievi del Lamaro Pozzani

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