Civiltà del Lavoro, n. 2/2024

Merito, il lavoro per molti versi letteralmente “invisibile” che c’è dietro le gare. “Siamo l’unico team in Coppa America ad avere il tricolore sullo scafo: vogliamo portare il nostro Paese e il Made in Italy nel mondo, a tutti i livelli” ha detto Sirena. “Noi rappresentiamo l’Italia nel trofeo sportivo più antico che esista, addirittura precedente alle Olimpiadi moderne, e Luna Rossa rappresenta l’apice della tecnologia applicata alla vela. In Coppa America si lavora ‘al buio’ per due anni e mezzo, concentrandosi sul proprio progetto senza conoscere quello degli avversari. Durante gli allenamenti l’obiettivo è alzare l’asticella sempre di più per arrivare a guadagnare un decimo di nodo rispetto agli avversari”, ha aggiunto il Team Director. I relatori hanno avuto modo di porre l’accento sulla cruciale sinergia tra competizione sportiva e progresso tecnologico, delineando un quadro in cui l’impegno per il raggiungimento degli obiettivi, si intreccia in modo unico con la passione per il mare e la vela. “Un insieme di elementi che – come ha messo in evidenza Agostino Randazzo Randazzo, presidente del Circolo che ha iscritto Luna Rossa alla sfida delle sfide – contribuisce a plasmare l’identità distintiva di Luna Rossa Prada Pirelli, posizionandola come protagonista nel panorama sportivo internazionale”. Pierino Persico ha sottolineato la complessità e la particolarità dell’impresa. È dal suo cantiere, a Nembro, che è nata anche l’ultima Luna Rossa. La realizzazione dello scafo ha coinvolto circa 40 persone nella fase di disegno e sviluppo e ha richiesto oltre 70.000 ore di lavoro da parte di 35 boat builder (tra i tecnici del team e quelli del cantiere). “La mia avventura – ha ricordato Persico – è iniziata nel 1976 da apprendista in una fonderia e poi è nata Persico Group, la società che oggi realizza stampi per più settori, da quello industriale a quello aerospaziale. Inizialmente non avevamo ancora la cultura del mare ma avevamo una marcia in più per la tecnologia e, durante i primi anni, infatti siamo stati scelti soprattutto per le nostre competenze tecnologiche all’avanguardia. Dedizione, innovazione e credere nel progetto: sono questi i leit motiv che portano sicuramente all’eccellenza”. “La capacità di innovazione e la determinazione nell’affrontare le sfide più complesse sono caratteristiche del made in Italy, testimoniate da molte aziende di Cavalieri del Lavoro. Da una recente analisi svolta da Crif Ratings – ha affermato Maurizio Sella, presidente della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro – emerge il contributo centrale delle aziende dei Cavalieri del Lavoro al sistema Paese in termini economici e di occupazione. In primo luogo, confrontando il Valore Aggiunto generato dalle aziende dei Cavalieri del Lavoro (dati 2022) con il PIL italiano, emerge una rilevante contribuzione (5%) delle stesse aziende alla ricchezza del paese. Dallo studio emerge che le aziende dei Cavalieri del Lavoro, pur rappresentando il 3% del campione nazionale delle società di capitali con fatturato superiore a 20 milioni di euro, sviluppano il 20% degli addetti dal punto di vista occupazionale”. La Coppa America è il più antico dei trofei sportivi, una competizione in cui “non c’è secondo Maestà”, come dissero nel 1851 alla regina Vittoria che chiedeva chi fosse arrivato alle spalle della barca americana che aveva attraversato l’Atlantico proprio per sfidare i britannici, per batterli e vincere l’allora “Coppa delle 100 Ghinee” e che proprio da quel momento divenne la Coppa America, e che in America è rimasta per più di un secolo. Ora, come è noto, l’impresa è battere i Neozelandesi. Per guadagnare il diritto a sfidarli, dal 29 agosto i team di Italia, America, Francia, Svizzera e Regno Unito gareggeranno a Barcellona nei primi round robin e dopo per la Louis Vuitton Cup, con l’obiettivo di guadagnare quell’unico posto a disposizione per confrontarsi con il “detentore”. (C.F.) 63 VITA ASSOCIATIVA Civiltà del Lavoro | marzo • aprile 2024 I Cavalieri del Lavoro Luigi Abete, Pierino Persico, Agostino Randazzo Randazzo insieme agli studenti del Collegio "Lamaro Pozzani" in occasione dell'incontro tenuto lo scorso 15 marzo In Coppa America si lavora al buio per due anni e mezzo, concentrandosi sul proprio progetto senza conoscere quello degli avversari. L’obiettivo è alzare l’asticella sempre

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