Civiltà del Lavoro, n. 3/2024

15 Civiltà del Lavoro | maggio • giugno • luglio 2024 PRIMO PIANO potrebbe portare a qualche aggiustamento pratico. Ma è difficile che il Green Deal venga rimesso in discussio- ne. Poi sulla difesa ci possono essere iniziative extra Ue. Ricordo che l’Italia è impegnata nello sviluppo di un cac- cia di ultima generazione con Gran Bretagna e Giappo- ne e che la Germania ha promosso uno Scudo integrato di difesa aerea basato su missili balistici (European Sky Schield Initiative, Essi), sul modello dell’Iron Dome isra- eliano, cui hanno aderito sinora 21 paesi, tra cui Norve- gia e Svizzera che non fanno parte dell’Unione europea. Ha fatto scalpore la visita del premier ungherese Or- ban, presidente di turno della Ue, a Putin. Il presiden- te uscente del Consiglio europeo Michel si è affretta- to a dire che Orban non aveva mandato per parlare a nome della Ue. Pensa che il sostegno all’Ucraina possa dividere l’Unione europea? Dopo il risultato delle elezioni legislative francesi e il vertice Nato in Usa, non credo che il sostegno all’Ucraina possa cre- are divisioni in Europa, al di là del protagonismo di Orban. La Francia, la cui politica estera dipende dal Presidente della Repubblica, resta saldamente ancorata alla Nato. E poi il destino dell’Ucraina dipende soprattutto dal so- stegno degli Stati Uniti. Quindi il vero quesito è che cosa accadrebbe in caso di vittoria di Trump alle elezioni pre- sidenziali di novembre. Ma nessuno è in grado di rispon- dere a questa domanda. Anche il governo tedesco del Cancelliere Scholz è usci- to indebolito dalle elezioni europee. Come potreb- be influire questa debolezza sul futuro dell’Europa? Non vedo grandi cambiamenti. Sia perché la Germania non è mai stata il motore di una maggiore integrazio- ne, sia perché le europee hanno rafforzato la Cdu-C- su, che è il perno del partito popolare europeo che ha espresso Ursula Von der Leyen. Non credo che ci saranno sorprese neppure in Germa- nia: penso che la legislatura tedesca andrà a scadenza naturale, sia pure con qualche scossone dovuto alle ele- zioni regionali dove l’Afd potrebbe rafforzarsi soprattut- to nei Laender orientali. La Francia, la cui politica estera dipende dal Presidente della Repubblica, resta saldamente ancorata alla Nato. E il destino dell’Ucraina dipende soprattutto dal sostegno degli Stati Uniti. Quindi il vero quesito è che cosa accadrebbe in caso di vittoria di Trump Foto zumapress.com @ AGF

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