Civiltà del Lavoro, n. 3/2024

25 FOCUS Civiltà del Lavoro | maggio • giugno • luglio 2024 A colloquio con Andrea GIURICIN di Paolo Mazzanti on sarà la panacea di tutti i mali (o i ri- tardi) del Sud, ma probabilmente po- trà dare un grande contributo allo svi- luppo del Sud del Paese. Il Ponte sullo Stretto è l’opera per eccellenza della quale nel nostro Paese si discute da più tempo e ad An- drea Giuricin, economista dei trasporti all’Università Bi- cocca di Milano, abbiamo chiesto un parere sulla validità dell’infrastruttura dal punto di vista economico. Professore, come può essere valutato il progetto del Ponte sullo Stretto nel quadro dell’economia dei tra- sporti del nostro Paese? La nostra economia vede delle aree del Paese, in parti- colare le regioni del Sud Italia, che hanno un prodotto interno lordo pro-capite a parità di potere di acquisto inferiore del 30/40% rispetto alla media europea. Que- sto elemento fa ben comprendere come in queste aree vi siano problemi economici non indifferenti e che l’in- frastrutturazione da parte dello Stato possa aiutare a portare maggiori investimenti privati in queste regioni. Chiaramente, non è possibile pensare che una singola opera possa risolvere tutti i problemi esistenti, ma la po- litica ha anche il ruolo di fare opere pubbliche che pos- sano migliorare la connettività di certe regioni. Infine, c’è da considerare non il singolo ponte, ma anche tutte le infrastrutture, in particolare nel settore ferro- viario, che si stanno realizzando sia in Sicilia che in Cala- bria, per creare un sistema ben collegato al resto d’Italia. Esiste un traffico passeggeri e merci sufficiente per giu- stificare un investimento di questa portata? Probabilmente, se guardiamo soltanto l’aspetto eco- nomico, la domanda non è in grado di ripagare l’intera opera tramite pedaggi ferroviari e pedaggi autostradali. Per questo motivo io parlo non solo di opera economica, ma anche sociale, perché l’insieme delle opere (ponte e sistemi stradali e ferroviari in Calabria e Sicilia), pos- sono aiutare a migliorare l’infrastrutturazione del Sud Italia in generale e possono avere un impatto sulle eco- nomie regionali. I critici del Ponte sostengono che le risorse necessarie per costruirlo (13-15 miliardi di euro attualmente) sa- rebbero meglio utilizzati per migliorare il sistema viario e ferroviario di Sicilia e Calabria. Sono critiche fondate? In realtà c’è da dire che i diversi governi, tramite il Piano nazionale di ripresa e resilienza e non solo, hanno deci- so di investire molte risorse sulle opere viarie e ferro- viarie di Sicilia e Calabria. La Palermo-Catania-Messina è un’opera ferroviaria enor- me, che permetterà di avere connessioni veloci in aree im- portanti della regione e di collegare anche il futuro ponte in maniera molto più efficace. Andrea Giuricin DA SOLO NON BASTA Serve azione di sistema N

RkJQdWJsaXNoZXIy NDY5NjA=