Civiltà del Lavoro, n. 3/2024

29 FOCUS Civiltà del Lavoro | maggio • giugno • luglio 2024 a oltre trent’anni ho cer- cato di approfondire il te- ma del Ponte sullo Stretto e nel corso della mia vice- presidenza di Confindu- stria, nella quale avevo proprio la responsa- bilità delle regioni del Sud, grazie al sostegno di tanti amici (in primis l’allora presidente Antonio D’Amato), riuscimmo a portare la Confindustria ad una posizione favorevole alla realizzazione del ponte, avendo com- preso l’enorme importanza strategica che questa infrastruttura avrebbe per tutto il Mezzogiorno. Da allora sono trascorsi venti anni. E tutta- via, da quando il governo Meloni ha rilan- ciato il progetto del Ponte sullo Stretto, si sono create, oggi come allora, due fazioni contrapposte, con il mondo dei media che tratta questo tema quasi sempre in modo superficiale e spesso anche in modo fazioso, in particolare da parte dei politici e dei commentatori contrari. Ciò impedisce che l’opinione pubblica ottenga tutte le informazioni di carattere tecnico, economico e finanziario neces- sarie a valutare in modo obiettivo e approfondito questa infrastruttura. Innanzitutto, stabiliamo i flussi che attraversano lo Stretto ogni anno: 100mila corse di tra- ghetti, quasi 12 milioni di passeggeri, 1.800.000 veicoli leggeri e 800mila veicoli pesanti, 60mila carri ferroviari e circa 6 milioni di tonnellate di merci. Nel periodo estivo, in corrispondenza dei massicci spostamenti turistici da e verso la Sici- lia, tali flussi si incrementano fino al 300% e di conseguenza si dilatano anche le attese ai traghetti. Vorrei citare sinteticamente i principali vantaggi della realizzazione del ponte: 1. Riduzione dei tempi medi di percorrenza dalla Sicilia alle principali città italiane ed eu- ropee, di 90/120 minuti per i veicoli gommati e di tre ore per il traffico ferroviario; 2. Volano di sviluppo per l’agricoltura, l’industria, il commercio e il turismo per la Sicilia e la Calabria; 3. Possibilità di realizzare un hub portuale e logistico , che potrebbe attrarre enormi quan- tità di merci sia dal bacino del Mediterraneo sia dall’oriente attraverso il canale di Suez, D MOLTE BUONE RAGIONI per unire Sicilia e Calabria di Francesco Rosario AVERNA Francesco Rosario Averna Foto Sergio Oliverio © Imagoeconomica

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